A seguire il resoconto e le classifiche del GP di Long Beach 2021, vinto da Colton Herta davanti a Josef Newgarden e a Scott Dixon.
La cronaca
Forte del miglior tempo ottenuto in qualifica al sabato, Josef Newgarden parte in prima posizione davanti a Scott Dixon; seconda fila per Helio Castroneves e Simon Pagenaud (unico tra i primi a partire con le gomme più dure) davanti a Felix Rosenqvist e Romain Grosjean. Alex Palou e Patricio O’Ward, i due protagonisti alla corsa per il titolo, partono rispettivamente dalla decima e dall’ottava posizione.
Al via le prime posizioni non cambiano mentre O’Ward infila subito Hinchcliffe per la settima posizione. Dopo poche curve Pagenaud viene infilato prima da Rosenqvist e poi da Grosjean, che sfruttano al meglio le gomme più morbide per recuperare una posizione.
L’episodio che chiude quasi completamente la lotta per il titolo si verifica già alla fine del primo giro: Ed Jones prova l’attacco su Hinchcliffe al tornantino prima dei box, ma frena troppo tardi e va a colpire l’incolpevole O’Ward, il quale finisce in testacoda all’uscita della curva.
Come da copione, al tornantino si crea l’ingorgo: dopo aver provocato la carambola, Jones esce malissimo dall’ultima curva e viene sfilato da Hinchcliffe e da Palou, che sale così all’ottavo posto; più indietro, Herta non si avvede del rallentamento davanti a lui e tampona violentemente Hunter-Reay; quest’ultimo sarà l’unico a riportare delle conseguenze dall’impatto, mentre la #26 riesce a proseguire senza problemi. Più indietro, Bourdais fa spegnere il motore e il suo arresto provoca il primo ingresso in pista della pace car.
All’apertura della pit lane si fermano solamente i piloti in coda al gruppo: Rahal, Chilton, Askew e ovviamente O’Ward. In precedenza si era fermato anche Hunter-Reay, il quale però era rientrato ai box mentre la pit lane era chiusa e per questo è stato costretto a scontare un drive through. La stessa penalità è stata assegnata anche a Jones, ovviamente per aver provocato l’incidente con O’Ward.
Al Giro 5 si riparte con Newgarden sempre al comando davanti a Dixon, Castroneves, Rosenqvist, Grosjean e Pagenaud. All’inizio della tornata successiva Herta attacca Palou che non oppone resistenza e lascia tranquillamente scorrere il suo rivale. Un giro dopo Rosenqvist imposta un duello con Castroneves per la terza posizione, ma alla staccata di Curva 9 blocca entrambe le ruote anteriori e spalanca la porta a Grosjean, che sale così al quarto posto.
Chi dà vero spettacolo, tuttavia, è ancora Colton Herta, che tra l’ottavo e il decimo giro passa prima Hinchcliffe e poi Pagenaud, risalendo così al sesto posto dopo essere partito dalla 14esima posizione.
Nei giri sucessivi la situazione in classifica si calma un pochino; Newgarden, nel frattempo, non riesce ad allungare nei confronti di Dixon, che rimane attorno al secondo di ritardo.
Il secondo colpo decisivo nella lotta al titolo si verifica al termine del Giro 17 quando, all’uscita dell’ultimo tornante, il semiasse posteriore destro della macchina di O’Ward (quello colpito nella precedente toccata con Jones) cede di schianto, lasciando il messicano senza trazione. O’Ward percorre lentamente l’intera Shoreline Drive, ma la direzione gara aspetta a chiamare la caution per permettere il rientro ai box dei primi.
Il più lesto ad approfittare della situazione è Herta, che rientra già al termine del Giro 18, mentre nella tornata successiva si fermano Newgarden, Dixon, Pagenaud, Palou e Hinchcliffe; restano invece in pista Castroneves, Grosjean e Rosenqvist.
La caution viene esposta all’inizio del Giro 20; durante la fase di neutralizzazione si ferma Grosjean, che scivola così al 23° posto. Nel frattempo, la macchina di O’Ward viene riportata nel garage per le riparazioni del caso, ma per lui le possibilità di lottare per il titolo sono definitivamente svanite.
Si riparte all’inizio del Giro 25 con Castroneves al comando davanti a Rosenqvist, Sato, McLaughlin, Power, Ilott, Kimball, Daly, Harvey e Kellett. Newgarden è 12° ed è seguito da Dixon mentre Palou è 19°.
Il periodo di bandiera verde dura un solo giro: nel tentativo di difendersi dall’attacco di Rossi, Ericsson gira troppo largo in Curva 1 e va a colpire le barriere di protezione con la ruota anteriore destra. La macchina è ferma in un punto pericoloso e stavolta la decisione di neutralizzare la gara è immediata.
Al termine del Giro 27, sotto caution, si fermano ai box tutti quelli che non si erano fermati nei giri precedenti; solamente Castroneves, che continua a guidare la gara, e Rahal restano in pista.
Si riparte al Giro 31 con Castroneves in prima posizione seguito da Rahal, Newgarden, Dixon, Herta, Hinchcliffe, Palou, Pagenaud, Rossi e Grosjean, risalito al decimo posto davanti alle soste dei piloti che precedentemente erano rimasti in pista.
Dopo la sosta, Newgarden e Dixon erano ripartiti con le gomme più dure mentre Herta aveva scelto nuovamente le morbide, decidendo così di lasciare le dure per lo stint conclusivo della gara. La differenza in termini di performance tra le due mescole è evidente: Dixon già alla prima staccata deve difendersi da Herta, il quale effettua il sorpasso pochi secondi dopo, all’ingesso di Curva 7.
Il pilota del team Andretti si mette alla caccia di Newgarden, ma la sua rincorsa dura pochissimo: già nel corso del Giro 32 Herta è in scia al pilota del Tennessee e alla staccata di Curva 8 lo infila guadagnando la terza posizione, che diventerà la prima dopo le soste dei due piloti al comando.
Al Giro 34 i primi due si fermano lasciando campo libero a Colton Herta, che dal canto suo ha già allungato su Newgarden portando il proprio vantaggio a 3 secondi. Il ritmo del leader è talmente superiore che nei successivi 19 giri il suo vantaggio nei confronti degli inseguitori arriva a sfiorare i 9 secondi.
Newgarden, dal canto suo, sembra non trovarsi perfettamente a suo agio con le gomme dure e il gruppetto alle sue spalle rimane tutto sommato abbastanza compatto.
Prima della seconda sosta le posizioni nel gruppo di testa non subiscono grossi cambiamenti: il più rilevante è rappresentato dal sorpasso di Grosjean ai danni di Rossi in Curva 1 all’inizio del Giro 44, manovra che permette al francese di salire in settima posizione.
Al Giro 49 si va vicini alla terza caution di giornata a causa di Hunter-Reay, costretto a procedere lentamente a causa di un danno allo pneumatico posteriore sinistro causato dallo strofinamento contro di esso di una parte della carrozzeria. Fortunatamente il vincitore della Indy 500 2014 riesce a tornare lentamente ai box, scongiurando così l’ingresso della vettura di sicurezza.
Nelle prime posizioni Hinchcliffe, quarto, alza di molto il ritmo perdendo il contatto da Dixon e generando così un trenino alle sue spalle; al Giro 52 Palou prova un attacco all’esterno di Curva 1, ma lo spagnolo decide saggiamente di desistere.
Al Giro 53 inizia l’ultima tornata di pit stop della gara: i primi a rientrare sono Pagenaud e Power mentre Herta si ferma al giro dopo; insieme al leader della gara rientrano anche Newgarden, Hinchcliffe, Palou, Rossi e Bourdais, mentre Dixon resta fuori un altro giro.
L’operazione dei meccanici di Ganassi sulla #10 è molto rapida e ciò permette a Palou di ripartire davanti ad Hinchcliffe. Nel giro d’uscita dai box, il canadese viene passato anche da Pagenaud.
Al Giro 55 si fermano anche Dixon e Grosjean, che chiudono così il round di soste per i piloti di testa: la tornata in più effettuata prima della sosta non consente a Dixon di guadagnare la posizione su Newgarden e, allo stesso modo, il francese riparte davanti a Rossi. Nel frattempo crolla Hinchcliffe, che in poche curve viene passato da Rossi, Grosjean, Bourdais, Power e McLaughlin.
Al Giro 56 finisce di fatto la gara di Romain Grosjean, che all’uscita di Curva 8 tocca il muretto con la ruota posteriore sinistra danneggiando la sospensione; il francese rientrerà ai box e riuscirà a ripartire, ma solo dopo aver perso tre giri.
Nel corso del Giro 61 arriva l’ultima caution della gara: Askew prova un attacco su Daly in Curva 9, blocca le ruote e finisce contro le barriere di protezione; per evitare l’incidente, Daly è costretto a riparare sulla via di fuga e per questo motivo perde un giro nei confronti dei leader.
La safety car entra in pista per consentire ai commissari di rimuovere la vettura di Askew e chi paga le maggiori conseguenze dell’accaduto è Graham Rahal, l’unico pilota a non aver ancora effettuato l’ultimo rifornimento. Il pilota dell’Ohio è costretto a fermarsi mentre il gruppo alle sue spalle è compatto e ciò lo fa tornare in pista in 20esima posizione.
Al Giro 66 si riparte con Herta davanti a Newgarden, Dixon, Palou e Pagenaud. Tra questi piloti, il leader della gara è l’unico a montare pneumatici a mescola dura; ciò, tuttavia, non rappresenta un grosso problema per Herta, che mantiene la situazione sotto controllo pur non riuscendo più a scappare come fatto durante il secondo stint.
Il campionato 2021 si chiude matematicamente al termine del 73esimo degli 85 giri previsti: è questo infatti il momento in cui Herta completa la sua 31esima tornata al comando della gara, contro le 18 percorse da Newgarden fino a quel momento; con soli 12 giri ancora da percorrere, per il pilota del Team Penske diventa matematicamente impossibile acquisire i 2 punti bonus riservati a chi percorre il maggior numero di giri in testa e questo gli toglie l’ultima possibilità aritmetica di scavalcare Palou in campionato. Il titolo 2021, dunque, finisce ufficialmente nelle mani del pilota spagnolo.
Gli ultimi 12 giri non regalano particolari emozioni: i piloti di testa mantengono le loro posizioni, ma nessuno è sufficientemente veloce da poter attaccare chi ha davanti per recuperare delle posizioni.
Sul traguardo del Giro 85, Colton Herta conquista il suo terzo successo stagionale davanti a Josef Newgarden, a Scott Dixon che completa il podio e ad Alex Palou, che col quarto posto finale suggella definitivamente una stagione straordinaria che gli ha consegnato il primo titolo in carriera nella NTT INDYCAR SERIES.
Pagenaud chiude al quinto posto la sua ultima gara per il Team Penske davanti a Rossi, Harvey, Bourdais, Sato e Power.
Le classifiche
Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Owens
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