IndyCar | Harvest GP 2020: La cronaca e le classifiche di Gara-2

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Andrea Gardenal
5 Ottobre 2020 - 10:30
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A seguire il resoconto e le classifiche di Gara-2 dell’Harvest GP 2020, vinta da Will Power davanti a Colton Herta e Alexander Rossi.

La cronaca

Gara-2 dell’Harvest GP da Indianapolis parte con Will Power in pole position e Colton Herta al suo fianco, seguiti da Rossi e Palou; Newgarden e Dixon prendono il via dalla quinta e dall’ottava fila.

Il poleman prende immediatamente il largo davanti a Herta, che deve tirare la staccata bloccando la anteriore sinistra per difendersi da Rossi. Newgarden non parte particolarmente bene e viene sfilato prima da Rahal e poi, alla staccata di Curva 7, da Andretti; Dixon, per contro, scatta bene e si porta in dodicesima posizione, giusto alle spalle del proprio rivale per il campionato.

Al termine del primo giro Power è in testa davanti a Herta, Rossi, O’Ward, Palou e Ferrucci; Newgarden e Dixon sono 11° e 12° alle spalle di Marco Andretti.

La rimonta di Newgarden (su gomme morbide) inizia già al terzo giro quando in Curva 12 si libera di Hunter-Reay, che a sua volta poche curve prima era stato passato da Marco Andretti. Pochi secondi dopo Harvey scavalca Rahal alla staccata di Curva 1 riprendendosi la settima posizione.

Newgarden sale in nona posizione all’inizio del sesto giro, liberandosi di Marco Andretti alla prima staccata in fondo ai box.

Settimo giro: Dixon attacca Hunter-Reay all’esterno della staccata di Curva 7, il pilota del team Andretti non molla e le due monoposto entrano in contatto. La #28 esce indenne dalla collisione, mentre sul fondo piatto della #9 compare un buco. Entrambi riescono a proseguire, anche se Hunter-Reay nel giro di poche curve viene superato prima da Rosenqvist e poi da Hinchcliffe e al termine del Giro 9 decide di fermarsi ai box per una sosta.

Newgarden, nel frattempo, prosegue con la sua rimonta e tra il 10° e il 12° giro guadagna due posizioni ai danni di Rahal e di Ferrucci. Al contrario Dixon, probabilmente anche per aver scelto di usare gomme dure, non riesce a tenere il ritmo di chi gli sta davanti e dopo 13 giri ha già oltre 15 secondi di svantaggio su Power.

I primi quattro mantengono le rispettive posizioni creando un piccolo buco di un paio di secondi nei confronti degli inseguitori, mentre Newgarden riduce piano piano il gap che lo separa da Palou e da Harvey. Tra il 20° e il 21° giro il pilota del Team Penske supera entrambi, risalendo così in quinta posizione. Al 22° passaggio Palou viene a sua volta superato da Harvey, che risale così al sesto posto.

Con una gara da 75 giri e una finestra per il pieno di carburante che non va oltre i 25/26 giri, non ci si può inventare molto dal punto di vista strategico: il primo a rientrare per il rifornimento è Harvey, che si ferma al termine del Giro 24.

Al termine del 25° giro la pit lane per via del rientro ai bxo di tutti i piloti tra la terza e la decima posizione, compresi Newgarden e Dixon; quest’ultimo all’inizio dello stesso giro aveva guadagnato il decimo posto ai danni di Andretti.

I primi due aspettano un’ulteriore tornata per fermarsi, probabilmente anche per evitare la confusione ai box. Power torna in pista tranquillamente in prima posizione, anche grazie al fatto di aver accumulato oltre cinque secondi di vantaggio nei confronti degli inseguitori nei giri conclusivi del primo stint.

Herta torna in pista subito davanti a Rossi, che però alla staccata di Curva 7 approfitta delle gomme calde per scavalcare il proprio compagno di squadra. Newgarden mantiene la quinta posizione alle spalle di O’Ward mentre Dixon è solo 14°, alle spalle di Felix Rosenqvist (che l’ha superato avendo scelto di fermarsi un giro dopo di lui) e di altri tre piloti sulla strategia delle tre soste.

Proprio uno di questi ultimi, Kimball, attacca Rosenqvist all’esterno di Curva 7 nel corso del 27° giro; lo svedese non molla ed entrambi finiscono larghi nella via di fuga, perdendo alcune posizioni a vantaggio, tra gli altri, di Dixon, che sale quindi in 12esima posizione. A centro gruppo la lotta non manca: Ericsson finisce a sua volta largo in Curva 7 perdendo tre posizioni, mentre Daly supera Bourdais all’interno di Curva 10 per prendersi il 20esimo posto.

Dal punto di vista del campionato, il secondo stint di gara assume fattezze speculari al primo: stavolta è Newgarden che non riesce a progredire più di tanto con le gomme dure, nonostante si trovi nelle stesse condizioni di chi gli sta davanti. Dixon, al contrario, vola: supera prima Ferrucci (Giro 30) e poi Palou (Giro 36) e grazie al rientro ai box di Castroneves e Hunter-Reay (entrambi sulle tre soste) risale all’ottavo posto.

Per il resto, la seconda parte di gara non regala particolari emozioni: Power continua a guidare la gara con circa 5 secondi di vantaggio su Rossi, seguito a sua volta da Colton Herta che però non riesce ad avvicinarsi a sufficienza per attaccarlo.

O’Ward per qualche giro riesce a tenere il ritmo dei due piloti del Team Andretti, ma nella seconda parte dello stint si allontana inesorabilmente scivolando ad oltre 10 secondi dalla vetta. Newgarden, dal canto suo, ha il passo del messicano ma non riesce mai a scendere al di sotto del secondo di distacco, favorendo tra l’altro il riavvicinamento di Harvey, Rahal e Dixon; questi ultimi due sono gli unici nel gruppo di testa ad avere le gomme morbide, ma non riescono a fare una netta differenza nei confronti degli altri dal punto di vista dei tempi sul giro.

Anche per il secondo e ultimo giro di soste gli strateghi hanno ben poco spazio per la fantasia. La classifica prima dei pit stop vede Power ancora al comando, anche se il suo vantaggio su Rossi si è ridotto a meno di tre secondi per via della presenza di alcuni doppiati; Herta non ha tenuto il passo del compagno di squadra ed è scivolato a sette secondi dalla vetta. O’Ward e Newgarden sono quarto e quinto a 14.5 e 15.5 secondi davanti a Harvey (+18 secondi), Rahal (+20.5) e Dixon (+22).

Tra il Giro 50 e il Giro 51 si fermano praticamente tutti i piloti di testa: i primi a fermarsi sono Newgarden, Harvey e Rahal, mentre alla tornata successiva rientrano Power, Rossi, Herta, O’Ward, Dixon e Palou. L’unico avvicendamento di posizioni che si verifica durante i pit stop è rilevante dal punto di vista del campionato: Newgarden fa un ottimo out lap con le gomme morbide usate e, non appena O’Ward esce dai box, lo supera alla staccata di Curva 7 non senza incontrare resistenza da parte del pilota messicano.

Nel corso del Giro 55, a posizioni stabilizzate, Power è sempre in testa alla gara con poco meno di tre secondi di vantaggio su Rossi, che tra i piloti di testa è l’unico ad aver scelto gomme dure per il suo ultimo stint di gara. Herta è terzo a 7 secondi dalla vetta, Newgarden è quarto ad oltre 13 secondi da Power mentre Dixon è sempre ottavo a 20 secondi.

Al 57° giro Power si trova a dover affrontare la minaccia di… Marco Andretti, che dopo essere stato doppiato prova immediatamente a sdoppiarsi facendogli perdere del tempo. Il pilota del Team Penske si libera di lui facendolo finire con due ruote sull’erba, ma l’azione di Andretti ha permesso a Rossi di ridurre il proprio svantaggio ad un secondo e mezzo. Il più veloce in pista è però Colton Herta, il cui ritardo da Power è passato in poche tornate da 7 a 4 secondi.

Il riavvicinamento tra i primi è inesorabile: sul traguardo del Giro 62 c’è un secondo tra Power e Rossi, che a sua volta ha 8 decimi di vantaggio su Herta. Newgarden è quarto a 12 secondi, è leggermente più veloce di Power ma decisamente non abbastanza per poter rappresentare un pericolo per i primi tre.

Al Giro 65 Herta rompe gli indugi, prende la scia di Rossi per l’intera lunghezza del rettilineo principale e lo affianca all’interno della staccata di Curva 1, restituendo al proprio compagno di squadra la manovra subita dopo la prima sosta. Herta si mette alla caccia di Power e in un solo giro porta sotto al secondo il suo svantaggio, mentre Rossi inizia a perdere terreno e soprattutto aderenza sui propri pneumatici.

Nulla cambia nelle posizioni retrostanti visto che Newgarden, O’Ward, Harvey, Rahal e Dixon continuano ad essere separati uno dall’altro da 1/2 secondi.

Gli ultimi 8 giri di gara seguono tutti un andamento molto simile: Herta tallona Power sul tratto misto, passa costantemente sul traguardo con 6/8 decimi di ritardo dall’australiano, ma in rettilineo la monoposto #12 è un missile tanto che Herta non riesce ad avvicinarsi a lui neanche grazie all’effetto della scia. Una situazione simile si verifica anche nella lotta per il quarto posto, con O’Ward che pressa Newgarden senza però mai avere lo spunto in rettilineo per passarlo.

L’ultimo brivido della gara lo regala Conor Daly, che all’inizio del 72° giro rischia di farsi tamponare da Colton Herta; i due non si capiscono, Daly prima si sposta leggermente verso l’interno e poi tutto all’esterno di Curva 1 per agevolare il doppiaggio; Herta nel frattempo si era già spostato nella corsia esterna e solamente all’ultimo riesce a scartare verso l’interno evitando la collisione.

Dopo 75 giri è Will Power a transitare per primo sul traguardo con 9 decimi di vantaggio su Herta, 6 secondi su Rossi, 9.5 secondi su Newgarden e 10 su O’Ward. Harvey conquista il sesto posto precedendo Rahal in volata, mentre Dixon è solo ottavo a 20.5 secondi. Palou e Pagenaud completano la Top-10.

Le classifiche

Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Jones

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