Settembre 1916: mentre in Europa infuria la prima guerra mondiale, gli Stati Uniti mantengono una relativa distanza dal conflitto tanto che, da un punto di vista agonistico, le competizioni motoristiche organizzate dalla AAA (American Automobile Association) si svolgono regolarmente.
In quello stesso anno, per la prima volta la AAA non si limita a fare da sanctioning body ad una serie di gare sparse in giro per gli States, ma organizza un vero e proprio campionato che, almeno nella sua prima parte, viene letteralmente dominato… dagli Italiani. Ralph DePalma (nato ‘Raffale’ a Biccari, Foggia) e Dario Resta (inglese d’adozione, ma faentino di nascita) si spartiscono cinque delle prime sei gare in programma; Resta si aggiudica anche il gioiello della corona, la 500 Miglia di Indianapolis, che DePalma aveva conquistato l’anno prima.
Proprio ad Indianapolis, in quel settembre 1916, va in scena l’Harvest Auto Racing Classic, una manifestazione composta da tre gare dalla lunghezza di 20, 50 e 100 Miglia, anche se solo quest’ultima è valida per il campionato organizzato dalla AAA. L’evento viene dominato da Johnny Aitken che vince tutte e tre le gare, mentre per i due nativi italiani le cose vanno decisamente male: DePalma rimedia solamente un sesto posto nella gara più breve e un ottavo in quella principale, mentre Resta non si presenta affatto ad Indianapolis dopo aver rotto il motore della sua Peugeot cinque giorni prima nel corso di una gara a Cincinnati.
Nessuno lo può ancora sapere, ma l’Harvest Auto Racing Classic del 1916 è destinato a rimanere un unicum nella storia dell’Indianapolis Motor Speedway per quasi 80 anni: si tratta infatti dell’unica competizione ufficiale svoltasi all’Indianapolis Motor Speedway al di fuori del mese di maggio tra il 1911 (anno della prima Indianapolis 500) al 1994 (anno dell’edizione inaugurale della Brickyard 400).
Ottobre 2020: nella fase finale di una delle stagioni più difficili di sempre a causa dell’epidemia di Sars-CoV-2, la NTT IndyCar Series è pronta a rinverdire i fasti di 104 anni fa dando vita all’Harvest GP, quinto e ultimo double header di questo travagliato campionato con due gare in programma per il 2 e il 3 ottobre sul circuito stradale di Indianapolis.
Per la prima volta dal 2004, ultimo anno in cui in Texas si disputò la gara autunnale che tradizionalmente chiudeva il campionato, la NTT IndyCar Series si appresta a “tornare sul luogo del delitto”, organizzando due gare sullo stesso circuito senza utilizzare la formula del double header.
Il 4 luglio scorso era stato Scott Dixon a vincere il Gran Premio di Indianapolis, inanellando il secondo di tre successi consecutivi ottenuti nella parte iniziale della stagione. Ed è proprio il neozelandese, forte delle prestazioni messe in mostra ad inizio anno, a presentarsi sul circuito stradale dell’Indianapolis Motor Speedway in testa al campionato con 456 punti.
L’unico ancora in grado di impensierire Dixon è Josef Newgarden, campione in carica della NTT IndyCar Series, che insegue il leader del campionato con un ritardo di 72 punti. Gli altri inseguitori, capitanati dai giovani Pato O’Ward e Colton Herta, sono staccati di oltre 100 punti e, pur essendo ancora matematicamente in corsa per il titolo, sono realisticamente fuori dai giochi.
Il focus dell’Harvest GP sarà quindi tutto incentrato sui due contendenti al titolo, con Dixon che cercherà di chiudere la questione titolo con un weekend di anticipo sull’appuntamento di St.Petersburg e con Newgarden che, al contrario, farà di tutto per presentarsi in Florida con delle chance realistiche di conquistare il titolo.
Con due gare in programma questo weekend, ciascuna delle quali assegnerà punteggio pieno, le combinazioni dei risultati possibili sono decisamente troppe per poter essere analizzate nel dettaglio, quindi qui ci limiteremo a discutere le situazioni “estreme” dal punto di vista dei due principali contendenti al titolo.
Scott Dixon si aggiudicherà matematicamente il titolo al termine di Gara-2 se, tra venerdì e sabato, riuscirà a perdere al massimo 17 punti nei confronti di Newgarden; questo limite potrà inoltre essere esteso a 22 lunghezze a patto che il neozelandese riesca a prendere il via dell’appuntamento conclusivo di St.Petersburg. Anche se Newgarden vincesse entrambe le gare in programma, a Dixon basterebbero due secondi posti (al netto dei punti bonus…) per raggiungere questo traguardo.
Per la matematica Dixon può aggiudicarsi il titolo anche al termine di Gara-1, a patto che riesca a guadagnare 33 punti su Newgarden in modo da portare il suo vantaggio complessivo a quota 105 punti; questa soglia potrà ridursi a 95 lunghezze se il pilota del team Ganassi non avrà problemi a prendere il via alle ultime due gare. Per guadagnare i 23 punti che gli servirebbero, Dixon dovrebbe vincere Gara-1 e sperare che Newgarden non arrivi oltre l’ottavo posto.
Esplorando l’estremo opposto degli scenari possibili, Newgarden potrebbe anche andare via da Indianapolis in testa al campionato se inanellasse un weekend perfetto e se Dixon andasse incontro a due gare disastrose; fa tuttavia impressione pensare che, anche se gli andasse tutto male, al neozelandese basterà prendere la partenza delle due gare di Indianapolis per presentarsi a St.Petersburg con “soli” 22 punti di svantaggio nei confronti del rivale in campionato.
Se la vittoria del campionato è un affare a due, decisamente più aperta è la lotta per il terzo posto in classifica generale, occupato al momento da Pato O’Ward, che vede ben 5 piloti racchiusi in 38 punti; il pilota messicano del team Arrow McLaren SP vanta ben tre podi in questa stagione, ma è ancora alla ricerca del suo primo successo in carriera nella NTT IndyCar Series pur essendoci andato vicino in più di un’occasione.
Alle spalle di O’Ward, con 11 e 32 punti di distacco, ci sono Colton Herta e Will Power, che tre settimane fa a Mid-Ohio hanno ottenuto il loro primo successo stagionale. Il gruppetto in lotta per la terza posizione in campionato è chiuso dai due piloti del Rahal-Letterman-Lanigan Racing, con Graham Rahal e Takuma Sato a 37 e 38 punti da O’Ward; il pilota nativo dell’Ohio, secondo nel GP di Indianapolis di tre mesi fa, è alla ricerca di una vittoria che manca da oltre tre anni (double-header di Detroit del 2017), mentre il giapponese ha vinto appena un mese fa la 500 Miglia di Indianapolis per la seconda volta in carriera.
L’Harvest GP di questo weekend presenterà molte novità anche sotto il profilo dei piloti, con due new entries rispetto ai 23 piloti presenti ad ogni weekend e con due avvicendamenti interni che si sono verificati nelle ultime settimane. L’ultima novità in ordine di tempo è legata al ritorno in pista di Helio Castroneves, che sostituirà Oliver Askew al volante della Arrow McLaren SP #7: il pilota statunitense soffre ancora dei postumi del brutto incidente occorsogli durante la 500 Miglia di Indianapolis e, nonostante abbia preso parte agli appuntamenti di Gateway e Mid-Ohio, i medici l’hanno dichiarato ‘unfit to race’ in vista dell’Harvest GP.
Un altro avvicendamento ci sarà anche in casa Andretti, dove James Hinchcliffe prenderà il posto di Zach Veach al volante della monoposto #26; il pilota americano non è stato confermato dalla Andretti Autosport per il prossimo anno e ha pertanto deciso, di comune accordo con la squadra, di non partecipare alle ultime tre gare stagionali.
Il team Foyt vedrà invece un ampliamento delle proprie operazioni con tanto di avvicendamento interno: Sebastien Bourdais guiderà la monoposto #14 nelle ultime tre gare di questa stagione e per tutto il 2021; Dalton Kellett sarà invece spostato sulla #41, la terza monoposto del team Foyt con la quale ha già corso la 500 Miglia di Indianapolis il mese scorso.
Infine il team Dreyer&Reinbold Racing completerà il filotto di gare di Indianapolis partecipando all’Harvest GP con Sage Karam come pilota. L’accoppiata Karam/DRR aveva inoltre partecipato al GP di Indianapolis di luglio e alla Indianapolis 500 di agosto.
Tutte queste novità porteranno a 25 il numero totale di monoposto presenti in pista questo weekend.
2020 Harvest Grand Prix
Round 12-13/14
01-03 Ottobre 2020
INFO CIRCUITO
Tipologia del circuito: Stradale
Lunghezza del circuito: 2,439 mi (3,925 km)
Giri da percorrere: 85 (Gara-1) – 75 (Gara-2)
Distanza totale: 207,315 mi (333,641 km, Gara-1) – 182,925 (294,389 km, Gara-2)
Numero di curve: 14 (9 a destra, 5 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Prima Gara: 2020
Sanctioning body: INDYCAR 2020
RECORD
Miglior giro in qualifica: 1:07.7044 – Will Power – Team Penske – 2017
Distanza: 1h42:57.6108 – Will Power – Team Penske – 2017 (su 85 giri)
Miglior giro in gara: 1:09.3888 – Josef Newgarden – Team Penske – 2017
ALBO D’ORO
Non c’è albo d’oro perchè è la prima volta che si corre questo evento
PROGRAMMA
Giovedì 01 Ottobre
14:25-15:40 (20:25-21:40) Prove Libere
18:20-18:50 (00:20-00:50) Qualifiche-1
Venerdì 02 Ottobre
15:50 (21:50) Gara-1 – Diretta su DAZN a partire dalle 22:00
Sabato 03 Ottobre
10:20-10:50 (16:20-16:50) Qualifiche-2
14:30 (20:30) Gara-2 – Diretta su DAZN a partire dalle 20:30
Immagine di copertina da IndyCar Media/James Black
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