Indycar | Indy 500 2020, Pigot (Rahal-Letterman): “Ricordo tutto dell’incidente”

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Gardenal
25 Agosto 2020 - 13:00

Seguono le dichiarazioni di Spencer Pigot al termine della Indy 500 2020

Fonte delle dichiarazioni: motorsport.com

SPENCER PIGOT (P25, #45 Hy-Vee / Embrace Pittsburgh Honda): “È sicuramente una bella esperienza tornare con il team Rahal-Letterman-Lanigan e la partnership con Citrone/Buhl è stata una grande opportunità. Nel Gran Premio [di Indianapolis] stavamo andando bene, ma non siamo arrivati alla fine; poi nelle prove libere e nelle qualifiche per la Indy 500 tutto è andato liscio. Ho compiuto dei buoni progressi e ho trovato la giusta velocità abbastanza velocemente, considerando che è sempre difficile quando non si guida su un ovale per così tanto tempo.

La gara stava andando bene. Il nostro primo stint è stato buono, ma quando è arrivato il momento del primo ciclo di soste qualcuno è rimasto fuori e noi siamo finiti ancora più indietro, a fondo gruppo. La macchina è diventata sovrasterzante, sempre più difficile da guidare. In alcuni momenti della gara eravamo competitivi, ma in altri la situazione era davvero difficile.

Complessivamente possiamo portare via alcune cose positive da queste due gare e sinceramente spero che alla fine ne disputeremo qualcuna in più. L’incidente è stato una sfortuna per tutte le persone della squadra, ma possiamo comunque dire di aver dato il massimo.

Nell’ultimo stint stavo riprendendo il controllo della macchina e avevo delle belle sensazioni. Avevo superato JR [Hildebrand] e stavo cercando di doppiare Sage [Karam], in modo da potermi poi avvicinare a Will [Power]. È successo tutto molto velocemente: sono andato in sovrasterzo in Curva 4 e quando ho colpito il muro esterno ricordo di aver pensato ‘Spero di non colpire il muro all’ingresso dei box’. Poi, mentre stavo scivolando lungo la pista, ho guardato a destra per vedere dove stavo andando. Quando l’ho visto ho pensato ‘Oh *****!’ Dritto contro la barriera.

I soccorritori mi hanno detto che per qualche secondo sono svenuto, ma poi mi sono risvegliato e stavo bene. Ricordo tutto dell’incidente. Sicuramente [con l’aeroscreen] ho ricevuto una protezione maggiore di quella che avrei avuto lo scorso anno. Non ho ancora visto le foto della macchina o la macchina stessa, per vedere in che condizioni era l’aeroscreen, ma sono sicuro che sia stato fondamentale per proteggermi. Se avessimo avuto solo l’Halo, penso che avrei potuto essere colpito da qualche pezzo.

Per qualche ora dopo l’incidente avevo dei segni rossi sui fianchi, ma ora non ci sono più. Il Dr. Trammell ha guardato il mio sedile e mi ha detto che è stato costruito molto bene: è stato modellato molto bene attorno al mio corpo e mi ha protetto. In ospedale mi hanno fatto alcuni test, ho dovuto attendere un po’ per ottenere i risultati, ma alla fine sono stati contenti di potermi dimettere.

Non so quali siano le possibilità di fare qualche altra gara quest’anno. Spero di aver la possibilità di discuterne ora che la Indy 500 è finita. Mancano ancora alcune gare e i double header possono risultare interessanti per noi. Chi lo sa? Potrebbero essere aggiunte una o due gare, il calendario è ancora in evoluzione. Mi piace pensare di essere la prima persona che la squadra chiamerà se riuscisse a schierare una terza macchina per quest’anno, ma anche per l’anno prossimo.

Immagine di copertina: Indycar Media Site

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