Indycar | Indy 500: L’analisi dei passi gara in base alle prove del lunedì

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Tempo di lettura: 11 minuti
di Andrea Gardenal
24 Maggio 2018 - 22:10
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Terminata la ricerca della velocità pura in vista delle qualifiche, lunedì scorso si sono svolte tre ore e mezza di prove in cui i piloti sono tornati alla ricerca del miglior assetto in ottica gara, in particolare per quanto riguarda i long run. Nonostante il tempo a disposizione non sia stato molto, complice l’avvio posticipato del turno a causa della pioggia e l’incidente di Wickens, i piloti hanno percorso un buon numero di stint, utili a trarre alcune indicazioni in vista della 500 Miglia di Indianapolis di domenica prossima.

Per quest’analisi sono stati presi in considerazione stint lunghi almeno 7 giri: per ognuno sono state calcolate la medie e la deviazione standard, dopodiché il procedimento è stato ripetuto eliminando, all’interno di ogni stint, i giri troppo lenti, ovvero quelli il cui tempo di percorrenza eccede il valor medio per più del 150% della deviazione standard o che, in ogni caso, sia superiore a 42.5 secondi. In questa prima tabella inseriamo il numero massimo di giri compiuto da ogni pilota

Per prima cosa osserviamo che sono stati abbastanza pochi i piloti che hanno completato degli stint lunghi o molto lunghi: dei 33 partenti, solamente 10 hanno effettuato almeno 29 giri consecutivi, corrispondenti ad uno stint quasi completo; tra questi ci sono tre piloti del Team Penske (tutti ad eccezione di Pagenaud), Dixon, Bourdais, Kimball, Hildebrand, Rahal, Harvey e Jay Howard; proprio quest’ultimo è stato l’autore della sequenza più lunga, durata ben 33 giri (esclusi quelli di ingresso ed uscita).

Stupisce non leggere il nome di alcun pilota della Andretti Autosport all’interno dell’elenco precedente: la sequenza più lunga compiuta dalla compagine di Michael Andretti è stata effettuata da Carlos Muñoz, autore di 23 giri consecutivi; rimanendo all’interno dello stesso team, anche Marco Andretti e Wilson si sono mantenuti su limiti simili, con 20 e 22 giri percorsi. Rossi, Hunter-Reay e Veach si sono invece concentrati su una diversa tipologia di lavoro e non hanno percorso più di 15-16 giri consecutivi a testa.

I run più brevi sono stati compiuti da Davison, Leist, Kaiser e dalla Patrick, nessuno dei quali ha mai percorso più di 10 giri consecutivi; in questo elenco non consideriamo Wickens, che ha compiuto solamente tre giri prima di andare a muro nel rettilineo opposto a quello dei box. Andiamo ora a vedere nel dettaglio la lista completa dei run effettuati, la quale verrà poi divisa in tre parti corrispondenti ai run brevi (meno di 12 giri), medi (tra 12 e 23 giri) e lunghi (sopra ai 23 giri).Elenco completo degli stint

Elenco degli stint “brevi”

Non stupisce il fatto che la maggior parte dei run percorsi siano stati relativamente brevi e nemmeno che questi siano stati i più rapidi in assoluto, tanto che per trovarne uno al di sopra dei 10 giri bisogna scendere fino al nono posto complessivo. La sequenza più rapida è stata effettuata da Alexander Rossi, che ha percorso 7 giri (sugli 8 complessivi) con un tempo medio di 40.6082 secondi, corrispondenti a 221.630 mph di velocità.

Il pilota californiano ha ottenuto anche la terza sequenza più rapida, con 9 giri all’interno di uno stint da 10 percorsi col tempo medio di 40.6419 secondi a 221.446; entrambi questi run sono stati però caratterizzati da un’alta dispersione, pari rispettivamente a 47 e a 59 centesimi. Tra queste due sequenze compiute da Rossi se ne inserisce una di Bourdais, autore di 7 giri su 8 alla media di 40.6096 secondi; il pilota francese è stato anche molto costante, tanto che l’oscillazione nei suoi tempi rispetto alla media è pari a 2 decimi di secondo.

Interessante la prestazione di Kyle Kaiser, autore del quarto miglior run percorso con un tempo medio di 40.6823 secondi ed uno scarto medio inferiore ai tre decimi di secondo. Poco più lento di lui è stato Charlie Kimball, che ha effettuato sia il quinto che il sesto miglior run; in entrambi i casi i giri “validi” ai fini del calcolo sono stati sette, percorsi alla media di 40.6826 e 40.7432 secondi e con uno scarto rispettivamente di 2 e 3 decimi. Al settimo ed ottavo posto in questa classifica si inseriscono Marco Andretti e Scott Dixon, dopodiché troviamo nuovamente Charlie Kimball; Ed Carpenter chiude la top-10 avendo alle spalle, ancora una volta, la Carlin di Kimball, che ha evidentemente svolto un lavoro focalizzato sugli stint più brevi.

Dalle prime posizioni di questa classifica manca completamente il Team Penske, tanto che per trovare un suo pilota bisogna scendere fino al 20° posto occupato da Will Power: il riferimento dell’australiano non è particolarmente significativo, risultando di quasi sei decimi più lento della miglior sequenza registrata da Alexander Rossi. Oltre a Power anche Castroneves ha messo a segno alcuni short run, mentre Newgarden e Pagenaud si sono concentrati esclusivamente su simulazioni più lunghe.

Elenco degli stint “medi”

Andiamo ora a vedere i run composti da un numero di giri più consistente: il migliore di questi è stato compiuto, ancora una volta, da Alexander Rossi, che ha compiuto 13 giri (su 15) alla media di 40.8272 secondi con uno scarto di mezzo secondo, molto simile a quello riscontrato nei suoi due migliori short-run.

Ancora più interessante è la prestazione successiva, registrata da Zachary Claman DeMelo con 18 giri (su 20 consecutivi) alla media di 40.8308 secondi ed uno scarto medio inferiore ai tre decimi di secondo. La prestazione del pilota canadese non è però rimasta isolata: una volta completato questo stint, DeMelo ne ha immediatamente effettuato un secondo altrettanto interessante da 22 passaggi, di cui 20 “validi”; il tempo medio sul giro è stato leggermente superiore, pari a 40.9906 secondi, ma in compenso DeMelo è stato un pochino più costante; in questo caso lo scarto dalla media è stato di 23 centesimi di secondo. Difficilmente DeMelo avrà la possibilità di lottare per le posizioni più alte della classifica, ma sicuramente questi due run rappresentano delle valide credenziali per un pilota che può candidarsi ad un buon piazzamento nelle posizioni di rincalzo.

Restando nell’ambito dei run di media lunghezza Veach, Castroneves e Chaves ne hanno completato uno a testa migliore del secondo di DeMelo, pur percorrendo meno giri: il rookie del team Andretti ha completato 15 passaggi alla media di 40.9371 secondi, mentre l’esperto brasiliano ne ha effettuati 12 con un tempo medio di 40.9713 secondi; Chaves, infine, ha completato 10 passaggi da un gruppo di 12 col tempo medio di 40.9779 secondi. Per tutti e tre lo scarto rispetto al tempo medio è stato relativamente contenuto, inferiore ai quattro decimi di secondo.

L’ultimo pilota ad aver percorso la simulazione di uno stint di gara con un tempo medio inferiore ai 41 secondi è stato Ed Carpenter, che ha completato 19 giri con una media di 40.9929 secondi per giro; per contro il poleman è stato piuttosto incostante: dallo stint originale, di 23 tornate, è stato necessario scartarne 4 e ciononostante il suo divario rispetto al tempo medio è superiore al mezzo secondo. Tra gli altri top driver incontriamo Power al 12° posto con un tempo medio di 41.1281 secondi e Newgarden al 23° in virtù di uno stint da 41.3764 secondi di media; ancora più indietro troviamo una seconda sequenza compiuta da Power e l’unica della giornata effettuata da Pagenaud. Da questa lista manca Scott Dixon.

Elenco degli stint “lunghi”

Snoccioliamo infine quelli che forse sono i dati più interessanti, ovvero quelli relativi ai long-run. Come detto le sequenze lunghe di giri non sono state tantissime, ma sono comunque state sufficienti a ricavare qualche indicazione interessante. Lo stint lungo più significativo è stato sicuramente quello compiuto da Scott Dixon: dei 29 giri percorsi ne sono stati presi in considerazione ben 27, la cui media è stata di 41.0060 secondi; il neozelandese è stato significativamente più veloce rispetto ai suoi più diretti rivali mantenendo al tempo stesso una certa costanza di rendimento: lo scarto si aggira infatti sui 4 decimi, un valore fisiologicamente più alto rispetto a quelli visti in precedenza negli short run ma in linea con quelli messi in mostra dalle Penske.

Alle spalle di Dixon troviamo Will Power con un run da 26 giri “buoni” su 29: il suo tempo medio è di 41.1909 secondi, quasi due decimi al giro più lento nei confronti del pilota del team Ganassi. La prestazione di Power è stata globalmente simile ad un’altra, un po’ più breve, durata complessivamente 20 giri in cui il tempo medio è stato di 41.1281; in entrambi i casi lo scarto quadratico medio è stato di 46 centesimi.

Helio Castroneves ha realizzato il terzo miglior run replicando sostanzialmente i risultati ottenuti da Power: il suo tempo medio è di appena 11 millesimi più lento, mentre la deviazione standard è più ristretta di un centesimo di secondo.

Molto più staccati troviamo Sebastien Bourdais e Graham Rahal, autori di prestazioni molto simili sia in termini di media che di scarti: il francese ha girato alla media di 41.3627 secondi, l’americano in 41.3839 e per entrambi la “forbice” media è compresa tra i 35 e i 36 centesimi di secondo. Anche il numero di giri percorso dai due è stato simile, 30 per Bourdais e 31 per Rahal, ma dallo stint del francese sono sono stati scartati ben 6 giri per il calcolo della media contro i due soli di Rahal.

Il long run più consistente è stato quello di JR Hildebrand, che pur non essendo stato particolarmente rapido è riuscito a contenere in poco più di 2 decimi la deviazione standard dal tempo medio, pari a 41.5118 secondi. Anche Jay Howard ha mantenuto una certa costanza nel suo lungo run da 33 giri (29 “effettivi”), ma in compenso la media tenuta è stata ben più alta, a 41.8377 secondi per singolo giro.

La prestazione di Newgarden è stato complessivamente molto meno esaltante rispetto a quello dei suoi due compagni di squadra: la media è risultata più lenta di quasi mezzo secondo (41.6616 secondi), mentre l’oscillazione attorno ad essa è paragonabile a quella dei suoi due compagni di squadra.

Andiamo infine ad analizzare nel dettaglio i tre long run principali, ovvero quelli compiuti da Scott Dixon, Will Power ed Helio Castroneves. Dalla sequenza del pilota australiano sono stati tolti tre ulteriori giri che, pur rientrando all’interno dei limiti stabiliti in precedenza, risultavano essere ben più lenti rispetto al suo normale andamento.

In tutti e tre i casi, interpolando i punti con una parabola, si ottengono degli schemi simili, con gruppi di punti che si alternano ora sopra ed ora sotto alla curva; in particolare è interessante osservare che, all’inizio dello stint, sia Dixon che Castroneves si mantengano costantemente sotto alla parabola, mentre per Power i tempi in questo intervallo di tempo non sono significativi essendo costantemente sopra ai 42 secondi. Superata questa prima fase, verso l’8°-9° giro i tempi si alzano e i punti si spostano dalla parte opposta rispetto alla linea.

La situazione a questo punto si stabilizza e tutti e tre i piloti mettono a segno una serie di tornate molto veloci indicativamente tra il 12° e il 16°-17° passaggio, giri nei quali i punti si trovano abbondantemente sotto o, alla peggio, intorno alla parabola. La gomma perde ulteriormente prestazione poco prima del 20° giro, dove si osserva un ulteriore incremento nei tempi i quali, pur stabilizzandosi, vengono a trovarsi costantemente al di sopra della curva interpolante. Il serbatoio continua a scaricarsi mentre il consumo della gomma è ormai stabile e gli ultimi passaggi prima del rientro ai box segnano un continuo abbassamento dei tempi, che nelle 2-3 tornate conclusive tornano nuovamente nella parte bassa della figura.

Concludiamo mettendo a confronto i tre long run di Dixon, Power e Castroneves nello stesso grafico

Dall’analisi dei due long run, Dixon e Power hanno le potenzialità per darsi battaglia nel lungo periodo: il primo sembra essere leggermente avvantaggiato nei giri iniziali, il secondo nelle tornate conclusive prima della sosta ai box; a “viziare” quest’analisi, tuttavia, c’è la considerazione che è stato necessario “bruciare” buona parte dei giri iniziali dello stint di Power perché percorsi in più di 42 secondi, un tempo che, sulla base dei dati degli anni scorsi, è evidentemente troppo alto per poter essere considerato frutto semplicemente di una fluttuazione statistica. La curva che rappresenta il run di Castroneves, per contro, rimane sempre al di sopra di quelle che individuano i giri percorsi da Power e Dixon, il che significa che forse il brasiliano deve ancora limare qualcosina sul passo per essere a livello degli altri due.

Ricordiamo infine gli appuntamenti per i prossimi giorni: domani sarà il classico carburation day, durante il quale i piloti avranno un’ultima ora di prove per verificare la bontà degli ultimi aggiustamenti effettuati; al termine di queste prove scenderanno in pista le Indy Lights per la Freedom 100, l’appuntamento che oramai da 15 anni precede la Indy 500. Sabato i motori rimarranno spenti mentre domenica ci sarà finalmente l’appuntamento con la 500 Miglia di Indianapolis. In Italia la gara verrà trasmessa in diretta da Sky Sport 2 a partire dalle ore 18.

 

Immagine di copertina da https://twitter.com/TeamChevy

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