Palou gestisce a meraviglia l’assalto di Ericsson e conquista la sua prima vittoria in uno Speedway. Malukas terzo.
Al termine di una Indy500 estenuante e ricca di colpi di scena, defezioni e persino con l’intervento della pioggia, la classifica finale della corsa recita questo: al primo posto c’è il pilota che quest’anno sta facendo il mattatore nella NTT IndyCar Series, ovvero Álex Palou.
Il #10 è il primo pilota spagnolo a vincere la 500 Miglia di Indianapolis e si tratta del suo primo successo in un ovale in questa serie, paradossalmente nella gara più importante della stagione. Per Chip Ganassi Racing, invece, è il sesto trionfo al “The Greatest Spectacle in Racing”, dopo i successi ottenuti con Juan Pablo Montoya (2000), Scott Dixon (2008), Dario Franchitti (2010 e 2012) e Marcus Ericsson (2022).
Proprio lo svedese è stato il principale ostacolo al successo per Palou: Marcus è stato l’ultimo dei piloti di testa a rientrare e, grazie ad uno splash & go, è passato al comando della gara con ventiquattro giri ancora da percorrere. Tuttavia, l’attacco di Álex a quattordici giri dalla fine non ha lasciato scampo al #28, probabilmente anche più tirato con la gestione del carburante rispetto all’ex-compagno di squadra. A dare la mazzata finale alle speranze di Ericsson è stata la Caution ad una curva dalla fine, provocata dall’incidente di Nolan Siegel dopo curva 2.
Terza posizione per un sorprendente David Malukas, che prosegue così la striscia di risultati positivi di A.J. Foyt Enterprises ad Indianapolis, dopo il bel terzo posto di Santino Ferrucci nel 2023 e l’ottavo conquistato dall’italo-americano lo scorso anno. Parlando di Ferrucci, egli ha chiuso settimo quest’edizione.
Fuori dal podio Patricio O’Ward. Rispetto alle ultime tre edizioni, il messicano non è mai stato davvero della partita per poter contendere il successo a Palou e agli altri, ma ha quantomeno portato a casa un quarto posto utile ai fini della classifica, almeno nell’ottica della sfida per il secondo posto iridato. Felix Rosenqvist, sulla vettura di Meyer Shank Racing, ha completato la top five.
Sesto Kyle Kirkwood sulla seconda vettura di Andretti giunta al traguardo, poi Ferrucci, Christian Rasmussen (protagonista di uno degli highlight della gara, con la sbandata controllata in uscita da curva 3 durante una ripartenza da una Caution), Christian Lundgaard e Conor Daly. Quest’ultimo è stato in lizza per la vittoria fino alla fine del penultimo stint, quando l’eccessivo consumo di carburante l’ha costretto a rallentare.
Un altro pilota di testa uscito di scena nelle fasi finali è Ryan Hunter-Ray: il vincitore dell’edizione 2014 è sembrato assai vicino al bis, ma l’ultimo pit stop si è rivelato fatale per il #23, rimasto piantato col motore spento. Per l’americano solo un 24° posto finale.
Dopo ciò che è stato detto e scritto durante questa settimana, c’era attesa di scoprire cosa sarebbe stato in grado di fare il team Penske alla Indy500, nella speranza di una rivalsa dopo il caso legato alle estromissioni patite in qualifica da Will Power e Josef Newgarden per via della modifica irregolare all’attenuatore posteriore. La gara della squadra di Roger, però, è iniziata col piede sbagliato sin da subito.
Durante i giri di ricognizione antecedenti alla bandiera verde (ritardata per via della leggera pioggerellina caduta per qualche minuto e che ha costretto alla Caution dal 24° al 30° giro), Scott McLaughlin è clamorosamente finito contro il muro interno del rettilineo principale mentre stava scaldando le gomme. Il neozelandese ha mostrato tutta la sua frustrazione in diretta e, una volta ai microfoni, non si è nascosto dal dire che quello di oggi è stato il giorno peggiore della sua vita.
La gara di Power, invece, è stata semplicemente incolore ed è terminata con un 19° posto dopo un pit stop molto ritardato. L’unico che stava salvando la baracca Penske è Josef Newgarden, il quale era entrato in lizza per conquistare la sua terza vittoria consecutiva ad Indianapolis, ma il sogno si è spento per un problema di pressione del carburante ad una sessantina di giri dalla fine.
Se Palou ha brillato, gli altri due membri del team Ganassi non hanno sorriso affatto: Scott Dixon è stato l’ultimo dei classificati a tre giri di ritardo per via di un problema patito ad inizio gara, con un principio d’incendio al freno posteriore sinistro; Kyffin Simpson, invece, è stato coinvolto in un incidente con Sting Ray Robb e Kyle Larson in curva 2, col pilota Nascar che quindi non potrà completare il Double Duty con la Coca Cola 600 nemmeno quest’anno.
Male anche Robert Shwartzman: dopo la storica pole ottenuta, il russo-israeliano ha compromesso la sua gara centrando parte della sua crew durante una sosta ai box; fortunatamente, nessuno dei meccanici si è infortunato gravemente, ma la gara del #83 è terminata per il danno alla sospensione scaturito dal contatto col muretto. 12° Callum Ilott sulla Prema superstite.
Coi 58 punti ottenuti tra la gara di oggi e la qualifica svolta domenica scorsa, Palou è ora a quota 306 e con un margine spaventoso nei confronti di O’Ward, suo primo inseguitore ma a -115. Kirkwood scende al terzo posto con 126 punti di ritardo dal leader del campionato.
Tra appena sette giorni la IndyCar tornerà in azione e lo farà sul cittadino di Detroit, in Michigan. Sin da quando si è tornati sulle stradine in pieno centro città questa gara si è rivelata una delle più caotiche dell’intero calendario della Indy, segno di come i normali valori in campo potrebbero venire stravolti a favore di qualche outsider.
Qui i risultati della Indy500 2025 e la classifica piloti del campionato IndyCar.
Fonte immagine: indycar.com
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