Indycar | GP Road America 2020: Dixon cala il tris in gara-1

IndyCar
Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
12 Luglio 2020 - 01:38
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Sembra non conoscere fine il momento magico di Scott Dixon: il cinque volte campione della NTT IndyCar Series ha messo a segno il terzo successo consecutivo in questo inizio di stagione, vincendo una concorrenza particolarmente agguerrita. Per Dixon si tratta del successo numero 49 in carriera nella NTT IndyCar Series, il secondo sul circuito di Road America.

Partito dal nono posto, Dixon ha completato la prima metà di gara alle spalle dei primi, senza particolari acuti: l’unica posizione guadagnata è stata frutto dei problemi ai box di Graham Rahal, che a causa di un rifornimento molto lento ha dovuto abbandonare la seconda posizione che aveva conquistato in pista.

Il neozelandese ha rotto gli indugi in occasione del secondo rifornimento, quando ha anticipato la sosta per poter percorrere un giro in più a pista libera. Questa scelta ha dato i suoi frutti, visto che al termine del giro di soste si è ritrovato davanti a Ferrucci, Palou, Hunter-Reay e Harvey, che invece lo precedevano prima del rifornimento. Solo uno stoico Will Power, con un paio di manovre difensive molto dure ma corrette, è riuscito a resistere alla carica del pilota della #9 del team Ganassi.

Il regalo più grande è arrivato però da Josef Newgarden, che fino a quel momento si trovava al comando con una decina di secondi di vantaggio su tutti gli altri: in occasione del suo secondo rifornimento, Newgarden ha fatto spegnere il motore per ben due volte ed è stato costretto a ripartire da centro gruppo.

Per l’ultimo e decisivo sorpasso, Dixon deve invece ringraziare la sua pit crew: l’ultima sosta è avvenuta durante la prima caution di giornata, provocata dal testacoda di Harvey: i meccanici di Dixon sono stati perfetti, quelli di Power hanno esitato al momento di sostituire la posteriore destra e tanto è bastato al neozelandese per prendere il comando della corsa.

Dixon a quel punto ha dovuto solamente gestire le 3 ripartenze che ci sono state negli ultimi 15 giri di gara, mantenendo alle proprie spalle un Will Power che però, nel corso degli ultimi giri, ha dimostrato di non avere il ritmo del suo rivale.

Power, dal canto suo, può recriminare sull’ultima sosta sbagliata dai suoi meccanici, ma anche su una scelta errata nei rapporti del cambio che, soprattutto in occasione delle ripartenze, gli ha impedito di sfruttare al massimo la sua monoposto; d’altro canto, per l’australiano si tratta del primo risultato positivo giunto dopo un inizio di stagione particolarmente complicato.

Al terzo posto è invece giunto Alex Palou, che ci ha impiegato solamente tre gare per salire sul podio: lo spagnolo è stato uno dei principali protagonisti nell’arco dell’intera gara e nel finale di gara si è preso il lusso di superare per ben due volte un pilota esperto come Ryan Hunter-Reay: il primo sorpasso, giunto alla ripartenza dopo la seconda caution, è stato vanificato dalla direzione gara, che ha chiamato la caution prima che il sistema di cronometraggio potesse registrare l’avvenuto sorpasso.

Palou è stato così costretto a cedere la terza posizione ad Hunter-Reay, ma in occasione dell’ultima ripartenza ha ripetuto la manovra effettuata in precedenza e si è preso una volta per tutte l’ultimo gradino del podio.

Grande protagonista è stato anche Ferrucci, che dopo le disavventure di Rahal e Newgarden sembrava essere un serio contendente per un posto sul podio. La sua gara è stata rovinata in occasione dell’ultima sosta sotto caution, quando al momento di ripartire dalla sua piazzola si è ritrovato davanti la macchina di Dalton Kellett, che stava a sua volta rientrando ai box.

Ferrucci ha comunque chiuso al sesto posto, alle spalle di Hunter-Reay e Colton Herta, che in questa prima parte di 2020 non sembra essere in grado di ripetere i guizzi dello scorso anno, ma che al tempo stesso sta portando a casa punti importanti con regolarità.

La top-10 è completata da Rahal, settimo dopo il problema al primo rifornimento, O’Ward, Sato ed Ericsson, finito in testacoda alla terzultima curva dell’ultimo giro; lo svedese, che si trovava in settima posizione, è riuscito comunque a salvare la domenica tagliando il traguardo al decimo posto.

Fuori dalla top-10 gli altri principali rivali di Dixon: Pagenaud ha chiuso la gara al 12° posto dopo aver perso un paio di posizioni a seguito di un contatto con O’Ward, ma in generale non è mai stato in gara.

Newgarden è invece giunto 14° dopo aver dominato la prima parte di gara: allo spegnimento del motore in fase di ripartenza dai box ha fatto seguito anche un flat spot alle due ruote anteriori, frutto di un bloccaggio alla prima frenata al termine del penultimo periodo di caution. Il campione in carica della NTT IndyCar Series è stato così costretto ad una sosta supplementare ai box che l’ha fatto scivolare in fondo al gruppo.

Le caution che hanno interrotto momentaneamente la gara sono state tre, tutte concentrate nell’ultima parte di gara: la prima è stata provocata da Harvey, finito in testacoda in curva 3 a causa di un problema ai freni. La seconda è stata provocata dall’incidente tra O’Ward e Daly, con quest’ultimo che è finito rovinosamente contro le barriere di protezione all’esterno di curva 7. La terza e ultima neutralizzazione è stata causata dall’uscita di pista di Dalton Kellett, finito in testacoda al termine del precedente periodo di caution quando la gara non era ancora ripartita.

La NTT IndyCar Series tornerà in pista a Road America già domani, per la seconda parte del double-header: alle 16 inizieranno le qualifiche, mentre alle 18:40 verrà dato il via a gara-2.

Immagine di copertina da IndyCar Media/Joe Skibinski

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