Indycar | GP Toronto 2022: Dixon vince per la 52esima volta ed eguaglia Mario Andretti

Autore: Andrea Gardenal
Pubblicato il 18 Luglio 2022 - 00:06
Tempo di lettura: 6 minuti
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Indycar | GP Toronto 2022: Dixon vince per la 52esima volta ed eguaglia Mario Andretti
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Negli ultimi tempi Scott Dixon sembrava aver imboccato il viale del tramonto: un digiuno di successi che si prolungava da più di un anno, l’essere messo costantemente in ombra dai suoi più giovani compagni di squadra (Alex Palou prima, Marcus Ericsson poi) e alcune prestazioni poco convincenti all’inizio di questa stagione avevano dato la sensazione che per Scott Dixon i giorni migliori in carriera stessero volgendo al termine.

Nemmeno la mostruosa prestazione di Indianapolis, vanificata solamente da un miglio orario di troppo di velocità all’ingresso della pit lane, era riuscita a ribaltare quest’impressione: nonostante il palcoscenico della 500 Miglia sia il più prestigioso dell’anno, è anche decisamente troppo particolare per poter trarre delle conclusioni che siano valide nell’arco di un intero campionato.

I dubbi sul valore del Dixon in versione 2022 si sono diradati definitivamente solo qui a Toronto, in occasione dell’unica trasferta fuori dai confini statunitensi della NTT INDYCAR SERIES: ad una qualifica eccezionale al sabato (soprattutto per i suoi standard, visto che il neozelandese non è mai stato un fuoriclasse sul giro secco) che l’ha visto conquistare la prima fila al fianco del poleman Herta, ha poi fatto seguito una gara magistrale, nella quale sia il pilota che la sua squadra ai box sono stati perfetti.

Decisivo è stato il primo round di rifornimenti: anticipando la sosta di un giro rispetto al giovane rivale della Andretti Autosport, Dixon ha guadagnato quei pochi decimi che gli sono serviti per conquistare la prima posizione che ha poi conservato fino alla bandiera a scacchi, eccezion fatta naturalmente per il gioco dei pit stop. Solamente un paio di caution verso fine gara hanno rimesso in discussione il suo successo consentendo ad Herta di avvicinarsi a lui, ma il pilota del team Ganassi ha conservato la leadership senza troppi problemi.

Per Dixon si tratta del primo successo stagionale con il quale pone fine ad un digiuno di 22 gare che si protraeva da maggio 2021 quando aveva vinto la prima gara nel double-header texano. Al di là di questo, si tratta di una vittoria importantissima guardando alla globalità della sua carriera: quello di oggi è infatti il trionfo numero 52 nella carriera del pilota neozelandese, un traguardo che lo pone alla pari di Mario Andretti al secondo posto nella classifica dei piloti più vincenti di tutti i tempi; davanti a loro rimane solo l’irraggiungibile AJ Foyt a quota 67 successi.

Alle spalle di Dixon si è piazzato Colton Herta, che come a Long Beach non è riuscito a trasformare in una vittoria la sua pole position del sabato: il californiano può recriminare su un primo pit stop non particolarmente rapido, nel quale alla ripartenza era stato anche ostacolato da una vettura parcheggiata davanti alla sua piazzola. Al di là delle brevi fasi di ripartenza, Herta non ha però mai dato la sensazione di poter mettere in pericolo la leadership di Dixon.

Completa il podio Felix Rosenqvist, protagonista indiretto della saga contrattuale che la scorsa settimana ha visto al centro della scena Alex Palou. Per lo svedese è stata probabilmente la gara migliore dell’anno, anche se non sono mancate le polemiche per un contatto con il quale ha eliminato dalla gara Alexander Rossi.

I due sono entrati in collisione all’uscita di Curva 3 poco prima del secondo giro di pit stop, con lo svedese che nel tentativo di controllare un sovrasterzo di potenza ha colpito la ruota anteriore destra del californiano piegandogli la sospensione. La vettura di Rossi, divenuta inguidabile, è finita contro le barriere esterne provocando l’ingresso della Safety Car che ha causato un anticipo di qualche giro nell’ultimo round di pit stop.

Proprio in occasione dell’ultimo giro di soste, Rosenqvist ha guadagnato l’ultimo gradino del podio ai danni di Josef Newgarden, la cui sosta sotto caution è stata molto lenta a causa di problemi nel fissaggio delle ruote posteriori; il pilota del Team Penske, che fino a quel momento si era mantenuto costantemente al terzo posto, ha perso una decina di posizioni scivolando a centro gruppo e venendo così estromesso dalla lotta per le posizioni più importanti.

Miglior risultato stagionale per Graham Rahal, che con il quarto posto è risultato essere il migliore tra i piloti che hanno seguito la strategia “alternativa” a quella che hanno seguito i piloti di testa. Il pilota dell’Ohio è stato infatti il primo classificato tra i piloti partiti con le gomme dure e poi passati alle morbide solo in occasione del secondo stint di gara.

Rahal ha chiuso la gara braccato da altri due piloti del team Ganassi, ovvero Marcus Ericsson ed Alex Palou: il primo, grazie al quinto posto e alla contemporanea defaillance dei suoi principali rivali, ha rafforzato la leadership in campionato portandola a 35 punti su Will Power; il secondo ha invece limitato alla grande i danni dopo una qualifica pessima che, a causa di un problema tecnico, l’aveva costretto a partire solamente dall’undicesima fila in griglia.

Buon settimo posto per Simon Pagenaud, anche lui in rimonta dalle retrovie della griglia, davanti a Christian Lundgaard, che con l’ottavo posto di oggi ottiene il suo miglior risultato in carriera nella NTT INDYCAR SERIES; completano la top-10 i primi due piloti del Team Penske, ovvero Scott McLaughlin e Josef Newgarden. Il primo ha perso alcune posizioni dopo essere finito sullo sporco durante una fase di ripartenza, mentre il secondo, come detto, è stato penalizzato da un secondo pit stop molto lento che gli ha fatto perdere una decina di posizioni.

Poca fortuna anche per gli altri contendenti al titolo: O’Ward ha chiuso solamente all’undicesimo posto una gara in cui si è messo ben poco in luce, soprattutto in relazione al risultato ottenuto dal suo compagno di squadra Rosenqvist; peggio ancora è andata a Power, solo 15° sul traguardo senza peraltro aver commesso particolari errori. Sia per il messicano che per l’australiano è stata una giornata no, da dimenticare il prima possibile.

Piuttosto sfortunata anche la gara di David Malukas, che per larghi tratti di gara era stato nelle prime posizioni. Come accaduto a Newgarden, anche il pilota di origini lituane è stato penalizzato da una seconda sosta particolarmente lenta che gli ha fatto perdere svariate posizioni facendolo scivolare fuori dalla Top-10.

Tra i ritirati, oltre a Rossi, figurano anche Sato (fuori al primo giro dopo essere stato stretto a muro da Palou ed O’Ward), Kellett (fermato da un problema al motore), Kirkwood e Johnson, con questi ultimi che sono entrati in collisione nelle “Esse” prima del traguardo subito dopo una ripartenza.

In classifica generale Ericsson si porta a 351 punti estendendo a 35 e a 37 lunghezze la leadership nei confronti di Power e di Palou; Dixon e Newgarden seguono appaiati con 44 punti di ritardo rispetto al leader della generale.

Il prossimo appuntamento con la NTT INDYCAR SERIES è previsto per il prossimo weekend quando si disputeranno le due gare sullo short oval dell’Iowa, di ritorno in calendario dopo un anno di assenza.

Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Jones

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