IndyCar | Harvest GP 2020: La cronaca e le classifiche di Gara-1

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Andrea Gardenal
3 Ottobre 2020 - 09:27
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A seguire il resoconto e le classifiche di Gara-1 dell’Harvest GP 2020 che ha visto il terzo successo stagionale di Josef Newgarden.

La cronaca

Lo schieramento di partenza acquisito dalle prove vede Rinus VeeKay in pole position con Josef Newgarden al suo fianco, ma alla prima curva è Herta a transitare al comando davanti a VeeKay, Newgarden e Power. Dixon non è autore di una partenza particolarmente felice e perde una posizione.

Già al termine del giro VeeKay (gomme morbide) è in scia a Herta (gomme dure), ma il sorpasso alla prima staccata non riesce. I due si danno battaglia più di mezzo giro: VeeKay ci riprova prima in Curva 4  e infine in Curva 7, ma il sorpasso non viene completato finché non si arriva alla chicane 8-9.

VeeKay ha il passo giusto per allungare e al 5° giro si trova al comando con 2 secondi su Herta e 2.5 su Newgarden; Power è a 5.5 secondi mentre Rossi è a 7 dopo aver scavalcato Andretti; quest’ultimo, sesto, è tallonato da Rosenqvist, che nel corso del sesto giro lo passa alla chicane 8-9. Dixon, partito su gomme dure, viene scavalcato da Ferrucci (sulle soft) e torna in 13esima posizione, dopo averne recuperata una nei giri precedenti a causa di un errore di Chilton.

A centro gruppo si accende l’azione: al termine del 5° giro Rahal va in testacoda all’uscita di Curva 10, mentre all’inizio del 9° Ferrucci prova un attacco su Hunter-Reay all’esterno di Curva 1; il pilota del team Andretti resiste e nella successiva controcurva verso sinistra i due piloti entrano in contatto, con Hunter-Reay che finisce in testacoda e con Ferrucci che è costretto ad allargare. Grazie a questi errori, Dixon risale in decima posizione.

La situazione si calma fino al 12° giro, quando Rossi rientra per primo ai box per passare dalle gomme dure alle morbide; un giro dopo si ferma anche Herta, secondo in classifica, seguito da Harvey e O’Ward che occupavano la settima e l’ottava posizione. Uscendo dai box, il messicano commette un’infrazione (‘Improper Pit Exit’) a causa della quale è costretto a scontare un drive through che lo spedisce in fondo alla classifica.

Al 14° giro si ferma Scott Dixon, mentre al 17° tocca al leader VeeKay fermarsi per la sua prima sosta; l’olandese torna in pista davanti a Herta, ma questa volta la situazione gomme è invertita: Herta, con le morbide, non ci mette molto a riavvicinarsi a VeeKay, che ha invece le gomme dure.

Al 20° giro va in scena il remake della lotta di inizio gara: Herta attacca VeeKay in Curva 1, l’olandese resiste per una buona metà del giro finché, alla staccata di Curva 7, il pilota del team Andretti non riesce a completare la manovra.

Tutto questo non fa altro che favorire Newgarden, che al termine del 21° giro rientra ai box tornando in pista davanti a Herta; quest’ultimo però, con le gomme soft, è molto più veloce del leader della gara e all’inizio del 24° giro affonda la staccata in Curva 1 che gli permette di passare in testa.

Nel frattempo Will Power, che era rientrato ai box assieme a Newgarden, scivola in settima posizione a causa della lenta sostituzione delle gomme anteriori.

L’australiano si trova davanti a sé Scott Dixon, che grazie ad una sosta molto rapida e a dei giri veloci ad inizio stint con le soft nuove è riuscito a risalire fino al sesto posto. Al 28° giro il neozelandese recupera un’ulteriore posizione grazie all’ordine di scuderia in Casa Ganassi: Rosenqvist si fa da parte per permettere al suo caposquadra di tirare fuori il massimo dalle gomme morbide nuove.

Al 30° giro la gara è ancora apertissima: Colton Herta è al comando con 2.5 secondi su Newgarden, 6.5 su VeeKay, 8.5 su Rossi e 15 su Dixon, che dal canto suo al termine del primo stint aveva oltre 20 secondi di svantaggio dal leader.

Nel secondo stint di gara non si vede molta altra azione, perlomeno nelle prime posizioni; va tuttavia segnalata la buona rimonta di Graham Rahal, che dopo essere tornato in pista in tredicesima posizione risale rapidamente fino alla decima.

Per i piloti di testa il secondo round di soste inizia al 37° passaggio e il primo a fermarsi è proprio Colton Herta, che riparte su gomme soft usate; oltre a lui si ferma anche Rossi.

Un giro dopo rientrano VeeKay e Dixon; quest’ultimo torna in pista con le gomme dure davanti a Rossi, che però nel giro di uscita dai box riesce a riprendersi la posizione; nel fare questo, tuttavia, il pilota della #27 va oltre i limiti della pista e i commissari lo obbligano a restituire la posizione a Dixon.

Tra i piloti di testa, gli ultimi a fermarsi per la seconda sosta sono Power (Giro 39), Rosenqvist (Giro 41) e Newgarden (Giro 43). La classifica vede quindi Herta nuovamente al comando davanti a Newgarden, VeeKay e Rosenqvist, che precede sia Rossi che Dixon a causa delle loro scaramucce in pista.

Al Giro 44 Rossi cede la posizione a Dixon nel rettilineo di fronte ai box, ma alla successiva staccata di Curva 1 prova nuovamente il sorpasso, senza peraltro riuscirci. Dixon spiattella in frenata entrambe le gomme anteriori e al termine di quello stesso giro va in sovrasterzo all’uscita di Curva 13, permettendo sia a Rossi che a Power di attaccarlo nel successivo rettilineo. Tra i tre chi si avvantaggia maggiormente della situazione è proprio l’australiano, che imbocca la prima chicane in quinta posizione davanti a Rossi e Dixon.

Il neozelandese, evidentemente per nulla a suo agio con le gomme dure, continua a perdere terreno e al Giro 53 viene superato anche da Graham Rahal, che risale così al settimo posto.

Anche il leader Herta, dal canto suo, ha grossi problemi di pneumatici e, nel corso del Giro 56, il suo vantaggio su Newgarden è oramai inferiore al secondo. VeeKay, terzo, segue staccato a 14 secondi mentre Rosenqvist è a più di 20.

Al Giro 60 Herta commette un errore, arriva lungo alla staccata della prima chicane e permette a Newgarden di passare in testa alla gara; al termine del giro, la monoposto #88 si ferma ai box.

Al contrario di quanto fatto in precedenza, stavolta Newgarden si ferma immediatamente ai box per non correre il rischio di un eventuale bandiera gialla e imbocca la pit lane al termine del Giro 61; con lui si fermano anche VeeKay e Dixon, mentre Power e Rossi si fermano dopo un’ulteriore tornata.

Al Giro 63 si ferma Rosenqvist, che al rientro in pista occupa la terza posizione virtuale davanti a Power e a VeeKay, scivolato dal terzo al quinto posto.

L’ultimo a rientrare ai box per il rifornimento è Rahal, che si ferma al Giro 66 e che riesce a ripartire davanti a VeeKay e Rossi; entrambi però hanno già le gomme in temperatura ed entro la fine del giro riescono a sfilare senza troppi problemi la monoposto #15.

Dopo l’ultima sosta, la classifica vede Newgarden saldamente al comando davanti a Herta, Rosenqvist, Power, VeeKay, Rossi, Rahal e Dixon, che mantiene la sua ottava posizione.

Al Giro 69 le carte in tavola cambiano nuovamente: Power va in sovrasterzo all’uscita dell’ultima curva, fa il pelo al muro con la ruota posteriore sinistra ma riesce ad evitare il contatto con le barriere. Per questo motivo, Power deve alzare il piede favorendo il passaggio sia di VeeKay che di Rossi; il californiano approfitta della situazione per superare a sua volta VeeKay e risalire in quarta posizione.

La gara riserva continui colpi di scena: Herta non riesce a trovare il giusto ritmo di gara in questo stint finale e ben presto viene raggiunto da Rosenqvist; al Giro 74 lo svedese prova un attacco in Curva 7 ma viene respinto, mentre alle loro spalle inizia a farsi sotto Rossi.

Anche Dixon è in rimonta con il suo set di soft usate e al Giro 77 guadagna la settima posizione scavalcando Rahal e mettendosi in coda a Power.

Tra il Giro 79 e il Giro 80 Rossi supera sia Rosenqvist che Herta, guadagnando così la seconda posizione che manterrà fino alla bandiera a scacchi.

Sia Herta che Rosenqvist hanno problemi di gomme e devono alzare il piede: al Giro 80 VeeKay liquida Rosenqvist, superandolo in accelerazione all’uscita di Curva 10; due giri dopo l’olandese attacca Herta all’interno di Curva 12 e lo passa, guadagnando così l’ultimo gradino del podio. Durante queste fasi concitate, Marco Andretti si ritira a causa di un principio di incendio mentre si trovava in P12.

L’ultimo brivido di questa gara ricchissima di colpi di scena arriva al penultimo giro quando Dixon, in evidente crisi con le sue gomme soft usate, arriva lungo alla staccata di Curva 7 e compie una breve escursione sull’erba favorendo il passaggio di Rahal e di Harvey.

Dopo 85 giri, Newgarden taglia per primo il traguardo con 14 secondi di vantaggio su Rossi, 15 su VeeKay, 17 su Herta e 18 su Rosenqvist; Power è sesto davanti a Rahal, Harvey, Dixon ed Ericsson.

Le classifiche

Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Owens

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