A seguire il resoconto e le classifiche del GP di Portland 2021, vinto da Alex Palou su Alexander Rossi e Scott Dixon.
La cronaca
In base ai risultati delle qualifiche, Alex Palou ed Alexander Rossi partono dalla prima fila seguiti da Scott Dixon e da Felix Rosenqvist.
Palou parte bene dalla pole position, ma il lungo rettilineo prima della staccata permette a Dixon di mettere il muso all’interno della sua vettura; alle loro spalle, ancora più velocemente, arriva Felix Rosenqvist, che riesce a toccare entrambe le monoposto del team di Chip Ganassi, fortunatamente senza danneggiarle, prima di finire nella via di fuga all’interno della variante. La medesima sorte tocca a Dixon e Palou, che dopo aver subito l’urto dallo svedese devono mollare il pedale del freno tagliando la prima variante.
La confusione, tuttavia, non si esaurisce con le prime due file: nelle retrovie Grosjean allunga troppo la prima staccata e sperona violentemente James Hinchcliffe, tanto che entrambe le vetture riportano danni alla sospensione anteriore (la sinistra per il francese, la destra per il canadese).
Come se non bastasse, anche Ilott arriva lungo e tocca prima Scott McLaughlin, fortunatamente in modo leggero, e poi Helio Castroneves e Will Power. Per completare il quadro, davanti a loro Oliver Askew era andato in testacoda tutto da solo dopo aver sfiorato l’incidente prima con Ed Jones e poi con Graham Rahal.
Tirando le somme, nel marasma del primo giro i danni più gravi vengono riscontrati da Grosjean, Castroneves e Hinchcliffe: quest’ultimo riuscirà a rientrare lentamente ai box per fermarsi definitivamente, mentre i primi due ripartiranno con un distacco di circa 15 giri. Limita invece i danni Will Power, che nonostante l’urto con Ilott riprende la via della pista e, dopo una serie di fermate ai box per riparare i danni accusati, torna in pista in coda al gruppo ma ancora a pieni giri.
Mentre la Safety Car è in pista, la Direzione Gara mette un po’ d’ordine in una classifica fortemente condizionata dagli eventi della partenza. Davanti a tutti vengono piazzati i piloti che hanno percorso regolarmente la chicane, dietro a loro quelli che hanno saltato la chicane ma non sono stati coinvolti nell’incidente e in coda tutti quelli che sono stati coinvolti nell’incidente.
La classifica viene rivoluzionata: i primi due sono Pato O’Ward e Graham Rahal, che si trovavano in testa già prima del riassestamento operato dalla direzione gara, ma ora alle loro spalle si trovano Ed Jones, Marcus Ericsson e Sebastien Bourdais, tutti partiti dalla zona centrale della classifica. Palou, Dixon, Rosenqvist e Rossi si trovano invece in coda alla classifica, rispettivamente tra la sedicesima e la diciannovesima posizione. La situazione di classifica permette loro di effettuare un veloce rabbocco di carburante dopo pochi giri mentre la pace car è ancora in pista.
Dopo le operazioni di rimozione delle vetture incidentate e di riordino della classifica, la gara riparte all’inizio del Giro 13: le posizioni non cambiano, O’Ward tiene la testa davanti a Rahal e Jones. Paradossalmente il più aggressivo alla ripartenza è Scott Dixon, che scavalca immediatamente prima Palou e poi Jimmie Johnson.
La gara di Dixon, Palou e degli altri piloti partiti nelle prime file, tuttavia, si arena ben presto contro Josef Newgarden, che tiene dietro senza particolari difficoltà il sei volte campione della categoria.
A partire dal 20° giro iniziano le soste di chi ha scelto di fermarsi tre volte: i primi che si fermano sono i piloti a centro classifica come VeeKay, Pagenaud, McLaughlin e Hunter-Reay. Al termine del Giro 29 si ferma il leader della gara, Pato O’Ward, anche lui su una strategia a due soste. Al ritorno in pista, con pneumatici duri, il messicano non è però veloce tanto quanto Rahal, che dal comando della gara inizia ad allungare in modo importante sugli inseguitori.
La sosta del pilota dell’Ohio arriva al termine del 35° giro: anche lui monta gomme dure e al momento di tornare in pista Rahal è saldamente davanti a O’Ward.
Nelle ultime battute del giro di pit stop per i leader Harvey trae un momentaneo vantaggio dalla sosta posticipata, con la quale riesce a risalire dal quinto al terzo posto, ma in poco tempo viene ripassato da Jones e da Ericsson.
Il giro di soste, di fatto, si chiude con chi era stato retrocesso in coda alla classifica ad inizio gara e per questo aveva già effettuato una prima sosta: al Giro 43 Scott Dixon si ferma e torna in pista davanti a Newgarden, che però dopo poche curve riesce a ritornargli davanti grazie alla gomme già in temperatura. Del duello tra i due si avvantaggia Palou, che si ferma un giro dopo rispetto al compagno di squadra e che al rientro in pista è saldamente davanti a Newgarden.
Alla fine dei pit stop la classifica presenta delle novità: al comando c’è sempre Graham Rahal con un buon margine di vantaggio nei confronti di O’Ward, il quale è però tallonato da McLaughlin e Pagenaud; Jones ha perso due posizioni e ora è quinto davanti a Ericsson e Harvey. La scelta di posticipare la sosta, come detto, ha permesso a Palou di trarre beneficio e il pilota spagnolo si ritrova in decima posizione.
Al 52° giro arriva la seconda caution della gara: sia Callum Ilott che Dalton Kellett si fermano quasi contemporaneamente a bordo pista a causa di problemi tecnici e le due vetture, nonostante non siano in posizione pericolosa, devono essere rimosse. La Direzione Gara ritarda di circa un minuto l’esposizione della bandiera gialla per permettere a chi lo desiderava di fermarsi ai box per il pit stop, ma alla fine la neutralizzazione arriva. Tra i primi quattro solo Rahal rimane in pista, mentre si fermano O’Ward, McLaughlin e Pagenaud; più in generale, approfittano della sosta tutti i piloti che hanno impostato la gara sulla tattica delle tre soste.
La gara riparte all’inizio del Giro 58 con Rahal sempre in testa davanti a Jones, Harvey e Palou, risalito in quarta posizione grazie alle soste degli altri piloti; Newgarden si ritrova al quinto posto davanti a Dixon e a Rossi, risalito a sua volta nelle prime posizioni insieme alla coppia di piloti di Ganassi. Alla bandiera verde il pilota più aggressivo è proprio il californiano del team Andretti, che alla prima staccata si libera sia di Dixon che di Newgarden risalendo al quinto posto.
In ottica campionato, è importante la ripartenza infelice di O’Ward: il messicano viene scavalcato nell’ordine da McLaughlin, Power e Pagenaud e scivola in una mesta quindicesima posizione.
Al di là della bagarre alla ripartenza, la gara non vede grossi cambiamenti fino all’ultimo round di pit stop aperto da Graham Rahal: il leader della gara si ferma al termine del Giro 74, ed insieme a lui rientra ai box anche Jones.
Due giri dopo si fermano anche Harvey e Newgarden, ma al rientro in pista del pilota inglese si verifica il primo colpo di scena: Rahal è abbondantemente alle sue spalle e il pilota del Meyer-Shank Racing si trova pertanto virtualmente al comando della gara.
Nell’effettiva posizione di leader, tuttavia, ora c’è Alex Palou, che approfitta della pista libera per tirare al massimo. Al Giro 78 si ferma Rossi, al Giro 79 Palou e al Giro 80 Dixon, con cui di fatto termina l’ultima tornata di soste per i piloti di testa.
I piloti sulla strategia a tre pit stop restano in pista ancora per una manciata di giri, ma alle loro spalle il nuovo leader virtuale della gara è proprio Palou: lo spagnolo ha approfittato meglio di tutti dei giri con poco etanolo a bordo per girare più forte di tutti e scavalcare Rahal, Harvey e Jones; lo stesso è stato fatto da Rossi e Dixon, che ora si trovano al secondo e al terzo posto davanti ad Harvey, Newgarden e Rosenqvist.
McLaughlin, che aveva ereditato il comando della gara dopo le soste di Palou e Dixon, si ferma al termine del Giro 85 ripartendo davanti a Rosenqvist; lo svedese, tuttavia, sfrutta bene le gomme calde e si riprende la sesta posizione.
Pochi secondi dopo, Pagenaud va in testacoda in Curva 7 nel tentativo di difendersi da un attacco di Will Power e fa spegnere il motore della sua vettura; la pace car torna in pista per la terza volta ricompattando nuovamente il gruppo.
Si riparte all’inizio del Giro 90 con Palou sempre al comando davanti a Rossi, Dixon, Harvey, Newgarden e Rosenqvist. Tra i primi lo spagnolo è l’unico con gomme dure, ma questo svantaggio non gli provoca nessun particolare problema alla ripartenza: la #10 allunga immediatamente mentre un po’ più indietro Herta sorprende McLaughlin all’interno di Curva 1 strappandogli l’ottavo posto.
In questo caso, tuttavia, la bandiera verde sventola per poco: Askew finisce in testacoda alla prima variante e, come Pagenaud poco prima, fa spegnere il motore nel tentativo di ripartire. Per la quarta volta la pace car fa il suo ingresso in pista e ricompatta il gruppo. Nonostante l’intervento dei commissari, la terza monoposto del team Rahal-Letterman-Lanigan Racing non si riaccende e Askew è costretto al ritiro.
Alla ripartenza al Giro 93 la classifica nelle prime posizioni è identica a quella di pochi giri prima: anche stavolta Palou, nonostante le gomme dure, parte bene e allunga immediatamente nei confronti di Rossi, che dal canto suo non ha grossi problemi a difendersi nei confronti di Dixon.
Gli ultimi giri non vedono ulteriori avvicendamenti se non al di fuori della Top-10. Sul traguardo del Giro 110 passa per primo Alex Palou, che coglie la sua terza vittoria in questo campionato davanti ad Alexander Rossi (al suo primo podio stagionale) e a Scott Dixon. Ottimo quarto posto per Jack Harvey davanti a Josef Newgarden; il deludente 14esimo posto di Pato O’Ward fa perdere di nuovo la prima posizione in campionato al messicano, che ora è nuovamente costretto ad inseguire Palou.
Le classifiche
Immagine di copertina da Indycar Media/Joe Skibinski
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