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Indycar | É morto John Andretti

di Andrea Gardenal
Pubblicato il 31 Gennaio 2020 - 10:54
Tempo di lettura: 5 minuti
ARTICOLO DI ARCHIVIO
Indycar | É morto John Andretti
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John Andretti non ce l’ha fatta: è morto ieri, all’età di 56 anni, dopo una battaglia contro il cancro durata quasi tre anni.

Figlio di Aldo, nipote di Mario e cugino primo di Michael, John è stato uno degli esponenti più poliedrici della famiglia Andretti nel mondo del motorsport, avendo corso con successo con le monoposto, con le stock cars e con le vetture sport.

Ed è proprio con le vetture sport che è iniziata la carriera di John, che nel 1986 ha ottenuto il suo primo successo ad alto livello alla 500 km di Watkins Glen, valida per il campionato IMSA. L’anno successivo è arrivato il passaggio alle monoposto con il team di Mike Curb, per il quale ha corso due stagioni part-time.

Il 1989 ha segnato il suo ritorno full-time nel campionato IMSA, all’inizio del quale si è aggiudicato la vittoria nella prestigiosa 24 Ore di Daytona in equipaggio con Bob Wollek e Derek Bell. Due mesi dopo ha conquistato la sua ultima vittoria coi prototipi al Gran Premio di Palm Beach, sempre in coppia con Wollek.

I successi al volante di un prototipo Porsche gli sono valsi la chiamata da parte della filiale americana del costruttore tedesco per disputare l’intero campionato CART 1990 al volante di una March/Porsche ufficiale come compagno di squadra di Teo Fabi. La stagione ha però riservato ben poche soddisfazioni al team Porsche e ad Andretti, che a fine anno si piazza solamente al decimo posto nella generale, con due quinti posti a Cleveland e a Vancouver come migliori risultati.

Il 1991 è stata sicuramente la stagione più brillante di John Andretti con le monoposto: passato al team di Jim Hall dopo il ritiro della Porsche, John vince l’edizione inaugurale del Gold Coast Grand Prix, gara d’apertura del campionato CART 1991.

Nel mese di maggio dello stesso anno, Andretti ha chiuso al quinto posto la 500 Miglia di Indianapolis, suo miglior risultato di sempre nella classicissima dell’Indiana; sette giorni dopo, John ha conquistato il secondo posto alla 200 Miglia di Milwaukee in una gara storica, che ha visto tre membri della famiglia Andretti nelle prime tre posizioni sotto la bandiera a scacchi: il cugino Michael al primo posto, John al secondo e lo zio Mario al terzo.

Il 1992 è stata l’ultima stagione completa di John Andretti con le monoposto, conclusa all’ottavo posto nella generale con un quarto e quattro quinti posti come migliori risultati.

Il 1993 ha segnato l’esordio di John Andretti nella Nascar Winston Cup Series, dove ha corso per il team di Billy Hagan le ultime 5 gare della stagione. Alcuni mesi prima John aveva partecipato per la sesta volta alla 500 Miglia di Indianapolis correndo per il team del suo padrino, il leggendario AJ Foyt che proprio in quel mese di maggio aveva annunciato il suo ritiro definitivo dalle competizioni dopo 35 anni di carriera.

Nel 1994 John Andretti è il primo pilota a provare il “Double Duty”, ovvero correre nello stesso giorno sia la 500 Miglia di Indianapolis che la 600 Miglia di Charlotte valida per la Winston Cup Series. Andretti completa la Indy 500 al decimo posto, correndo sempre per il team di Foyt, ma a Charlotte è costretto al ritiro dalla rottura dell’albero a gomiti.

Dal 1994 al 2002 Andretti è a tutti gli effetti un pilota Nascar: pur senza mai entrare in lotta per il campionato, John è riuscito a togliersi un paio di soddisfazioni conquistando il successo alla Pepsi 400 del 1997 a Daytona e alla Goody’s 500 del 1999 a Martinsville, gara nella quale ha trionfato nonostante un testacoda ad inizio gara provocato da una toccata di Ward Burton. In quest’ultima occasione il successo è arrivato al volante di un’altra macchina leggendaria, la #43 del team di Richard Petty.

Gli anni successivi non hanno portato molti buoni risultati ad Andretti: un terzo posto a Sonoma, sempre nel ’99, un secondo a Bristol nel 2001 e poco più.

Dopo qualche sporadica esperienza anche nella Busch (l’attuale Xfinity) Series e tra i Trucks, Andretti è tornato alle monoposto per disputare 5 edizioni della 500 Miglia di Indianapolis tra il 2007 e il 2011, oltre ad una serie di altre gare. In questi ultimi anni il suo miglior risultato è stato il nono posto conquistato alla Kansas 300 del 2010, al volante di una macchina schierata congiuntamente dalla Andretti Autosport di suo cugino Michael e dal Richard Petty Motorsports.

L’ultima gara disputata da John Andretti è stata la 24 Ore di Daytona del 2012, al volante di una Mazda RX-8 GT del Yellow Dragon Motorsports. In equipaggio con lui, oltre ad Anders Krohn e Taylor Hacquard, c’era anche suo figlio Jarett.

Nell’aprile del 2017 gli è stato diagnosticato un tumore al colon al quarto stadio e da quel momento è iniziata la sua lunga battaglia. Durante questi tre anni John ha costantemente condiviso sui social gli aggiornamenti sul proprio stato di salute, lanciando su Twitter la campagna “#CheckIt4Andretti” per sensibilizzare alla prevenzione contro la malattia.

John lascia la moglie Nancy e i suoi tre figli Jarett, Olivia e Amelia. A loro e all’intera famiglia Andretti vanno le più sentite condoglianze di p300.it

Immagine di copertina da https://twitter.com/IndyCar


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