A tre mesi dall’incubo della mancata qualificazione alla Indy 500, Rahal fa la pole sul tracciato stradale Indycar. Secondo Lundgaard.
Quest’anno l’andamento del team Rahal Letterman Lanigan Racing nel campionato Indycar 2023 è quasi incomprensibile. Lo scarso livello visto sugli ovali è stato compensato, a volte anche largamente, dalle performance sugli stradali o nei circuiti cittadini e le qualifiche del GP Gallagher non hanno fatto eccezione. La pole position l’ha ottenuta Graham Rahal, sulla Dallara-Honda #15 sponsorizzata Code 3 Associates,
Si tratta di un risultato che arriva sì dopo il primato nelle prove libere conquistato, ma che stupisce in ogni caso. Sono passati sei anni da quando il figlio di Bobby Rahal ha comandato la griglia alla bandiera verde di una gara Indycar (ovvero da Detroit 1 2017) e, soprattutto, quella di oggi è una pole che arriva proprio ad Indianapolis, pista nella quale non si è qualificato durante la Indy 500 di quest’anno (riuscendo poi a prendervi il via solo come sostituto di Stefan Wilson). Il primo posto del #15 vale ancora di più se si pensa alle difficoltà col pedale del freno troppo morbido patite durante le varie sessioni.
Il gran venerdì del team RLL è stato completato da Christian Lundgaard: il vincitore di Toronto scatterà dalla seconda posizione per una prima fila tutta per il team Rahal, col danese che ha confermato le sue capacità sul Road Course di Indy. Il #45 ha girato in 1:10.2, ad un decimo scarso dal tempo migliore di Graham in 1:10.1132. E’ andato bene anche Jack Harvey sulla terza vettura della squadra di Bobby Rahal, ma l’inglese, ottavo in classifica, dovrà scontare una penalità di sei posizioni per un cambio di motore illecito avvenuto a Nashville.
Anche la seconda e terza fila saranno monopolizzate da due team, in una Fast Six che ha compreso diversi volti inaspettati. Alexander Rossi e Patricio O’Ward, sulle Dallara-Chevrolet della Arrow McLaren SP, partiranno in terza e quarta posizione, davanti agli alfieri del team Andretti Autosport, Devlin DeFrancesco (quinto, la sorpresa di queste qualifiche) e Romain Grosjean (sesto).
Marcus Armstrong ha masticato amaro durante il Round 2. Pur collezionando un’ottima settima posizione, il neozelandese è rimasto escluso dalla Fast Six per un’inezia, qualcosa come 0″0008 nei confronti di DeFrancesco. Con la penalizzazione di Harvey, ad affiancarlo sarà Álex Palou.
Il leader della classifica iridata, pur non essendo riuscito a lottare per la pole, ha comunque da sorridere pensando a com’è andata ai suoi inseguitori in chiave iridata, nella fattispecie Scott Dixon (16°) e Josef Newgarden (19°). In particolare l’americano si è mostrato parecchio frustrato alle telecamere della NBC, conscio di come il tracciato stradale di Indy non fornisca molte opportunità di sorpasso per una rimonta.
In generale, è stata una pessima qualifica sia per Chip Ganassi che per il Team Penske. Delle quattro vetture del primo team solo Armstrong e Palou hanno superato il primo round, mentre Marcus Ericsson ha chiuso solo 18°; per la squadra di Roger, invece, solo Scott McLaughlin ha passato la tagliola del primo round ottenendo l’11° tempo (decimo in griglia grazie alla sanzione di Harvey), mentre anche Will Power, sulla #12, non è andato oltre al 17° posto in griglia.
L’ultimo posto in top ten è andato a Felix Rosenqvist sulla terza vettura McLaren, mentre tra i protagonisti di Nashville va segnalata la performance dimenticabile di Kyle Kirkwood, anche lui escluso nel Gruppo 2 e solo 15° sullo schieramento, alle spalle di Linus Lundqvist alla sua seconda partecipazione in Indycar (la prima su un tracciato vero e proprio); un buon modo per lo svedese di festeggiare il nuovo gettone di presenza per questa gara.
Qui i risultati del Round 1 Gruppo 1, del Gruppo 2, del Round 2 e della Fast Six. Infine, ecco la classifica completa.
Fonte immagine: indycar.com
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