Simon Pagenaud sembrava vittima di un incantesimo: il bottino pieno accumulato in occasione delle due gare di Indianapolis sembrava aver interrotto solamente in modo momentaneo una striscia negativa che per il campione 2016 durava da quasi 2 anni. A Toronto è però arrivata la riscossa del pilota francese, che sabato ha conquistato la pole position e domenica ha dominato il Gran Premio conquistando la sua terza vittoria stagionale. Questo successo, il 14esimo in carriera e il terzo in questa stagione, rilancia le ambizioni di Pagenaud in ottica campionato.
Per Pagenaud non è stata però una passeggiata solitaria: Scott Dixon nella seconda metà di gara si è infatti fatto ingombrante negli specchietti dell’alfiere Penske, senza però mai riuscire ad affondare un vero e proprio attacco. Qualche incomprensione con i doppiati e uno sterzo non perfetto dopo una toccata contro il muretto di curva 9 verso il 15° giro non hanno agevolato la rimonta, tuttavia il neozelandese può dirsi soddisfatto del risultato in un campionato ormai complicato per lui.
Buona gara anche per Alexander Rossi in terza posizione, che assieme a Josef Newgarden porta a casa punti pesanti in ottica campionato: l’unico brivido per il campione Indycar 2017 è giunto ad una manciata di giri dalla conclusione, quando ha toccato il muretto all’esterno dell’ultima curva con la parte destra della sua monoposto; il vantaggio accumulato nei confronti degli inseguitori, capitanati da Felix Rosenqvist, ha comunque permesso a Newgarden di mantenere la quarta posizione finale. Rossi, dal canto suo, ha raggiunto il suo personale obiettivo di terminare la gara davanti al suo rivale per il titolo, accorciando così le distanze.
La gara ha visto un buon numero di sorpassi, specialmente nelle posizioni di rincalzo, ma non ha dato luogo a quei capovolgimenti di fronte che sarebbe lecito aspettarsi su un circuito cittadino. Le fasi più emozionanti del GP possono riassumersi negli incidenti al primo e al penultimo giro con protagonista un Will Power sottotono per tutto il weekend, un lungo di Sebastien Bourdais e la rottura del motore per Takuma Sato, molto veloce e in forma per tutto il weekend; proprio l’errore finale di Power ha tarpato le ali all’ultima speranza che Dixon aveva di attaccare Pagenaud, dato che ha portato la direzione gara ad esporre la caution per le ultime curve di gara.
Dietro ai sopracitati quattro piloti hanno chiuso Felix Rosenqvist, James Hinchcliffe e Colton Herta, che hanno approfittato dell’errore di Bourdais in curva 3. Dopo le scaramucce con Sato nei giorni precedenti, il pilota del team di Dale Coyne ha perso l’occasione di conquistare la top 5, ma avrà modo di rifarsi già in Iowa. Arpionano la top 10 le due vittime dell’attacco kamikaze di Power, Graham Rahal e Marco Andretti, mentre è da segnalare il difficile rientro di Sage Karam in Indycar, che ha chiuso a 6 giri di distacco dal vincitore dopo un problema ai box in occasione della prima sosta.
In classifica generale Rossi e Pagenaud accorciano le distanze dal leader: Newgarden mantiene la prima posizione con 434 punti, ma alle sue spalle Rossi è staccato di soli 4 punti mentre Pagenaud sale a 395, solamente 39 in meno nei confronti del compagno di squadra. Dixon rafforza la quarta posizione in campionato, ma il suo ritardo su Newgarden rimane molto alto, pari a 86 punti.
Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per la Iowa 300 sullo short track di Newton, la pista più corta del campionato, che dopo alcuni anni tornerà a disputarsi sotto le luci artificiali nella notte italiana tra il 20 e il 21 luglio.
Seguono la cronaca e le classifiche a cura di Andrea Gardenal
La cronaca
Al via Pagenaud mantiene la testa davanti a Dixon mentre Rossi alle loro spalle guadagna la terza posizione grazie ad una staccata a ruote fumanti ai danni di Rosenqvist che scivola così al quarto posto. Nel successivo allungo che porta a curva 3 Rossi prova un attacco anche nei confronti di Dixon, ma il neozelandese resiste all’interno e conserva la seconda posizione.
Alla staccata di curva 8 arriva il patatrac: Andretti, Rahal e Power si aprono a ventaglio, ma non c’è spazio per tutti e tre: Power tocca Rahal che a sua volta manda in testacoda Andretti, il quale riesce però a ripartire dopo un 360° completo. Alle loro spalle rimangono coinvolti nella carambola anche altri piloti, che sono costretti ad andare lunghi per non sbattere contro le macchine di Power e Rahal. Solamente Leist non riesce a ripartire prima dell’arrivo del gruppo dei leader, che nel frattempo ha già completato il primo giro, così il brasiliano si trova già ad avere un giro di ritardo.
La chiamata della caution è obbligatoria e durante la neutralizzazione i piloti coinvolti nell’incidente ne approfittano per tornare ai box per le opportune riparazioni. Chi perde più tempo di tutti è Ericsson, i cui meccanici devono effettuare delle riparazioni alla sospensione posteriore sinistra dopo aver subito un tamponamento da parte di Leist perdendo ben 4 giri.
Si riparte al quinto giro con Pagenaud davanti a Dixon, Rossi, Rosenqvist, Jones e Newgarden: il pilota di Dubai attacca immediatamente Rosenqvist alla staccata di curva 3 e gli strappa la quarta posizione. Nelle prime posizioni il gruppo si sgrana mentre a centro gruppo la lotta si infiamma: Pigot strappa a Herta la decima posizione alla staccata di curva 3 e alle sue spalle Andretti ne approfitta per superare a sua volta il pilota del team Harding-Steinbrenner.
Per vedere un avvicendamento nelle posizioni di testa è necessario aspettare il 12° giro, quando Sato si prende il settimo posto ai danni di Bourdais. Alle loro spalle Herta si riprende l’undicesima posizione superando Andretti, che dopo il sorpasso dei giri precedenti ha iniziato a far da tappo nei confronti dei suoi avversari.
In testa alla gara Pagenaud allunga: dopo 15 giri il sui vantaggio su Dixon è di 4 secondi mentre alle sue spalle Rossi, Jones, Rosenqvist, Newgarden, Sato, Bourdais e Hinchcliffe seguono compatti con un distacco compreso tra gli 8 e gli 11 secondi. Rossi rientra ai box al 15° giro ed è il primo tra i piloti di testa a fermarsi per il rifornimento. Al giro successivo entrano in pit lane Jones, Newgarden, Hinchcliffe e Andretti; i meccanici del Team Penske permettono a Newgarden di scavalcare Jones e guadagnare una posizione.
Al 17° giro si fermano Rosenqvist e Bourdais con lo svedese che al rientro in pista perde una posizione su Newgarden. Al giro successivo si fermano sia Pagenaud che Dixon per non correre il rischio di venire beffati da una caution. Pagenaud riparte a pista quasi libera, alle spalle del solo Veach, mentre davanti al neozelandese ci sono anche Ferrucci, Rahal, Hunter-Reay e Karam. Nelle posizioni di rincalzo lo spettacolo non manca: Pigot prova un attacco su Bourdais in curva 3, il francese resiste e nel successivo allungo verso curva 4-5 viene infilato da Hinchcliffe.
Al 25° giro Pagenaud si riprende di forza la testa della classifica scavalcando Veach, che al contrario della maggior parte degli altri piloti non ha ancora effettuato la sua prima sosta; alle spalle del francese Dixon è solamente sesto a 6 secondi tallonato da Newgarden, Sato, Rosenqvist, Bourdais e Hinchcliffe.
Dixon e gli altri devono aspettare il 34° giro per trovarsi finalmente a pista libera grazie alle soste dei piloti che si trovavano davanti a loro dopo aver allungato il primo stint di gara. Senza più avversari davanti, il neozelandese può tornare a spingere riportando il suo distacco da Pagenaud al di sotto dei sei secondi; alle sue spalle Rossi perde terreno, ritrovandosi ad un paio di secondi di ritardo dal pilota del team Ganassi.
I giri successivi non vedono particolari sconvolgimenti: a metà gara (43° giro) Pagenaud è sempre in testa con 6,5 secondi di vantaggio su Dixon, 10 su Rossi, 11 su Newgarden, 12 su Sato, 15 su Bourdais che precede Rosenqvist e Hinchcliffe; al nono posto a 20 secondi c’è Pigot mentre Herta completa la top-10 con un ritardo di 22 secondi dal pilota francese.
In occasione della seconda e ultima sosta è ancora una volta Rossi ad anticipare tutti: il californiano si ferma al termine del 49° giro e al termine del passaggio seguente viene imitato da Hinchcliffe, Power e Andretti. Al 51° giro rientrano anche tutti gli altri piloti di testa: Pagenaud, Dixon, Newgarden, Sato; la sosta dell’americano non è rapidissima e questo consente a Rossi di tornargli davanti all’uscita della pit lane.
A 33 giri dalla fine tutti i principali protagonisti hanno effettuato la loro ultima sosta: Pagenaud continua a condurre la gara con sei secondi su Dixon, 11 su Rossi, 14 su Newgarden e 15 su Sato; Bourdais è più staccato a 24 secondi davanti a Rosenqvist, Hinchcliffe e Herta.
Verso il 60° giro Pagenaud arriva in coda a Kanaan, che si appresta ad essere doppiato: il brasiliano non oppone particolare resistenza, ma comunque fa perdere del terreno a Pagenaud; alle sue spalle Dixon si avvicina molto portando il suo divario al di sotto dei due secondi.
Al 66° giro si rischia la seconda caution di giornata quando Bourdais arriva lungo in curva 3 infilando il musetto nelle gomme di protezione, ma fortunatamente il francese tiene il motore in moto, innesta la retro e riesce a ripartire. Mentre Bourdais commette questo errore, Dixon si ritrova in scia a Pagenaud “grazie” alla presenza dei doppiati Chilton e Hunter-Reay.
A 17 giri dalla fine Takuma Sato è costretto al ritiro a causa del cedimento del suo motore Honda: il nipponico rientra ai box con il propulsore in fiamme e abbandona la gara mentre si trovava al quinto posto.
I primi due procedono in tandem, con Pagenaud che non riesce a liberarsi di Hunter-Reay e che al tempo stesso si trova nella necessità di risparmiare etanolo, soprattutto perché il suo motore Chevy non è parco nei consumi come l’Honda utilizzato da Dixon. Il rallentamento del francese permette anche a Rossi di riavvicinarsi, portando il suo distacco a 5 secondi quando mancano 13 giri alla fine. Nel frattempo Pigot commette un errore arrivando lungo in curva 3, ma grazie ad un perfetto testacoda a 180° riesce a tornare in pista.
A 10 giri dalla fine Hunter-Reay rientra finalmente ai box lasciando campo libero a Pagenaud e Dixon, mentre Rossi alle loro spalle ha ridotto il suo ritardo portandolo a 4 secondi.
Al termine dell’80° giro arriva un brivido per Newgarden, che tocca il muretto all’uscita dell’ultima curva in un modo molto simile a quanto fatto lo scorso anno; il leader del campionato riesce a proseguire, sia pur a rilento, ma il vantaggio di quasi 10 secondi nei confronti di Rosenqvist è rassicurante.
In vetta alla gara Pagenaud si libera prima di Chilton e poi di Veach riportando al di sopra del secondo il suo vantaggio su Dixon, mentre Rossi segue ad appena 3 secondi. L’ultimo giro inizia con Pagenaud e il suo stratega ancora sulle spine per paura di non avere sufficiente etanolo per concludere la gara, ma quando manca mezzo giro alla conclusione del GP arriva la caution che congela la classifica a causa di un errore di Will Power, finito contro le gomme di protezione poste all’esterno di curva 8.
Simon Pagenaud taglia così il traguardo e va a vincere per la prima volta sulle strade di Toronto precedendo Scott Dixon e Alexander Rossi: Newgarden riesce a portare a casa la sua monoposto in quarta posizione nonostante l’errore a pochi giri dalla fine precedendo Felix Rosenqvist. Sesto Hinchcliffe davanti a Herta, Bourdais, Rahal e Andretti.
Le classifiche
Immagine di copertina da https://twitter.com/hondaindy
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