Indycar | GP Indianapolis 2023, la cronaca della gara del Motor Speedway

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
14 Maggio 2023 - 22:33
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Álex Palou (Chip Ganassi Racing) ha conquistato il primo successo stagionale in Indycar al GP Indianapolis 2023.


Segue la cronaca del GP Indianapolis 2023, quinta prova della NTT Indycar Series. Álex Palou ha conquistato il proprio quinto successo di carriera a bordo della Dallara Honda #10 del team Chip Ganassi Racing, davanti alle Arrow McLaren SP di Patricio O’Ward ed Alexander Rossi. La corsa è durata 85 giri e si è corsa sull’asciutto.


La griglia della Indycar è schierata e pronta alla bandiera verde per la partenza lanciata, tranne per Benjamin Pedersen che rientra ai box proprio al momento dello start per via di alcune noie tecniche alla sua vettura. La procedura di avvio prosegue e Christian Lundgaard, dalla pole, ha un bello spunto al contrario di Felix Rosenqvist, il quale viene passato immediatamente da Palou e da Harvey. L’ex-campione cerca dall’esterno di liberarsi immediatamente anche del danese ma deve desistere momentaneamente, mentre nella pancia del gruppo avviene un contatto tra Graham Rahal e Kyle Kirkwood, col figlio d’arte che rimedia una foratura alla ruota posteriore destra.

Dalla decima posizione, grazie alla Alternate, è partito a razzo Alexander Rossi, già sesto dopo il via e poi quinto grazie al sorpasso ai danni del compagno O’Ward. Palou, nel frattempo, scavalca alla penultima curva Lundgaard e conduce il primo giro di gara in testa, approfittando anche lui del maggior grip delle gomme rosse. Nelle retrovie Malukas ha superato Scott McLaughlin con una manovra molto rischiosa alla 7 con tanto si passaggio sul cordolo, ma entrambi andranno larghi e saranno passati da Conor Daly.

E’ proprio Malukas a causare la prima caution al secondo giro, per via di un contatto provocato dal compagno Sting Ray Robb: alla 7 il #51 arriva lungo e colpisce in pieno la fiancata del #18, mandandolo in testacoda e provocando la fine del GP per entrambi; è rimasto coinvolto anche Romain Grosjean, che ha dovuto attuare una manovra evasiva sull’erba per evitare il contatto. La pace car entra in azione e ricompatta il gruppo, permettendo a Rahal, in fondo ad esso, di cambiare gomme un’altra volta.

Alla ripartenza, al settimo giro, Herta attacca Ericsson per l’ottava posizione e Power cerca di fare lo stesso con Kirkwood: i due finiscono molto larghi alla 1 l’americano si ritrova addirittura sull’erba della 2, ma al rientro in traiettoria colpisce la fiancata di sinistra dell’australiano e lo manda in testacoda. Il campione in carica riparte ultimo, mentre Kirkwood verrà sanzionato con sette posizioni di penalità e dovrà far sfilare gran parte del gruppo, compreso Power (ora 24°). Devlin DeFrancesco, in tutto questo, ha guadagnato due posizioni facilmente ed è ora in top ten.

Marcus Armstrong gli ruba la decima piazza poco dopo, mentre davanti continua la rincorsa di Rossi che sale addirittura al terzo posto dopo aver attaccato anche il compagno Rosenqvist. Dei primissimi il più in difficoltà è Jack Harvey, che con le dure non riesce a replicare nemmeno lontanamente il ritmo dei piloti su Prime attorno a sé; l’inglese è sceso al sesto posto.

Palou ha guadagnato 3″ su Lundgaard, il quale si deve guardare dal rientro del #7, mentre più indietro Herta ed Ericsson hanno attaccato Harvey; il #30 è anche bravo a difendersi alla 1 dal tentativo di attacco dello svedese, ma alla fine la resistenza si rivela inutile. Rinus Veekay, nel frattempo, apre il girone delle soste previsto al dodicesimo passaggio, passando alle gomme morbide.

E’ ancora presto, tuttavia, per un pitstop per i primissimi, ma nonostante questo l’inerzia della gara sta ora favorendo i piloti dotati di gomme dure: il ritmo di Palou cala e così il suo distacco che scende a 2″4 nei confronti di Lundgaard, il quale si è scrollato di dosso la Dallara-Chevrolet di Rossi ed è ora forte di un gran ritmo. Il primo a fermarsi dei due leader è lo spagnolo, in contemporanea con Alexander.

Lundgaard, con poco carico di benzina, ha ora la possibilità di balzare davanti al #10 grazie ad una buona parte finale di stint, ma il doppiaggio di Callum Ilott gli complica le cose non dandogli molta pista libera. Dopo due giri il danese rientra ai box per un pit di 6″6, ma rimane comunque alle spalle di Palou una volta uscito dai box. Ora il danese è su gomme morbide, mentre lo spagnolo ha le dure.

I due piloti in lotta per la vittoria si liberano velocemente di Kirkwood, mentre Rosenqvist, durante il girone delle soste, è tornato davanti al compagno Rossi. Lundgaard, intanto, sfrutta al meglio il nuovo set di Alternate per passare all’attacco di Palou, sottraendo la seconda posizione momentanea dalle mani del pilota Ganassi con un attacco in curva 7 a ruota fumante.

In testa c’è ora Graham Rahal, le cui gomme hanno più di venti giri sulle spalle ed il suo ritmo non è chiaramente all’altezza del duo alle sue spalle; il suo terzo rientro ai box avviene al trentunesimo giro, mentre al trentatreesimo il suo compagno Harvey è già stato ampiamente staccato in classifica nella lotta per le posizioni che contano. C’è battaglia, invece, per la settima posizione tra Marcus Ericsson e Colton Herta, con lo svedese che supera l’americano alla 1.

Un’altra lotta è al momento tra le Arrow McLaren SP, con O’Ward, su gomme dure, che sta girando ben più forte di Rosenqvist e tenta un primo attacco alla 10 all’interno, alla quale Felix però resiste con autorevolezza facendo adirare via radio il messicano. Il rientro ai box del #5 avviene al quarantesimo passaggio e le gomme montate sono di nuovo le Prime, con le quali ora dovrà rimontare dal nono posto.

Giunti alla metà gara, la leadership del Gran Premio cambia nuovamente a favore di Palou, che attacca Lundgaard grazie alle gomme ora meno usurate e può di nuovo godere di pista libera. La risposta del team Rahal Letterman Lanigan è immediata, con la vettura #45 che si fionda ai box per un nuovo cambio gomme, un nuovo set di Alternate. Sorprendentemente, però, il danese esce dai box alle spalle di Pato O’Ward, protagonista di una parte centrale di gara da applausi in termini di ritmo.

La stessa cosa accade a Palou, il quale esce dalla pitlane dopo la propria sosta alle spalle del messicano, che da virtualmente quarto è salito al comando. Il ritmo, però, è ancora dalla parte di Palou quando si tratta di usare le gomme dure, su cui sono entrambi i piloti.

Il primo tentativo di attacco del pilota Ganassi arriva alla 3 ma è fin troppo ambizioso, perciò Álex tenta e riesce in una manovra più ortodossa in curva 7, lasciando il messicano nelle grinfie di Lundgaard. Anche il poleman di gara riesce a superare il “Ninja” in fondo al rettilineo principale, tornando così secondo. Il terzetto virtualmente in testa è racchiuso in un fazzoletto di 1″8, mentre al comando c’è di nuovo Rahal sulla sua strategia sfalsata.

Il ritmo di gara di Palou, in questa fase, comincia a velocizzarsi: dopo aver ripassato Rahal, il catalano guadagna nel giro di pochi passaggi fino a 5″ ai danni di Lundgaard, il quale non sta riuscendo a sfruttare al meglio le Alternate anche per via del problema dei consumi di carburante. In appena tre giri il suo distacco dalla testa raddoppia ed ora si stanno avvicinando anche le altre due Dallara del team McLaren.

Con ancora ventisei giri da percorrere, il #45 rientra ai box con delle gomme troppo affaticate e monta, per l’ultimo stint, delle Prime. La lotta per la vittoria pare ridotta ad una questione a due tra O’Ward e Palou, mentre sopra ad Indianapolis il cielo si sta riannuvolando.

Mentre Rosenqvist crolla improvvisamente nel ritmo venendo ripassato da Josef Newgarden al giro 61, in fondo alla pitlane la vettura di Simon Pagenaud si ferma dopo che il dado dello pneumatico posteriore destro è stato avvitato male; il francese è costretto a fermarsi ma la sua posizione, insieme alla pitlane larghissima, permettono il proseguimento regolare del Gran Premio. Si è fermato ai box anche Santino Ferrucci, afflitto da un problema alla sospensione anteriore sinistra.

Al nuovo girone dei pitstop, l’ultimo, c’è Alexander Rossi al comando ma con Palou leader virtuale e proprietario di un vantaggio di circa 5″ su O’Ward, il quale ha cercato di allungare lo stint precedente ma non è riuscito ad accorciare le distanze dallo spagnolo. Il #10, a questo punto, decide di calare la mannaia sul cronometro ed il suo vantaggio, in soli tre giri, sale vertiginosamente a 11″2.

Herta, nel frattempo, ha guadagnato due posizioni nei confronti di Rosenqvist e Newgarden (vittima quest’ultimo di una sosta lenta), ma ben presto la gestione delle gomme del figlio di Bryan si rivela fallimentare, permettendo il rientro di questi piloti. A ventuno giri dalla fine Rossi si ferma e monta delle gomme rosse, ricedendo la testa ad Álex.

Le prime due posizioni appaiono dunque congelate, mentre il terzo posto di Lundgaard è minacciato da Rossi, tornato in pista intenzionato a spingere. La difesa del poleman dura qualche giro, fino all’esaurimento dei secondi di push-to-pass a dieci tornate dalla fine: per Rossi l’attacco arriva agimente in curva 7 e gli vale il podio.

Herta si trova vicino al suo ex-compagno e potrebbe a sua volta attaccare Lundgaard, ma le gomme morbide montate dal #26 improvvisamente crollano, rendendolo preda dei piloti alle sue spalle. Rosenqvist torna così sotto alla Dallara giallo-nera ed attacca con successo alla 1, dopo un tentativo a vuoto alla 7 ma durante la quale Herta ha compiuto un manovra di blocco non consentita.

Herta finisce per perdere altre tre posizioni a vantaggio di Dixon, Newgarden ed Ericsson, mentre Palou s’invola verso una meritatissima vittoria. Il catalano completa l’ottantacinquesimo giro vincendo davanti ad O’Ward, Rossi, Lundgaard, Rosenqvist, Dixon (alla sua 350a corsa con Chip Ganassi Racing), Newgarden, Ericsson, Herta e Rahal.

Palou balza in testa anche nella generale piloti con 174 punti ed un vantaggio di sei nei confronti di O’Ward, mentre Ericsson è più staccato a -19. C’è poi un solco di oltre venti punti prima di trovare Grosjean (134), il quale precede un gruppo di piloti molto compatto e separato da soli 12 punti: Scott McLaughlin (133), Josef Newgarden (131), Scott Dixon (127) e Will Power (122). Lundgaard è nono con 111 punti raccolti.

Qui i risultati della gara e la classifica piloti aggiornata.

Fonte immagine: indycar.com

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