Indycar | GP Indianapolis 2020: Dichiarazioni P11-P18

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
5 Luglio 2020 - 11:45

Seguono le dichiarazioni dei piloti che hanno completato il GMR Grand Prix di Indianapolis tra l’11esimo e il 18esimo posto.

JAMES HINCHCLIFFE (#29 Genesys Honda, P11): “Per noi è stata una giornata di alti e bassi: speravamo di andare un po’ meglio in qualifica, ma partendo dal 19° posto sapevamo che avremmo avuto parecchio lavoro da fare. Durante il warm-up abbiamo lavorato sulla macchina e l’abbiamo migliorata, portandola in linea con quelle dei nostri compagni di squadra. In gara fin dall’inizio abbiamo puntato sulla strategia a tre soste. Il primo stint è stato discreto, ma quando siamo rientrati per montare il primo set di gomme morbide siamo rimasti bloccati dietro a Chilton e abbiamo perso un po’ di tempo. Nello stint successivo abbiamo compiuto dei progressi e la caution ci ha aiutato. Sfortunatamente durante la terza sosta non è entrato tutto il carburante previsto, quindi durante il terzo stint abbiamo dovuto risparmiare carburante e abbiamo perso un paio di posizioni. Durante l’ultima sosta abbiamo riempito il serbatoio e abbiamo migliorato la macchina per lo stint finale. Abbiamo recuperato qualche posizione, ma realisticamente saremmo dovuti finire da qualche parte tra Simon (P3) e Pato (P8). Chissà come sarebbe andata se fossimo riusciti ad inserire tutto il carburante. Alla fine abbiamo recuperato rispetto alle qualifiche. Sono felice degli sforzi fatti dai ragazzi della Genesys e per Indy saremo ancora più forti.”

CONOR DALY (#20 U.S. Air Force Chevy, P12): “Abbiamo fatto una partenza molto buona e la prima metà di gara è andata molto bene. All’inizio ero molto felice della macchina, anche se non è stato facile per noi risparmiare carburante. Da lì in poi è stato difficile fare le scelte strategiche giuste. Alla fine abbiamo preso buoni punti, abbiamo resistito ed eravamo in lotta. Sono felice di aver completato la mia prima gara con la macchina della U.S. Air Force Chevrolet.”

RYAN HUNTER-REAY (#28 DHL Honda, P13): “Anche oggi ci siamo ritrovati a dover recuperare: ho dovuto rimontare dal 22esimo posto, chiudere un distacco di 15 secondi in pista e poi superare sette macchine. È stato a dir poco frustrante, è la seconda gara di fila in cui abbiamo dovuto rimontare dal fondo. Speriamo di terminare questa sequenza sfortunata e che a Road America le cose vadano meglio per il team DHL.”

ZACH VEACH (#26 Gainbridge Honda, P14): “Il weekend nel suo complesso è stato molto difficile: abbiamo iniziato con una macchina che era più simile ad una macchina da test che altro e non siamo riusciti a svolgere tutto il lavoro che ci eravamo prefissi. Nel warm-up la macchina è migliorata molto, con le gomme morbide andava molto bene in gara: al decimo giro la bottiglia per bere durante la gara ha smesso di funzionare e da lì in avanti è stata molto dura, con oltre 30°C e con il nuovo aeroscreen. Verso metà gara io e Marco ci siamo toccati e di questo mi scuso con lui. Per quanto ci riguarda, l’incidente ha reso ancora più duro il nostro fine settimana. Non vedo l’ora di andare a Road America la prossima settimana e spero che lì vada meglio.”

FELIX ROSENQVIST (#10 NTT DATA Chip Ganassi Racing Honda, P15): “La gara non è iniziata bene, la partenza non è stata delle migliori, abbiamo perso alcune posizioni e da lì in poi è stato difficile mantenere il ritmo. Durante la sosta si è spento il motore e abbiamo perso altro tempo, dovremo analizzare quello che è successo in quel frangente. Alla fine abbiamo perso un giro, ma l’abbiamo recuperato grazie alla bandiera gialla e siamo finiti a centro gruppo; dovremo vedere in che modo potremo migliorare per tornare davanti assieme ai nostri compagni di squadra, dove dovremmo essere.”

MAX CHILTON (#59 Gallagher Carlin Chevrolet, P16): “Il weekend sembrava essere promettente, almeno fino a metà gara quando è uscita la bandiera gialla mentre eravamo in ottava posizione. Penso che se riesci a mantenere l’ottava posizione per metà gara, hai ovviamente il passo per rimanere lì. Sfortunatamente siamo stati danneggiati dalla bandiera gialla. Ero uno dei pochi a non essere ancora entrato ai box in quel ciclo di soste, quindi siamo tornati in pista in fondo al gruppo; inoltre dovevamo ancora utilizzare le gomme dure, e per questo ho perso altre posizioni. Verso fine gara eravamo veloci con le gomme morbide nuove: io, Rosenqvist e Hunter-Reay abbiamo guadagnato alcune posizioni, ma a 10 giri dalla fine ho avuto dei problemi alle sospensioni, avevo difficoltà a sterzare e quindi non ho più potuto attaccare. Penso che saremmo arrivati facilmente tra i primi 10, ma le cose non sono andate in nostro favore. Il fatto positivo è che la macchina #59 della Gallagher Carlin Chevrolet è stata molto veloce nelle ultime gare, quindi sappiamo che sarà molto forte anche a Road America nel prossimo weekend.”

JACK HARVEY (#60 AutoNation / SiriusXM Honda, P17): “Complessivamente sono deluso dalla nostra gara: se la bandiera gialla fosse uscita 30 secondi dopo sarebbe andata molto diversamente. Siamo stati molto penalizzati: abbiamo perso un po’ di velocità durante la gara, ma avremmo comunque potuto finire la giornata tra i primi 5. Abbiamo dimostrato di avere un buon ritmo, quindi dovremo partire da qui per continuare a migliorarci.”

CHARLIE KIMBALL (#4 Tresiba / AJ Foyt Racing Chevrolet, P18): “Nonostante il 18° posto non sia il risultato che il team Tresiba #4 voleva per questo weekend, sono orgoglioso di questi ragazzi. Hanno lottato duro per tutto il giorno e i tre pit stop sono andati benissimo. La macchina aveva un ritmo discreto, ma penso che ci sia spazio per migliorare. So che gli ingegneri hanno già alcune idee per la doppia gara di Road America la prossima settimana. La gara è stata molto calda, difficile dal punto di vista fisico e so che i ragazzi ai box hanno sofferto molto il caldo, perché non possono essere rinfrescati come avviene stando nell’abitacolo. Complessivamente è stato un buon weekend, abbiamo imparato molte cose e partiremo da qui per fare meglio la prossima volta.”

Immagine di copertina da IndyCar Media/Walt Kuhn

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