Primo successo in carriera nella NTT INDYCAR SERIES per Christian Lundgaard, capace di convertire la pole position di ieri in un vero e proprio assolo nella gara odierna. Il pilota del Team Rahal-Letterman-Lanigan Racing ha mantenuto il comando della gara nelle prime fasi e l’ha mantenuto senza grossi problemi per oltre metà gara, al netto degli avvicendamenti dettati dal gioco dei pit stop.
La gara, che sembrava saldamente nelle sue mani, si è riaperta verso il 50° giro, quando due caution in sequenza, causate la prima da un incidente di Grosjean e la seconda da una collisione tra Kirkwood e Castroneves in occasione della ripartenza, hanno portato a tre strategie differenti in pista.
Lo stesso Kirkwood, Herta e Palou, tra i piloti di testa, sono rientrati subito in occasione della prima neutralizzazione, mentre buona parte degli altri piloti si è fermata alla neutralizzazione successiva; tra questi figurano Lundgaard, O’Ward, Ericsson, Newgarden e Power, che sono così rientrati in pista dietro ai piloti fermatisi in precedenza. Davanti a loro restavano fuori McLaughlin, Dixon e Van Kalmthout, gli unici a non essersi ancora fermati ai box, col neozelandese del Team Penske che fino a quel momento aveva occupato saldamente la seconda posizione.
Un paio di sorpassi ben assestati ai danni di Herta e Palou e la seguente sosta dei primi tre hanno però permesso a Lundgaard di riprendersi la prima posizione nel corso del 62° giro e da quel momento in poi il suo unico problema è stato mantenere la concentrazione per non toccare gli insidiosi muretti di Toronto.
Per il Team Rahal-Letterman-Lanigan Racing è la prima vittoria dall’agosto del 2020, quando Takuma Sato ha chiuso in Victory Lane la 500 Miglia di Indianapolis; il risultato è ancora più clamoroso per la Danimarca, che ottiene la sua prima vittoria nella storia della massima serie per monoposto americane a ruote scoperte lungo le sue varie denominazioni (Indycar, CART, IRL, ecc.).
Se Lundgaard gioisce, non può dirsi meno soddisfatto il leader del campionato, Alex Palou, partito quindicesimo e giunto sul traguardo in seconda posizione. Per qualche giro il pilota spagnolo è sembrato in grado addirittura di centrare la sua quarta vittoria consecutiva, ma un Lundgaard in grande spolvero e soprattutto un problema al musetto hanno condizionato pesantemente le sue prestazioni nella seconda parte di gara.
La parte frontale della vettura di Palou si era danneggiata in occasione dell’incidente tra Castroneves e Kirkwood, con quest’ultimo che aveva tamponato il brasiliano spedendolo in testacoda. Per evitare la vettura #06, Palou è finito verso l’esterno dell’ultima curva piegando l’ala anteriore e rovinando il muso, che giro dopo giro è andato incrinandosi sempre più.
Fortunatamente per Palou, la sua ala anteriore è rimasta al proprio posto fino alla bandiera a scacchi e lo spagnolo può così festeggiare un secondo posto importantissimo in ottica campionato, anche perché tutti i suoi diretti rivali per il titolo sono arrivati alle sue spalle.
Completa il podio Colton Herta, beffato da Palou all’ultima ripartenza e non più in grado di passarlo, nonostante un paio di tentativi di sorpasso in fondo al rettilineo opposto ai box. Alle spalle del californiano si è piazzato Scott Dixon, uno dei pochissimi piloti ad aver effettuato l’ultimo pit stop dopo le due caution finali, finendo così in coda al gruppo.
Il neozelandese ha recuperato posizione su posizione, approfittando sia delle gomme più fresche che della maggior quantità di carburante da poter spendere, riuscendo così a risalire dalla quindicesima alla quarta posizione nell’arco di una ventina di tornate. Alle sue spalle si sono piazzati i primi due piloti del Team Penske, Scott McLaughlin (“compagno” di strategia di Dixon) e Josef Newgarden.
Altra ottima gara per Marcus Armstrong, che con il settimo posto di oggi rafforza la leadership nella classifica riservata ai rookie; seguono O’Ward, rallentato da problemi di pescaggio, Graham Rahal (partito ultimo) e Felix Rosenqvist.
Poca fortuna per Ericsson e Power, costretti a rientrare ai box al termine del penultimo giro per uno splash&go; i due hanno chiuso rispettivamente in 11esima e in 14esima posizione, separati da Canapino (ottimo 12°, che eguaglia i suoi due migliori risultati stagionali) e Van Kalmthout.
Ancora più indietro Kirkwood, 15°, penalizzato prima con uno stop&go per aver innescato il testacoda di Castroneves che ha portato all’ultima caution di giornata e poi con un drive through perché i suoi meccanici hanno messo mano alla vettura durante la penalizzazione precedente.
Complessivamente sono stati nove i piloti che si sono ritirati, metà dei quali in occasione di una carambola alla prima curva che ha messo fuori gara Harvey, Hunter-Reay, l’esordiente Blomqvist (che a Toronto sostituiva l’infortunato Pagenaud) e Pedersen. Oltre a loro, sono rimasti coinvolti nella carambola anche Rahal (unico ad aver ripreso la gara a pieni giri), Rossi, Ferrucci e Robb.
Oltre ai piloti citati precedentemente, figurano nella lista dei ritirati anche il pilota di casa DeFrancesco, fermato da un problema ai freni, Grosjean (finito a muro in Curva 10), Castroneves (mandato in testacoda da Kirkwood), Malukas (contatto con il muro in Curva 2) ed Ilott.
In classifica generale, come detto, Palou rafforza la sua leadership portanto a 117 i punti di vantaggio su Dixon e a 126 quelli su Newgarden; seguono Ericsson e O’Ward a 142 e a 143 lunghezze dallo spagnolo del Team Ganassi.
Prossimo appuntamento con la NTT INDYCAR SERIES tra 6 giorni sull’ovale dell’Iowa per l’unico double header stagionale targato Hy-Vee, sponsor proprio del team Rahal e della macchina di Lundgaard.
Immagine di copertina da IndyCar Media/Joe Skibinski
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