Indycar | GP Monterey 2022: Power vince il suo secondo titolo, Palou abdica vincendo l’ultima gara

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
12 Settembre 2022 - 10:50
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Una vittoria, due secondi, sei terzi e tre quarti posti: è questo il ruolino di marcia che ha consentito a Will Power di consacrarsi come campione della NTT INDYCAR SERIES per la stagione 2022. Per il pilota di Toowoomba è il secondo titolo in carriera dopo quello vinto nel 2014, un titolo che ribalta lo stereotipo di pilota velocissimo ma poco concreto che si era costruito durante i primi anni della sua carriera.

Alla veneranda età di 41 anni, Power ha messo insieme una stagione strepitosa dal punto di vista non tanto della pura performance, quanto della costanza di rendimento nel corso dell’intero campionato: nelle 17 gare disputate, l’australiano ha tagliato il traguardo nelle prime quattro posizioni in ben 12 occasioni; per fare un confronto, nell’anno del suo primo titolo aveva ottenuto lo stesso risultato solamente in 7 appuntamenti su 18.

Il titolo conquistato suggella definitivamente un anno straordinario per Power, che in questa parte finale di stagione ha prima eguagliato (a St. Louis) e infine superato (proprio a Monterey) il record di 67 pole position in carriera stabilito da Mario Andretti, diventando così il miglior poleman non solo della sua generazione, ma dell’intera storia della categoria.

Sul fronte squadre, un pilota del Team Penske ha vinto per la 17esima volta il principale campionato americano a ruote scoperte, includendo in questa definizione tutte le varie sigle che si sono succedute nel corso degli anni; limitatamente al corso più recente della NTT INDYCAR SERIES, si tratta del sesto titolo per la squadra del Capitano dopo quelli del 2006 (Hornish), 2014 (Power), 2016 (Pagenaud), 2017 e 2019 (Newgarden); per lui è anche il primo campionato da quando, nel novembre del 2019, ha rilevato la proprietà e la gestione dell’intera categoria e, in particolare, dell’Indianapolis Motor Speedway.

Power rileva lo scettro di campione da Alex Palou, che ieri ha abdicato nel miglior modo possibile dominando il GP di Monterey. In attesa di capire come verrà risolta la querelle contrattuale che vede coinvolti il pilota catalano, Arrow McLaren SP e Chip Ganassi Racing, va reso onore alla gara straordinaria da lui compiuta ieri, che l’ha visto tagliare il traguardo con mezzo minuto di vantaggio nei confronti del resto del gruppo nonostante a metà gara sia arrivata una pace car che aveva annullato tutto il gap costruito fino a quel momento.

Partito 11°, Palou già nel corso del primo giro si era portato in ottava posizione e poi in sesta all’inizio del primo round di pit stop. Ripartito con le gomme morbide, Palou ha saltato uno alla volta i suoi avversari che erano invece sulle dure, dopo aver smarcato gli pneumatici con la banda rossa nella parte iniziale della gara.

Il sorpasso nei confronti del leader, che al termine del round di pit stop era tornato ad essere Power, è arrivato nel corso del Giro 27, quando il pilota del Team Ganassi ha scavalcato l’australiano in accelerazione tra le Curve 3 e 4 sfruttando il grip fornito dalle gomme morbide.

Dal momento in cui ha preso in mano la leadership della gara, Palou non l’ha più mollata se non in occasione dell’ultimo round di pit stop, chiudendo così nel migliore dei modi questo campionato che non l’aveva ancora visto arrivare sul gradino più alto del podio. Lo spagnolo è il nono pilota ad arrivare in Victory Lane nel corso di questa stagione della NTT INDYCAR SERIES, un dato che eguaglia quello dello scorso anno.

Alle spalle di Palou, ma staccato di ben mezzo minuto, si è piazzato Josef Newgarden, autore di una gara straordinaria in cui ha fatto il possibile per tenere aperto il campionato fino alla fine. Partito dall’ultima fila dopo l’errore di ieri in qualifica, il pilota del Tennessee non è stato rapidissimo nel recuperare posizioni nei giri iniziali della gara, anche in virtù della scelta di usare le gomme a mescola dura.

Newgarden si è invece scatenato nel secondo stint, quando è passato agli pneumatici più morbidi: in una decina di giri è risalito dalla 14esima alla settima posizione, per poi scivolare in nona dopo la seconda sosta. Il successivo ritiro di Callum Ilott, fermatosi per un problema tecnico all’uscita dei box, ha portato prima all’ingresso ai box di tutti i piloti che non avevano ancora effettuato la seconda sosta e poi all’ingresso della pace car, che ha ricompattato il gruppo.

Alla ripartenza Newgarden si trovava in quinta posizione, ma tre il 42esimo e il 46esimo passaggio ha scavalcato O’Ward, Rosenqvist ed infine Will Power, con un attacco deciso ma pulito all’ingresso del Cavatappi. L’incognita a questo punto era legata al ritmo gara del pilota del Tennessee rispetto al leader Palou, ma ben presto è stato chiaro che i due viaggiavano su tempi sostanzialmente simili e che il vantaggio di otto secondi accumulato dallo spagnolo nei primissimi giri dopo la ripartenza sarebbe rimasto invariato.

Le ambizioni di successo di Newgarden sono sparite definitivamente al Giro 60, quando è rientrato ai box per il terzo pit stop per mettere un altro set di gomme morbide; con 35 giri ancora da percorrere era chiaro che il pilota del Team Penske non sarebbe potuto arrivare a fine gara senza fermarsi ancora una volta.

Nel frattempo Power, che con il secondo set di gomme dure (usate) sembrava essere in difficoltà dopo aver subito il sorpasso da parte di Newgarden, era riuscito a conservare la terza posizione rintuzzando senza eccessiva difficoltà gli attacchi prima di Rosenqvist e poi di Grosjean, che nella fase centrale della gara lo seguivano da vicino.

Gli ultimi 30 giri di gara non hanno riservato grosse sorprese, perlomeno nelle prime posizioni: Palou ha dominato in modo incontrastato, riuscendo perfino a guadagnare una decina di secondi nei confronti di Newgarden nelle tornate conclusive della gara; alle sue spalle Newgarden, nonostante la sosta in più, ha conservato la piazza d’onore precedendo di tre secondi Power, che con questo terzo posto si aggiudica il titolo con 16 punti di vantaggio nei confronti del compagno di squadra.

Subito giù dal podio troviamo Felix Rosenqvist, in quella che potrebbe essere la sua ultima gara per il team Arrow McLaren SP; al momento la sua situazione di mercato non è ben definita e molto dipenderà da come finirà la diatriba con Alex Palou e con il Chip Ganassi Racing.

Quinto posto per Christian Lundgaard, che con questo risultato ha la meglio nei confronti di David Malukas per il titolo di Rookie of the Year. Il danese ha già rinnovato il contratto con il team Rahal-Letterman-Lanigan Racing e, perlomeno nel breve-medio termine, il suo futuro sembra essere nella NTT INDYCAR SERIES. Lundgaard rileva il titolo di esordiente dell’anno da Scott McLaughlin, che l’aveva vinto lo scorso anno e che ieri ha chiuso la gara alle sue spalle, in sesta posizione. Seguono Grosjean, O’Ward, Ericsson e Rossi, alla sua ultima gara in carriera con la Andretti Autosport prima dell’approdo in Arrow McLaren SP.

Nulla da fare invece per l’altro contendente al titolo, Scott Dixon, che ha chiuso la gara in dodicesima posizione alle spalle anche di Colton Herta; quest’ultimo, a sua volta, è stato rallentato da una prima sosta molto lenta a causa di un problema nella sostituzione di uno pneumatico.

La classifica finale del campionato vede Will Power campione con 560 punti davanti a Newgarden (544) e a Dixon (521), che nonostante un’ultima gara non particolarmente brillante conserva il terzo posto in campionato dagli attacchi di McLaughlin e di Palou, appaiati a quota 510 punti; in virtù del maggior numero di vittorie (tre contro una), il quarto posto in campionato viene assegnato al neozelandese.

Marcus Ericsson scivola al sesto posto con 506 punti mentre O’Ward conserva il settimo a 480 punti. Chiudono la top-10, molto più staccati, Felix Rosenqvist (in netta ripresa dopo un pessimo 2021), Alexander Rossi e Colton Herta.

Con il GP di Monterey va in archivio la stagione 2022 della NTT INDYCAR SERIES e da oggi sarà tempo di guardare al prossimo anno: con un mercato piloti ancora in pieno fermento ed un calendario non ancora annunciato, le certezze sulla prossima stagione sono ancora poche.

Salvo imprevisti, chi sicuramente sarà ai nastri di partenza è proprio il neo-campione in carica, che un anno e mezzo fa aveva esteso il contratto con il Team Penske fino al termine del prossimo anno; con lui ci saranno sicuramente Josef Newgarden e Scott McLaughlin, più agguerriti che mai dopo una stagione che li ha visti conquistare rispettivamente cinque e tre vittorie.

Il campionato 2023 della NTT Indycar Series dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) iniziare con il GP di St.Petersburg, già fissato per il weekend del 4-6 marzo 2023, mentre la 500 Miglia di Indianapolis è in programma per il 28 maggio.

Immagine di copertina da Indycar Media/Chris Owens

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