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Indycar | GP Indianapolis 2022: Gara convulsa ad Indy, Herta vince sotto l’acqua

di Andrea Gardenal
Pubblicato il 15 Maggio 2022 - 00:30
Tempo di lettura: 6 minuti
ARTICOLO DI ARCHIVIO
Indycar | GP Indianapolis 2022: Gara convulsa ad Indy, Herta vince sotto l’acqua
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Il Gran Premio di Indianapolis più caotico di sempre si chiude con il meritato successo di Colton Herta, che va così a conquistare la sua prima vittoria stagionale nonché la prima in carriera sul circuito stradale ricavato all’interno dell’ovale che tra due settimane ospiterà la 500 Miglia.

Herta ha saputo padroneggiare con grande maestria le difficilissime condizioni di aderenza, estremamente variabili dall’inizio alla fine della gara. Il pilota del Team Andretti è stato il primo a scegliere di passare dalle gomme da bagnato alle slick, già al termine del secondo giro di gara: questa mossa, apparentemente azzardata, gli ha permesso di recuperare una dozzina di posizioni nei confronti di tutti gli altri piloti rimasti in pista, trovandosi alle spalle del solo Patricio O’Ward.

Herta si è preso la testa della gara poche curve dopo, superando il messicano all’uscita di Curva 10 dopo aver controllato in maniera sensazionale un sovrasterzo di potenza nelle Curve 8 e 9, da lui percorse interamente di traverso.

Da quel momento in poi Herta, di fatto, non ha più mollato la prima posizione se non per il gioco dei pit stop, scegliendo perfettamente i tempi delle successive soste ai box: non si è fatto ingannare dall’arrivo della pioggia verso il 40° giro, quando alcuni piloti tra cui Rosenqvist e Rossi si erano tuffati in pit lane per mettere le gomme da bagnato.

Quando la pioggia si è trasformata in acquazzone, di fatto nei giri in cui era prevista l’ultima sosta ai box, non ha esitato a rientrare ai box per mettere le gomme rain nonostante avesse effettuato il suo precedente pit stop per il rifornimento un solo giro prima. Dopo questa sosta, con il successivo intensificarsi della pioggia, il suo successo è stato messo a repentaglio solo dalle lunghissime caution, che hanno rischiato di favorire McLaughlin, O’Ward e Grosjean, ovvero quei pochi piloti che erano rimasti in pista con le gomme slick e che si erano così ritrovati in testa alla gara.

Il neozelandese e il francese, in realtà, hanno ceduto le rispettive posizioni già sotto caution, visto che sono stati protagonisti di due testacoda mentre la vettura di sicurezza era ancora in pista; la pratica O’Ward è invece stata sbrigata già alla prima staccata dopo la penultima ripartenza, quando ormai la pista era talmente bagnata da non consentire al messicano di difendersi.

Al termine del 75° degli 85 giri previsti di una gara accorciata per maltempo, Herta ha così tagliato il traguardo in prima posizione con tre secondi di vantaggio nei confronti di Simon Pagenaud, che ha seguito alla lettera la strategia di Herta e che in questo modo è andato a cogliere il suo miglior risultato da quando è passato al Meyer-Shank Racing; fa specie pensare che il francese ha ottenuto questo podio dopo essere partito dalla decima fila sullo schieramento. Terzo il poleman Will Power, che grazie alle defaillances dei suoi diretti avversari in campionato si riporta in testa alla classifica generale.

Quarto posto per Marcus Ericsson, che a lungo aveva sperato in un arrivo più tempestivo della pioggia: la strategia non gli avrà concesso di vincere come accaduto a Nashville lo scorso anno, ma ha comunque permesso al pilota svedese di ottenere un ottimo piazzamento.

In quinta posizione si è classificato Conor Daly, che ha così ottenuto il suo miglior piazzamento negli ultimi quattro anni e mezzo; nonostante il pilota dell’Indiana partisse dalle prime file, la sua gara è stata per certi versi simile a quella di Pagenaud ed Ericsson, visto che anche lui è scivolato in fondo al gruppo nei primi giri di gara.

Buon sesto posto per Felix Rosenqvist, protagonista nelle posizioni di testa nella prima metà di gara finché non è finito incolpevolmente contro al suo stesso compagno di squadra Patricio O’Ward, che si era girato davanti a lui alla prima staccata dopo una delle tante ripartenze vissute nel corso di questa gara. Lo svedese è stato anche uno dei pochi che hanno provato l’azzardo delle gomme scolpite verso il 40° giro, quando però la pioggia non era sufficientemente intensa da dar loro un reale beneficio.

Le successive neutralizzazioni hanno rimesso in gioco Rosenqvist, che con il sesto posto ha salvato una giornata a dir poco complicata.

Miglior risultato in carriera per Callum Ilott, che ha portato la sua vettura #77 al traguardo in settima posizione; oltre che per lui, si tratta anche del miglior risultato nella storia del team Juncos Racing, una squadra che finora non era mai riuscita a piazzarsi tra i primi 10 al traguardo di una gara.

La Top-10 si completa con Takuma Sato, come sempre molto arrembante, Christian Lundgaard, finito a muro sotto caution nelle ultime centinaia di metri di gara, e Scott Dixon, rimasto a secco in pit lane nel corso del Giro 36 proprio mentre si stava fermando per il rifornimento.

Dal gruppo dei primi 10 mancano diversi nomi di attesi protagonisti: il blocco composto da Patricio O’Ward, Scott McLaughlin e Romain Grosjean ha occupato le posizioni dalla 17esima alla 19esima a causa dell’errata scelta di non rientrare ai box al 62° giro per mettere le gomme scolpite come fatto invece da Herta, Pagenaud, Power e dalla maggior parte degli altri piloti.

Alle loro spalle, in 20esima posizione, ha chiuso Alex Palou, la cui gara è stata compromessa fin dai primi giri a causa di un testacoda e del successivo spegnimento del suo motore nel tentativo di ripartire. In quel frangente, lo spagnolo ha accusato un giro di ritardo che non è più riuscito a recuperare nel corso del resto della gara.

Peggio ancora è andata a Josef Newgarden, classificato solo 25° dopo aver perso 15 giri ai box per riparare i danni di una collisione provocata da Jack Harvey nel corso dei primi giri di gara.

Una nota di merito, infine, va spesa per Juan Pablo Montoya, che in condizioni meteo avverse ha messo a frutto la sua enorme esperienza evitando i guai e facendo le scelte strategiche corrette in ogni frangente, tanto da ritrovarsi in settima posizione nei giri conclusivi del Gran Premio. Purtroppo per lui, la sua prestazione non si è concretizzata in un risultato importante, visto che il colombiano è finito a muro prima di Curva 12 distruggendo la vettura a soli tre giri dalla fine della gara, provocando la caution che ha chiuso definitivamente le ostilità.

Andato in archivio il GP di Indianapolis, da martedì si inizierà a pensare all’edizione numero 106 della 500 Miglia con le prime ore di prove libere. Alla fine della prossima settimana si disputeranno le qualifiche che decideranno la griglia di partenza per la gara, in programma domenica 29 maggio.

Immagine di copertina da Indycar Media/Mike Young


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