Indycar | Indy 500 2023, Qualifiche: Felix Rosenqvist passa alla Fast Six col miglior tempo

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
21 Maggio 2023 - 22:04
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Uscito per ultimo per il suo tentativo, Rosenqvist soffia il primato ad uno straordinario Santino Ferrucci e si conferma il favorito per la conquista della pole alla Indy 500. In Fast Six anche VeeKay, Palou, Dixon ed O’Ward.


Il primo dei tre turni di qualifiche previsti per questa domenica, l’ultima prima della settimana di avvicinamento alla 107a 500 Miglia di Indianapolis, ha visto una lotta tra una scatenata dozzina di piloti Indycar per il passaggio alla Fast Six, decisiva per l’assegnazione della pole per il più Grande Spettacolo Motoristico del 2023.

Ad aggiudicarsi il turno dei migliori dodici è stato, come già nel Day 1 ieri, Felix Rosenqvist. A bordo della sua Dallara-Chevrolet preparata a dovere dal team Arrow McLaren SP e vestita di una livrea celebrativa per ricordare la vittoria di Alain Prost nel Gran Premio di Monaco 1984, l’ex-pilota di Formula E è stato l’ultimo a completare il proprio run proprio in virtù del primato conquistato meno di ventiquattrore fa, registrando una media su quattro giri lanciati pari a 234,081 miglia orarie, o 376,71 chilometri all’ora se si preferisce usare il sistema metrico.

Lo stato di forma dello svedese per questo weekend, in vista della gara di domenica prossima, è fuori discussione, perciò non è stato così sorprendente vederlo in cima alla classifica. Sicuramente non quanto vedere il nome di Santino Ferrucci in seconda posizione sulla vettura #14 di A.J. Foyt Racing: l’italo-americano ha compiuto un mezzo miracolo completando il proprio run a 233,911 mph, mantenendo a lungo la testa del turno fino al quarto passaggio sul traguardo di Felix.

Ad accedere alla Fast Six di questa notte, oltre a Ferrucci e Rosenqvist, sarà Rinus VeeKay, a bordo dell’unica vettura di Ed Carpenter superstite dopo la tagliola dei primi dodici avvenuta ieri. La domenica di van Kalmthout non è stata affatto facile, a cominciare da un problema al motore Chevy avvenuto durante la settima prova libera e che ha rischiato di estromettere l’olandese ancor prima di cominciare. Le riparazioni da parte dei motoristi e dei meccanici hanno però funzionato e i quattro giri del “Rinoceronte” completati a 233,801 mph di media ne sono la prova.

Saranno due le vetture di Chip Ganassi a combattere per la pole, ovvero Álex Palou e Scott Dixon. Per ragioni diverse, i due piloti sono una certezza di questo campionato e se lo spagnolo ha come obiettivo quello di conquistare la prima partenza al palo assoluta alla Indy 500 (oltre che consolidare il proprio ruolo di capoclassifica), per il neozelandese c’è invece nel mirino la terza consecutiva, per quello che sarebbe un primato assoluto nella storia della gara dell’Indiana. Se dovesse mettersi davanti a tutti nel turno di qualifica finale, il #9 eguaglierebbe anche il record di sei pole di Rick Mears, conquistate tra il 1979 ed il 1991.

Arrow McLaren risponde alla minaccia Ganassi portando nei primi sei anche Patricio O’Ward, un risultato utile non solo in vista dell’ultima sessione che avverrà tra qualche ora, ma anche in ottica iridata per mantenere le distanze ridotte da Palou ed allungare ulteriormente sugli avversari alle sue spalle, visto il bottino di punti che le prove possono assegnare. Il vincitore dell’edizione 2022, Marcus Ericsson, ad esempio, scatterà decimo e sarà già costretto a cedere altro terreno al compagno di squadra e al messicano.

Chi ha patito un’eliminazione ed una delusione ancora più cocenti è sicuramente Alexander Rossi, il quale partirà settimo ed ha parecchio da recriminare per una sequenza di quattro giri rovinata da un ultimo passaggio sotto le 232 mph, problematica anche per via di una poca stabilità al posteriore. Lo stesso problema ha afflitto anche Tony Kanaan, nono sullo schieramento del 28 maggio sulla quarta Arrow McLaren.

In mezzo alle due vetture del team arancio-nero scatterà Takuma Satō per il team Ganassi, il quale punterà alla terza vittoria della Indy dalla terza fila. Il risultato raccolto dal giapponese è comunque sorprendente, vista la veneranda età di quarantasei anni e la forte concorrenza con cui ha a che fare, sia interna al team che fuori.

La quarta fila, l’ultima decisa da questa sessione di dodici piloti, vedrà il già citato Ericsson affiancato da Benjamin Pedersen (A.J. Foyt Enterprises) e Will Power (Team Penske). Il danese sulla vettura #55 può anche essere visto come la delusione di questo turno dopo quanto fatto vedere nell’ultima libera svolta (con un giro su una media di 235 mph senza l’uso della scia), ma sarà comunque il rookie meglio piazzato sullo schieramento; il campione in carica, invece, ha cercato invano di tenere alta la bandiera di Roger Penske in un weekend a dir poco complicato per la squadra di riferimento della Indycar.

Questi sono i risultati della Top 12. A momenti inizierà la Last Chance Qualifying per vedere chi si salverà dall’esclusione della griglia.

Fonte immagine: indycar.com

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