IndyCar | Indy500 2025, Roger Penske sull’infrazione tecnica commessa del suo team: “La nostra organizzazione ha fallito non una, ma ben due volte”

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 22 Maggio 2025 - 10:15
Tempo di lettura: 6 minuti
IndyCar | Indy500 2025, Roger Penske sull’infrazione tecnica commessa del suo team: “La nostra organizzazione ha fallito non una, ma ben due volte”
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In un’intervista a Fox Sports, “The Captain” si è espresso su quanto accaduto durante le qualifiche della Indy500.


Quella del Team Penske è stata una settimana a dir poco tumultuosa. Dall’essere la squadra favorita in assoluto per la conquista della 109a 500 Miglia di Indianapolis, la squadra cardine della NTT IndyCar Series è finita nell’occhio del ciclone per ben due infrazioni tecniche commesse sulle auto di Will Power e Josef Newgarden nel corso delle qualifiche svolte domenica 18 maggio.

Il risultato è stata la cacciata di ben tre figure cardine del box, per volere dello stesso fondatore della squadra Roger Penske. Tim Cindric (stratega di Josef Newgarden), Ron Ruzewski (stratega di Will Power) e Kyle Moyer (General Manager della compagine) sono stati tutti allontanati e sollevati dai loro incarichi, ad appena quattro giorni dallo svolgimento della Indy500.

Per l’occasione, Roger è stato invitato da Fox Sports per un’intervista con la reporter Jamie Little.

Segue la trascrizione dell’intervista (in grassetto le domande poste da Jamie, in corsivo le risposte di Roger).

Roger, prima di tutto grazie per essere qui e per aver scelto di parlare con noi. Allora, domenica scorsa si è svolto il controllo tecnico per il Pole Day e due delle tue auto non l’hanno superato. Essere saranno spedite in fondo al gruppo. Qual è stata la tua reazione, mentre ci dirigiamo verso la gara più importante del mondo, quella che significa così tanto per te?

“Direi che sono totalmente deluso dal risultato, soprattutto per la domenica. Devo tornare indietro di quattro anni e mezzo, quando abbiamo acquistato lo Speedway e mi sono detto, prima di tutto, che avrei investito capitali, avrei assunto le persone migliori e avremmo portato la serie, l’IMSP e certamente l’Indianapolis Motor Speedway a livelli più alti e penso che ce l’abbiamo fatta. Poi guardo all’altra faccia della medaglia e mi chiedo: e il Team Penske? E quando penso al Team Penske, penso ad un’organizzazione che ha fallito ben due volte; non una, ma due. E credimi, pensarci mi fa male allo stomaco. Io la vedo così: bisogna avere una certa credibilità, un’integrità individuale e collettiva, come squadra e come sport e credo che abbiamo deluso le persone. Ho apportato alcuni cambiamenti al management, come annunciato oggi, perciò penso che andremo avanti ed il nostro obiettivo rimarrà vincere la gara del prossimo fine settimana”.

Roger, tu possiedi la serie, gareggi con tre team e possiedi l’Indianapolis Motor Speedway: c’è chi dice che si tratta di un conflitto di interessi. Come rispondi a questa domanda?

“Ho sentito usare la parola “prospettiva”, e direi che, se considero la mia reazione a questa affermazione ed il mio modus operandi negli ultimi quattro anni e mezzo, io non sono mai stato al muretto box, non faccio parte della direzione gara, non sono stato presente alle ispezioni, non ho nulla a che fare con le decisioni dei commissari e soprattutto col regolamento. Quindi, in primo luogo, posso guardarmi allo specchio e dire di aver fatto la cosa giusta. Ovviamente, non abbiamo fatto un buon lavoro agli occhi degli altri e queste due violazioni, come le chiameresti, dimostrano certamente che devo essere più diligente nel sapere dove ci stiamo andando come squadra. E di certo, se tornassimo indietro e guardassimo a ciò che abbiamo cercato di realizzare e a ciò che abbiamo fatto, direi che abbiamo fatto molti progressi, ma credo che questa indipendenza sia molto importante per il futuro, per la credibilità della serie, dei team e di tutti i tifosi che seguono l’IndyCar”.

Da questo punto di vista è stato il vostro stesso organismo arbitrale ad individuare le modifiche e a penalizzare i vostri team. Sareste aperti ad un organismo arbitrale indipendente per governare la IndyCar in modo da, riprendendo le tue parole, cambiare la prospettiva che si ha dall’esterno?

“Beh, è ​​incredibile che questa domanda sia stata posta più volte negli ultimi sei mesi. Abbiamo discusso internamente con l’IndyCar, Mark Miles ed ora, ovviamente, Doug Bowles, e con qualche suggerimento esterno su come potremmo diventare più indipendenti sul piano operativo delle corse, delle ispezioni, della direzione gara, eccetera. Perciò ci aspettiamo certamente che il team dell’IndyCar prenda in considerazione la questione e adotti delle misure diverse man mano che andiamo avanti”.

L’incidente ha fatto molta notizia e c’è gente che vorrebbe vedere sanzioni più severe, dicendo che quelle due vetture non dovevano nemmeno esser ammesse domenica alla 500 Miglia di Indianapolis. Cosa rispondi?

“Non sono d’accordo. Per prima cosa, quelle auto sono state sottoposte al controllo già sabato, hanno ricevuto l’approvazione per girare, si sono piazzate tra le prime dodici ed erano in condizioni per qualificarsi domenica. Da quel momento in poi, domenica è sorta la discussione sulle nostre auto. Abbiamo effettivamente ritirato le vetture e non abbiamo nemmeno svolto il nostro tentativo per via dell’investigazione dei commissari, ma per quanto mi riguarda si sono guadagnate il diritto di partecipare alla 109a edizione della Indy500”.

C’è ancora una domanda in sospeso: circolavano foto che mostravano come l’auto di Joseph Newgarden, giunta prima nella 500 Miglia di Indianapolis dello scorso anno, avesse le stesse modifiche alla struttura deformabile posteriore di queste due auto incriminate. È così?

“Direi di sì. Ad inizio 2024 avevamo nove strutture deformabili modificate dalla Dallara e sono state utilizzate a giro tra le nostre vetture negli ultimi quindici mesi. Ne avevamo anche di più recenti che avevamo acquistato e pure quelle facevano parte dello stesso lotto, ed è per questo che McLaughlin non ha avuto problemi con la sua macchina. E, dal mio punto di vista, quando si pensa agli attenuatori e a quello che è successo, la domanda che mi pongo io è: cosa dovremmo fare? Sappiamo che la situazione non era corretta dal punto di vista dei commissari domenica scorsa, ma tornando al 2024 quell’auto è stata smontata pezzo per pezzo e nei minimi dettagli dopo la gara, ed è stata considerata perfettamente legale per la vittoria”.

Quindi cosa hai da dire ai tifosi che hanno sentito la notizia, ai tuoi colleghi concorrenti, nonché ai proprietari delle squadre, per garantire che questo non accada di nuovo?

“Ho subito chiamato tutti i proprietari delle squadre per discutere la procedura, per riflettere sulle azioni che ho intrapreso, perché certa gente è venuta da me e mi ha detto ‘Dovresti essere un leader per questo sport’, e invece qui ci ritroviamo con queste due situazioni. Penso che l’integrità dello sport non sia stata in alcun modo compromessa. Dal mio punto di vista quello che devo fare, e l’ho detto ai proprietari del team, è assumere questo ruolo insieme alla dirigenza di Penske Entertainment, e riconquistare quella credibilità. Perché so che questo fine settimana si correrà in pista, è un evento di fama mondiale, il miglior evento di corse al mondo, e l’ultima cosa che voglio è rovinarlo con qualsiasi tipo di problema, per via di un’ispezione o di una violazione del regolamento. Quindi il mio pensiero è che dobbiamo migliorare: io devo contribuire a farlo in modo da non compromettere ciò che c’è di positivo per la nostra squadra”.

Fonte immagine: hagerty.com

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