Indycar | GP Monterey 2023, la cronaca della gara di Laguna Seca

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Tempo di lettura: 11 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
11 Settembre 2023 - 01:02
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Scott Dixon (Chip Ganassi Racing) ha conquistato il successo nell’ultima gara dell’anno della Indycar a Laguna Seca.


Segue la cronaca del GP Monterey 2023, diciassettesima ed ultima prova del campionato NTT Indycar Series. A conquistare il successo a Laguna Seca è stato Scott Dixon su Dallara-Honda del team Chip Ganassi Racing, nonostante una penalizzazione ad inizio gara; insieme a lui, hanno completato il podio Scott McLaughlin (Team Penske) ed Álex Palou (Chip Ganassi Racing). La gara è durata 95 giri ed è stata contraddistinta da ben otto caution.


Prima della partenza lanciata, la Firestone comunica la scelta degli pneumatici per la partenza: in prima fila Felix Rosenqvist e McLaughlin vanno per due soluzioni differenti, col pilota McLaren sulle Primary e l’alfiere Penske sulle Alternate. La maggior parte dei partenti, alle loro spalle, opta per le gomme dure.

Allo start Will Power finisce quasi in testacoda già in uscita dall’ultima curva, mentre Colton Herta si porta all’esterno della linea bianca per avere una corsia d’accelerazione utile sugli avversari. Davanti Rosenqvist mantiene la prima posizione, mentre dietro di lui si scatena il caos.

Un primo contatto avviene tra Christian Lundgaard, dalla seconda fila, e Scott McLaughlin, col neozelandese mandato sulla sabbia ed il danese che finisce addosso a Josef Newgarden, esterno. Il #2 viene poi centrato dalle altre due vetture del team Rahal Letterman Lanigan, guidate da Jüri Vips e Graham Rahal: i due sono stati toccati da Marcus Armstrong e la gara del figlio di Bobby è già finita.

Anche in uscita da curva 2 avviene un contatto: Dixon e Rinus VeeKay stringono Colton Herta ed il #9, nel tentativo di controllare una sbandata, sperona lateralmente l’olandese mandandolo in testacoda. Sia van Kalmthout che la coppia Vips-Newgarden ripartono, ma questi ultimi già con due giri di ritardo. McLaughlin è 21°, Lundgaard (rientrato anche ai box per delle riparazioni) 22°.

Si riparte al settimo giro con Rosenqvist al comando su Palou, Power ed O’Ward, ma la leadership dello svedese dura poco dato che Felix non riesce a resistere all’assalto dello spagnolo: dopo esser uscito velocissimo dall’ultimo curvone di Laguna Seca, Palou attacca all’interno Rosenqvist e, nonostante una leggera toccatina, riesce a scavalcare l’avversario e ad andare al comando. Power, alle loro spalle, ne approfitta e sale in seconda posizione.

Parecchio aggressivo, alla ripartenza, anche McLaughlin, il quale supera due piloti in tempo zero e, in uscita da curva 5, finisce anche per tamponare Benjamin Pedersen, piantatosi in uscita. La seconda caution di gara, tuttavia, avviene al nono giro ed è causata di nuovo da Newgarden, finito in testacoda in uscita dalla 4 con tanto di impatto sulle barriere di gomme.

Il secondo restart avviene al 12° giro, con Power che scoda alla ripartenza e si espone all’attacco di Rosenqvist all’Andretti Hairpin; l’australiano stringe molto (anche troppo) lo svedese, ma Felix riesce a scavalcare il pilota Penske e a tornare secondo, permettendo anche ad O’Ward di superare il bicampione. Dixon, nel mentre, è costretto ad effettuare un drive through per il contatto provocato al via, di cui è stato giudicato colpevole.

Si trova nelle prime posizioni anche Agustín Canapino, il quale scavalca Alexander Rossi per la settima posizione dopo esser stato lasciato passare dal #7 per una manovra di blocco giudicata irregolare dai commissari. Nelle retrovie, Dixon effettua la sua prima sosta effettiva al 18° giro, seguito poco dopo da Armstrong.

Il loro compagno Palou, in testa, sta tenendo un ritmo insostenibile per tutti ed il suo vantaggio cresce a dismisura a 6″6 al giro. Il sospetto è che lo spagnolo stia spingendo sacrificando il consumo di carburante, ma Álex continua imperterrito. C’è anche un bello spavento per il #10 quando Hélio Castroneves, finito in testacoda alla 2, si tocca con Pedersen alla 3 e, nel tentativo di rientrare in pista, costringe Palou ad una manovra evasiva.

Contro ogni previsione, è Rosenqvist ad imboccare per primo la pitlane al 28° giro tra i due leader, venendo poi imitato dal compagno O’Ward al 29°. Pato esce dai box davanti allo svedese, ma proprio in quel momento Marcus Ericsson, in battaglia col connazionale, centra Rosenqvist e lo manda in testacoda all’Andretti Hairpin. Ericsson rimane bloccato al centro della pista, mentre l’alfiere McLaren, nel tentativo di proseguire, si ritrova con una gomma desciappata e finisce in testacoda alla 3, rimanendo bloccato nella sabbia.

Palou imbocca la corsia dei box e, pochi istanti dopo, la direzione gara chiama la Full Course Yellow. Ciò è una gran fortuna per Palou, che può effettuare il pitstop mantenendo comunque la testa della gara. Va decisamente peggio a Colton Herta, costretto a rientrare al termine del 30° giro per un rifornimento d’emergenza. Nel frattempo riparte Rosenqvist, ma al 23° posto.

La pitlane riapre per permettere la sosta ai piloti, ma anche in corsia box si scatena il putiferio: è di nuovo Ericsson a creare confusione, per un contatto con Rossi in uscita dalla piazzola. I due perdono un sacco di tempo ma riescono a proseguire.

La fine della terza caution è prevista per il 37° giro, ma nemmeno il tempo di ripartire che, all’ultima curva, avviene un altro contatto tra Pedersen e Castroneves, a cui si aggiunge anche Callum Ilott. L’inglese è entrato in contatto con Will Power ed è costretto a fermarsi, mentre l’australiano, facendo slalom tra le vetture, riesce a continuare la corsa.

Ben più scioccante quanto succede tra McLaughlin e Santino Ferrucci: sulla salita che porta in curva 1, l’italo-americano è costretto ad inchiodare per evitare il contatto con Canapino e Scott finisce per tamponarlo, mandandolo fuori pista; incredibilmente Ferrucci riesce a controllare la vettura e a salvarsi dalle barriere, rientrando in 11a posizione.

Tra i due, ad avere la peggio è paradossalmente McLaughlin, costretto alla sosta ai box al 39° giro per i danni rimediati all’ala anteriore nei contatti con Ferrucci e Pedersen in precedenza. Al 42° giro finalmente la gara riparte e Grosjean tenta di attaccare il “Ninja” dall’esterno per la seconda posizione, ma all’uscita dal tornantino Andretti va sullo sporco e viene passato sia da Canapino che da David Malukas. Il franco-svizzero, tuttavia, si rifà almeno sul pilota di Dale Coyne Racing, infilandolo al Cavatappi; Ferrucci, alle sue spalle, compie la stessa manovra su DeFrancesco per la sesta posizione.

In soli due giri in regime di bandiera verde, Palou guadagna un secondo e mezzo nei confronti di O’Ward, mentre il terzo pilota Arrow McLaren, Rossi, sbaglia alla Rainey finendo nella ghiaia. Precedentemente Alexander era stato toccato al posteriore da Colton Herta, ora 12° ed in pista con l’ala leggermente danneggiata.

Ricominciano le soste, con Grosjean ai box al 49° giro mentre Palou pare inarrestabile. Il #10 porta il proprio vantaggio su O’Ward a 4″5, con Canapino ancora più staccato a 11″. E’ il turno di Malukas di fermarsi al 52° ed il lituano rientra al 16° posto davanti a Grosjean, ma l’ex-pilota di F1 riesce a risuperarlo dopo un paio di giri in fondo al rettilineo. Sosta anche per Tom Blomqvist, che stava rimanendo a secco di etanolo.

Un nuovo colpo di scena avviene sul finire del 58° giro: mentre O’Ward si ferma per la sosta, DeFrancesco sperona Malukas nel tentativo di difendere la posizione in curva 3, provocando un’altra caution. La pitlane si blocca e stavolta la fortuna volta le spalle a Palou, che deve rimanere in pista fino alla riapertura della corsia. Pato, grazie alla sosta, è invece sesto e ha la concreta possibilità di vincere ora.

Palou rientra ai box un paio di giri dopo ma nel traffico, per la precisione al 14° posto davanti a Canapino che si è fermato con lui. Il suo compagno nel team Juncos, Ilott, è intanto finito in testacoda all’ingresso della corsia box, bloccando anche l’accesso a Kyle Kirkwood (costretto alla retromarcia). Il #77, comunque, viene fatto ripartire.

Il nuovo avvio è previsto per il 62° giro, ma anche stavolta un incidente all’ultima curva costringe la direzione gara a richiedere l’intervento della Pace Car. Stavolta la causa è lo speronamento di Ferrucci su Palou, col #14 che letteralmente decolla sull’ala posteriore dello spagnolo, il quale però esce incredibilmente illeso al contrario di Santino. L’italo-americano rimane fermo nella via di fuga senza l’appendice aerodinamica anteriore e, insieme a lui, si è fermato anche Blomqvist per un contatto con De Francesco.

Dopo un altro girone di soste in regime di bandiera gialla, O’Ward è in testa davanti a Rossi, Grosjean, Hunter-Reay, DeFrancesco, Canapino e Palou, con quest’ultimo che riesce a proseguire la gara senza problemi. Dixon, fermatosi, è in nona posizione dietro a Callum Ilott, incredibilmente ottavo nonostante i due testacoda.

Al 68° giro nuova falsa ripartenza: stavolta Dixon ed Armstrong stringono Benjamin Pedersen all’ingresso dell’ultima curva ed il danese, senza spazio, colpisce il neozelandese, poi toccato anche da Ericsson. Entrambi i piloti Ganassi ripartono, mentre va segnalato il gran sorpasso di Grosjean su Rossi all’ultima curva e quello in uscita dalla stessa da parte di Ilott su Palou. Anche Hunter-Reay ha passato il pilota McLaren prima dell’esposizione della gialla e sale quindi al terzo posto.

Il campione 2012, durante questa nuova caution, rientra ai box insieme a Rossi e Malukas, con la nuova ripartenza fissata per il 74° giro. Stavolta tutto procede senza intoppi, con Grosjean che ha un ottimo scatto e sopravanza O’Ward sul rettilineo principale, andando in testa. Si accende anche la lotta tra i due piloti di Juncos Racing: Ilott tenta di replicare la manovra fatta su Palou nel restart precedente, ma Ilott resiste e, all’Andretti Hairpin, finisce col pizzicare la gomma posteriore sinistra del compagno, finendo per danneggiare il profilo di destra della sua ala.

Ilott prosegue senza problemi, mentre Canapino è costretto a rallentare vistosamente. L’inglese entra in lotta anche con Palou e McLaughlin nel settore centrale della pista ed il pilota proveniente dal Supercars supera prima Álex in curva 6 e poi Callum sul Rahal Straight. In tutto questo, Dixon è incredibilmente terzo dopo la sosta e la penalità rimediata.

L’ottava ed ultima caution di gara giunge poco dopo. E’ di nuovo Castroneves a mettersi nei guai perdendo il posteriore in curva 3 cercando lo spazio su Herta, col risultato che i due si toccano ed il figlio d’arte viene spedito nella via di fuga. Il brasiliano prosegue la corsa, mentre Colton sarà costretto al ritiro dopo il rientro al pit.

Grosjean ed O’Ward, i leader della gara, sono ai limiti col carburante e decidono quindi di rientrare per un cambio gomme ed un rifornimento; in uscita O’Ward rientra davanti a Romain, ma i due sono in 13a e 14a posizione e dovranno rimontare in questi circa quindici giri rimasti.

L’ultima ripartenza avviene al 79° giro, con Dixon al comando davanti a McLaughlin, Ilott, Palou e Canapino, quest’ultimo ancora col baffo danneggiato. Scott, davanti, stavolta sgrana il gruppo prima della ripartenza e non avvengono incidenti al via, con Power che supera Lundgaard in curva 2 e viene poi imitato da Rossi in uscita dalla 3.

Questa strana coppia va poi a caccia di Canapino e lo scavalca senza problemi. La testa della corsa si fa però lontana perché i primi quattro hanno un altro passo, con Dixon in particolare che sta tentando la fuga ed ha guadagnato 1″2 sul suo omonimo.

Le difficoltà di Canapino, oramai con l’ala che tocca l’asfalto, proseguono col sorpasso da parte di Lundgaard ed il raggiungimento di Armstrong ed O’Ward, mentre nella lotta per il podio Palou, in uscita dall’ultima curva, scavalca Ilott grazie ad una miglior accelerazione. Armstrong, intanto, supera Canapino alla 2.

E’ poi il turno di O’Ward, a cui Agustín agevola il sorpasso prima del Cavatappi. Difficoltà ancora più grosse per DeFrancesco, tornato in pista dopo un pitstop ma visibilmente lento, tanto da diventare un ostacolo per Palou. Questo pone fine alle possibilità di rimonta del campione 2023 su McLaughlin, con soli sei giri alla fine.

L’ultimo colpo di scena nelle prime posizioni è l’uscita di pista di Ilott alla Rainey, col #77 che riesce a proseguire perdendo però la posizione su Power. L’inglese torna davanti a Rossi e Lundgaard e i tre si ritrovano praticamente attaccati sul rettilineo principale, con Ilott che riesce a conservare la top five sui due avversari.

La fuga di Dixon su McLaughlin alla fine va a buon fine ed il vantaggio guadagnato dal sei volte iridato è sufficiente per arrivare sul traguardo in controllo totale. E’ il pilota di Brisbane a vincere il GP Monterey 2023, conquistando la terza vittoria in quattro gare e concludendo in bellezza l’annata.

Scott McLaughlin ed Álex Palou chiudono il podio davanti a Power, Ilott, Lundgaard, Rossi (superato da Christian all’ultimo giro), Armstrong, O’Ward ed Hunter-Reay. 11° Grosjean, alla sua ultima gara in Indycar prima del debutto nel WEC.

Nella classifica piloti la coppia Ganassi in testa consolida un risultato finale già straordinario, con Palou primo con un bottino di 656 punti e Dixon secondo a quota 578. Nella lotta per il terzo posto prevale, a sorpresa, proprio McLaughlin, che con 488 punti strappa la medaglia di bronzo ad O’Ward (484) e a Newgarden (479).

Qui i risultati dell’ultima gara del campionato 2023 e la classifica finale della Indycar Series.

Fonte immagine: indycar.com

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