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IndyCar | Harvest GP 2020: Power vince Gara-2, Dixon limita i danni

di Andrea Gardenal
Pubblicato il 4 Ottobre 2020 - 22:23
Tempo di lettura: 5 minuti
ARTICOLO DI ARCHIVIO
IndyCar | Harvest GP 2020: Power vince Gara-2, Dixon limita i danni
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Newgarden non affonda il colpo decisivo: ora ha 32 punti di ritardo da Dixon

Nella NTT Indycar Series non capita spesso che un pilota rimanga al comando di una gara ininterrottamente dal primo all’ultimo giro: una competizione molto aperta per sua natura, l’uso intensivo delle caution e le strategie ai box fanno sì che spesso ci sia un ricambio al vertice anche in presenza di gare dominate. Gara-2 dell’Harvest GP non è stata nulla del genere: dopo aver conquistato la pole position, Will Power ha preso subito il comando della gara e non l’ha più mollata fino alla bandiera a scacchi, nemmeno in occasione dei rifornimenti.

Il campione 2014 della NTT IndyCar Series ha conquistato così il suo secondo successo stagionale dopo quello in Gara-1 a Mid-Ohio, il quarto in assoluto sul circuito stradale di Indianapolis dopo quelli ottenuti nei GP di Indianapolis del 2015, 2017 e 2018.

A prescindere dalla statistica citata in precedenza, Power non ha affatto avuto vita facile: se nei primi due terzi di gara è riuscito a gestire abbastanza agevolmente la propria leadership, nell’ultimo stint ha dovuto difendersi con le unghie e con i denti dagli assalti di Colton Herta, il più veloce di tutti nella fase finale di gara.

Grazie ad un assetto aerodinamico particolarmente scarico (mutuato da Gara-1) e ad una sapiente gestione del push to pass, Power è riuscito a tenere sotto controllo il proprio avversario senza dargli l’occasione di attaccarlo.

Alle spalle dei primi due troviamo Alexander Rossi, al suo quarto podio consecutivo: dopo un pessimo inizio di stagione, il californiano e il suo team sembrano finalmente aver trovato il ritmo giusto per occupare con costanza le prime posizioni. Il terzo posto di Gara-2 gli ha inoltre permesso di salire tra i primi 10 in campionato per la prima volta da inizio stagione.

Il principale motivo di interesse era tuttavia rivolto alla lotta per il campionato e, come accaduto nelle precedenti quattro gare, Josef Newgarden è riuscito ancora una volta a ridurre il proprio svantaggio. Partito nono, il pilota del Team Penske non è stato protagonista di una partenza particolarmente felice, ma fin dai primi giri ha sfruttato al meglio le gomme morbide recuperando posizioni su posizioni raggiungendo il quinto posto ancor prima del primo rifornimento.

Da quel momento, tuttavia, gli è mancato il guizzo necessario per andare a prendere i primi: nel secondo stint di gara ha seguito Pato O’Ward senza mai attaccarlo, riuscendo ad avere la meglio nei confronti del pilota messicano solo con il gioco delle soste. La gara di Newgarden è virtualmente finita in quel momento, visto che nell’ultima parte di gara non ha avuto il passo necessario per raggiungere e superare Rossi.

La gara di Newgarden di ieri è sembrata più una scalfittura alla leadership di Dixon che un vero e proprio attacco: nonostante una monoposto ancora non all’altezza dopo Gara-1, il pilota neozelandese ha infatti limitato i danni chiudendo la gara in ottava posizione e perdendo solo otto punti nei confronti del rivale del Team Penske.

Oltre che con le croniche difficoltà di far funzionare le gomme dure, Dixon ha dovuto fare i conti anche con un fondo piatto rimasto danneggiato dopo un contatto con Hunter-Reay nelle prime fasi di gara. Nonostante il rendimento non esaltante nelle ultime gare, il pilota del team Ganassi arriverà a St.Petersburg ancora con i favori del pronostico.

Per quanto riguarda gli altri piloti classificati nelle prime posizioni, Pato O’Ward ha riscattato una terribile Gara-1 con un ottimo quinto posto in Gara-2 anche se questo risultato non è bastato per fargli mantenere il quarto posto in campionato.

Sesto e settimo posto per Jack Harvey (al suo miglior piazzamento stagionale) e per Graham Rahal, che hanno sostanzialmente ripetuto la buona gara di venerdì. Alle spalle di Dixon troviamo Alex Palou, che forse sperava in un risultato migliore dopo essere partito dalla seconda fila ma che è comunque stato il miglior rookie in pista.

Decimo posto per un deludente Pagenaud, che continua a trascinarsi dietro da inizio anno delle enormi difficoltà in qualifica, in particolare sui circuiti stradali. Il francese è stato il pilota che ha recuperato più posizioni rispetto alla griglia di partenza, ben 9, ma risultati del genere hanno ben poco valore quando si corre per il team più forte dello schieramento.

Per quanto riguarda gli altri piloti impegnati ad Indianapolis, Rinus VeeKay non è riuscito a bissare Gara-1 e ha terminato la corsa di sabato solamente in 17esima posizione dopo essere partito dalla settima fila.

Proprio davanti al pilota olandese è arrivato Ryan Hunter-Reay, che essersi toccato con Dixon è passato dalle due alle tre soste, peraltro con poco successo; sorte analoga è toccata a Helio Castroneves, solamente 21° al traguardo.

Tutti i 25 piloti partiti sono giunti al traguardo; tra questi, solo sei sono stati doppiati, con Dalton Kellett che ha chiuso la gara con due giri di ritardo da Will Power.

Il bilancio dell’Harvest GP si chiude inoltre con zero interventi della pace car in due giorni di gara.

Per quanto riguarda il discorso campionato, a Scott Dixon basterà conquistare un ottavo posto sul circuito cittadino di St.Petersburg per aggiudicarsi il suo sesto titolo nella NTT IndyCar Series indipendentemente dal risultato di Newgarden; il compito che lo aspetta sarebbe quindi in linea con i risultati delle ultime gare, anche se le strade della città della Florida hanno già dimostrato in passato di produrre gare dall’esito imprevedibile.

Newgarden, dal canto suo, è obbligato a vincere per avere una chance di conquistare il campionato: con un suo secondo posto, infatti, a Dixon basterebbe arrivare 17° sotto la bandiera a scacchi per conquistare il titolo.

Il verdetto definitivo su questa stagione sarà scritto fra tre settimane, il 25 ottobre, sul circuito di St.Petersburg.

Immagine di copertina da IndyCar Media/James Black


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