Indycar | Gateway 250s 2020: la cronaca e le classifiche di gara-1

IndyCar
Tempo di lettura: 6 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
30 Agosto 2020 - 10:11
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A seguire il racconto di gara-1 della Bommarito Automotive Group Race 250s, conclusasi con il quarto successo stagionale (50° in carriera tra CART e IndyCar) di Scott Dixon.

La cronaca

L’azione vera e propria di gara-1 da Gateway inizia ancor prima della bandiera verde. Nella fila di vetture che occupa la traiettoria interna dell’ultima curva si ha un improvviso rallentamento, Álex Palou scarta all’interno di Alexander Rossi e Simon Pagenaud lo segue; Oliver Askew non se ne avvede e tampona la vettura #22 del team Penske, che carambola proprio contro la Andretti #27 di Rossi spedendola verso il muretto interno.

Ne consegue un trambusto generale che coglie in fallo un altro pilota, Zach Veach. La Andretti #26 va a colpire da dietro la #98 del compagno di squadra Marco Andretti, che a sua volta coinvolge il malcapitato Ed Carpenter. Tony Kanaan si salva per pochi metri e riesce a proseguire indenne. Askew rientra ai box per sostituire l’ala anteriore danneggiata, mentre la vettura di Pagenaud richiede riparazioni al posteriore. Per Rossi, Veach e Andretti, invece, la gara è già finita. Ovviamente, la Direzione Gara ricorre al regime di caution.

All’apertura della pit lane, insieme ad Askew e Pagenaud, decidono per una sosta ai box anche Charlie Kimball, Santino Ferrucci, Graham Rahal e lo stesso Kanaan. Pagenaud è costretto ad un ulteriore stop tre tornate più tardi, perché i problemi dovuti alla tamponata subita da Askew sembrano essere tutt’altro che risolti.

La bandiera verde arriva all’inizio del 14° giro, con uno scatenato Jack Harvey che supera sia Josef Newgarden che Takuma Sato per la quinta posizione. Passa un’ulteriore tornata e anche il campione in carica si mette alle spalle il vincitore della Indy 500 edizione 2020. Al comando resta Will Power su Patricio O’Ward, Scott Dixon e Marcus Ericsson.

Il pacchetto aerodinamico da ovali non permette una grande azione in pista e la classifica resta perlopiù invariata fino all’inizio del primo giro di soste, iniziato con grande anticipo al 49° giro da Rinus VeeKay e Graham Rahal. Quest’ultimo inizia però a mostrare i primi sintomi dei problemi che successivamente lo porteranno al ritiro: successivamente si scoprirà che un tovagliolo si era infilato nel circuito di raffreddamento dell’unità elettronica di controllo del cambio (GCU), provocandone il surriscaldamento. Prosegue anche il calvario di Pagenaud, la cui gara continua ad essere un dentro-fuori dalla corsia box.

Al 61° giro iniziano anche le soste dei battistrada, tra i quali figurano O’Ward, Newgarden e Harvey oltre a Conor Daly. Per il messicano il pit stop e il giro di rientro sono impeccabili, poiché Power si ferma nella tornata successiva e torna in pista alle spalle della Arrow-McLaren SP #5. Insieme a Power, sostano anche Hunter-Reay e Palou. Un giro dopo tocca ad Ericsson quindi, al 65° giro, Dixon si ferma per la prima sosta e i meccanici del team Ganassi compiono il primo capolavoro di giornata, rimandando in pista il neozelandese davanti a Power.

Al termine del primo giro di soste comanda quindi O’Ward davanti a Dixon, Power, Harvey, Newgarden e un ottimo VeeKay, che ha recuperato tre posizioni grazie ad un corposo undercut.

Poca azione in pista anche nel secondo stint, che porta la gara fino a metà distanza. Ancora una volta è VeeKay a fermarsi per primo, al giro numero 97. Allo scoccare del 100° giro è il turno di Newgarden, imitato da Power al giro successivo e quindi da Daly e Hunter-Reay, infine da Harvey al giro 103. La gara di questi piloti, tutti quanti in top 10 fino al secondo stint, viene compromessa al giro 109 da una caution, chiamata dalla Direzione Gara per l’arrivo di qualche goccia di pioggia in pista. I piloti rimasti in pista fino a quel momento hanno modo di effettuare la loro seconda sosta, precisamente al 115° giro, senza perdere posizioni, forti della tornata di vantaggio accumulata su chi invece si era già fermato.

O’Ward esce dalla pit lane con un vantaggio millimetrico su Dixon, autore di un altro pit stop impeccabile. Ericsson è ora terzo davanti a Colton Herta, ottavo all’inizio del precedente stint e ora ai piedi del podio. Newgarden, Power, Askew, Daly e Harvey optano per un’ulteriore sosta in regime di caution al 119° giro.

La gara riparte al giro 122 e il protagonista è proprio Power, nelle retrovie, che supera subito Newgarden (ripartitogli davanti dopo la sosta extra) e Palou. L’offensiva dell’australiano dura poco, perché al 134° giro deve rientrare nuovamente ai box per un problema ad una gomma, precipitando 17°.

Al 149° giro VeeKay inaugura anche la terza ed ultima tornata di soste, puntando su un altro undercut per attaccare quantomeno una top 5. Tra i protagonisti della gara anche Ericsson sceglie di anticipare l’ultimo pit stop di qualche giro rientrando al 155°, così come Herta e Santino Ferrucci che si fermano al 157°. Sosta lenta per il pilota del team Coyne, che dal quinto posto scivola fuori dalla top 10 a causa di un problema al bullone della anteriore destra, mentre Herta riesce a superare in pista Ericsson tre giri dopo il suo pit stop. Buona parte della gara si decide al giro 162, quando O’Ward e Dixon si sfidano direttamente in pit lane: la sosta del team Arrow-McLaren SP si svolge senza problemi ma la Ganassi #9 riesce ugualmente a rientrare in pista davanti.

Nel frattempo, Takuma Sato è rimasto in pista cominciando ad inanellare giri veloci a ripetizione, a pista libera. Per il giapponese sembra concretizzarsi l’occasione di un’altra vittoria, perché oltre ad avere un passo eccezionale alla fine del secondo stint può contare sul tempo perso da Dixon dietro a Newgarden, davanti a lui di un giro per via del gioco delle soste ma decisamente più lento.

La vettura #30 del team RLL effettua l’ultima sosta al 175° giro ma ci sono problemi nel fissaggio della gomma posteriore destra e Sato rientra in pista alle spalle di Dixon e O’Ward.

Non è finita però, perché con gomme più fresche Sato ha modo di ritornare prontamente su O’Ward, superandolo all’esterno di curva 1 al 180° giro con una manovra da cineteca. Le due vetture vengono anche a contatto, ma fortunatamente senza alcuna conseguenza.

Negli ultimi 20 giri Sato sfrutta la maggior freschezza delle sue coperture per colmare il gap da Dixon. Tuttavia, il neozelandese si difende con successo conquistando il suo quarto successo stagionale, il 50° in carriera, e avvicinandosi ulteriormente al suo sesto titolo IndyCar. O’Ward conquista un altro podio con il terzo posto precedendo Herta, Ericsson e VeeKay. Solo 12° Newgarden, mentre il poleman Power chiude mestamente 17° un’altra gara sfortunata.

In classifica generale, Dixon raggiunge quota 386 punti contro i 269 di Newgarden, i 256 di O’Ward e i 248 di Sato.

Le classifiche

Immagine copertina: Chip Ganassi Racing Twitter

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