Il neozelandese conquista la sua prima vittoria in carriera sulle strade della Florida davanti al campione in carica
Dopo una stagione di debutto non particolarmente brillante nonostante la conquista del titolo di Rookie of the Year, Scott McLauhlin era chiamato fin da subito ad una prova di spessore per consolidare la propria posizione all’interno del Team Penske e in questo weekend è probabilmente andato anche oltre alle aspettative. Il pilota neozelandese, che già ieri aveva conquistato la pole position, oggi ha dominato il Gran Premio di St.Petersburg conquistando il suo primo successo in carriera nella NTT INDYCAR SERIES.
È stata una gara tirata fino all’ultimo, tanto che McLaughlin ha tagliato il traguardo con appena mezzo secondo di vantaggio nei confronti del suo più diretto inseguitore, Álex Palou, attuale detentore del titolo; ciononostante, il pilota del Team Penske è sempre sembrato in pieno controllo della situazione, soprattutto nella prima parte di gara.
Solamente in due occasioni il successo del neozelandese è stato messo in dubbio: la prima si è verificata poco prima del primo round di pit stop, quando la caution provocata dall’incidente del rookie David Malukas ha permesso a chi era sulla strategia a tre soste di passare in testa al gruppo. In questo frangente McLaughlin era scivolato al di fuori della Top-10 e per gran parte del secondo stint di gara è stato bloccato da Rinus VeeKay e da Callum Ilott, che erano su una strategia differente.
Il secondo episodio che ha messo in pericolo la sua leadership si è verificato a fine gara, quando alcuni doppiati (prima Johnson, poi Tatiana Calderón e infine Devlin DeFrancesco) hanno rallentato il suo passo permettendo un riavvicinamento del pilota spagnolo del team di Chip Ganassi; nonostante le difficoltà di McLaughlin nei doppiaggi, Palou non è mai riuscito ad essere sufficientemente vicino per provare un sorpasso e, ragionando intelligentemente in ottica campionato, ha preferito portare a casa i punti del secondo posto anziché provare una mossa azzardata.
Alle spalle dei primi due del GP di St.Petersburg troviamo Will Power, che come lo scorso anno inizia la stagione con un piazzamento a podio. La sua è stata una buona gara, anche se condita da un paio di sbavature in partenza e alla ripartenza dopo la neutralizzazione: nel primo frangente si è fatto sorprendere da Herta e da VeeKay (forse anche per via delle gomme scelte, più dure rispetto a quelle degli avversari), nel secondo ha subito gli attacchi di Palou e di Herta dopo essere stato autore di una ripartenza forse fin troppo cauta allo scopo di risparmiare etanolo.
Fuori dal podio Colton Herta, che non riesce così a proseguire la tradizione dei vincitori “back to back” che a St.Petersburg andava avanti dal biennio 2015-2016. Il pilota californiano ha preceduto sul traguardo il suo compagno di squadra Romain Grosjean, alla sua prima uscita ufficiale con la Andretti Autosport.
Solo negli ultimi giri il francese è riuscito ad avere la meglio di Rinus Van Kalmthout, ritornato finalmente nelle posizioni di vertice dopo una seconda metà di 2021 estremamente deludente. Il pilota olandese ha chiuso con un ottimo sesto posto una gara iniziata decisamente male, viste le enormi difficoltà nella gestione degli pneumatici a mescola più morbida. Nonostante una prima sosta abbastanza anticipata (avvenuta al Giro 20), Van Kalmthout è stato sufficientemente abile nel risparmio di carburante da completare gli 80 giri rimanenti con un solo pit stop.
Dopo aver subito il sorpasso da parte di Grosjean, nelle ultime tornate Van Kalmthout ha tenuto a bada un gruppo composto da Graham Rahal, Scott Dixon, Marcus Ericsson e Takuma Sato, tutti separati da meno di un secondo l’uno dall’altro. Dixon, ottavo, è stato anche il primo a tagliare il traguardo tra i piloti che hanno giocato la carta delle tre soste, nonché l’ultimo capace di farla funzionare, se non bene, quantomeno decentemente. Nota di merito anche per Takuma Sato, poco appariscente ma molto concreto alla sua prima gara per il team di Dale Coyne.
Undicesimo Christian Lundgaard, che è stato il primo tra i rookie a tagliare il traguardo. Il danese è stato in top-10 per larga parte della gara, prima di venire superato da Ericsson e da Sato. Alle spalle dell’esordiente del team Rahal-Letterman-Lanigan Racing si è piazzato Patricio O’Ward, che oggi si è messo in luce solamente per la brillante partenza che gli ha permesso di risalire dal sedicesimo al nono posto nelle prime curve di gara. Per il resto il suo dodicesimo posto, accoppiato al diciassettesimo di Rosenqvist, lascia intendere che il team Arrow McLaren SP abbia ancora molto lavoro da fare per avvicinarsi ai vertici, soprattutto sui circuiti cittadini.
Stupisce in negativo il risultato di Josef Newgarden, solamente sedicesimo a fine gara. Nel risultato ha sicuramente pesato la strategia a tre soste, che oggi si è rivelata essere la peggiore, ma al di là di questo il due volte campione della categoria non ha messo in mostra una prestazione particolarmente brillante. Pessimo anche il risultato di Alexander Rossi, che durante la caution era stato l’unico pilota a rimanere in pista e a provare una strategia differente da quella di tutti gli altri. L’azzardo non ha pagato e il pilota della Andretti Autosport ha chiuso solamente al ventesimo posto.
Per quanto riguarda le prestazioni degli altri rookie, Kyle Kirkwood e Callum Ilott hanno chiuso in 18esima e 19esima posizione davanti ad Alexander Rossi; DeFrancesco ha tagliato il traguardo al 22esimo posto e Tatiana Calderón al 24esimo; David Malukas è stato invece costretto al ritiro dopo 23 tornate da un incidente all’uscita di Curva 3, dopo aver toccato il muretto esterno.
Il prossimo appuntamento con la NTT INDYCAR SERIES è per il 20 marzo con la 375 miglia del Texas, prima gara stagionale su ovale che si disputerà al Texas Motor Speedway.
Immagine di copertina: Media Indycar
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