Indycar | Detroit 2019 | Anteprima

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
29 Maggio 2019 - 11:00
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Ad una manciata di giorni dalla conclusione di un’entusiasmante 103esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis, la Indycar Series è nuovamente pronta a riaccendere i suoi motori. La prossima tappa in calendario avrà luogo sul circuito cittadino dell’isola di di Belle Isle dove si disputerà il Gran Premio di Detroit, l’unico double header stagionale: due gare regolari da 160 miglia ciascuna, 100 punti (più i bonus) da distribuire tra il sabato e la domenica di questa settimana che potranno incidere positiva o negativa sulla stagione di questo o quel pilota.

Per il secondo anno consecutivo, il Month of May è stato conquistato in blocco da un solo pilota: lo scorso anno era stato Will Power a vincere sia il GP di Indianapolis che la 500 Miglia, quest’anno è stato il turno di Simon Pagenaud, letteralmente rinato dopo un paio d’anni bui che hanno fatto seguito alla conquista del suo unico (per ora) titolo nella Indycar Series.

Pagenaud ha conquistato i suoi successi in due modi diametralmente opposti: in occasione del GP sullo stradale ha rimontato in modo perentorio dal sesto al primo posto nell’ultima frazione di gara mettendo in mostra un ritmo inavvicinabile per tutti sotto la pioggia, ma per avere la meglio di Scott Dixon ha dovuto aspettare il penultimo giro di gara. Durante la 500 Miglia, al contrario, il francese è stato l’autentico dominatore avendo completato al comando della gara ben 116 giri su 200; solamente Alexander Rossi ha dato l’impressione di essere in grado di mettere a repentaglio il suo successo, ma la potenza del motore Chevy di Pagenaud, leggermente superiore a quella dell’Honda in dotazione al pilota americano, gli ha permesso di fare la differenza.

Pagenaud è sicuramente il protagonista del momento nella Indycar Series: un mese fa il suo futuro in seno al Team Penske sembrava essere in forte dubbio, con lo stesso Penske che sembrava essere pronto a strappare proprio Alexander Rossi alla Andretti Autosport; i due successi di Indianapolis hanno completamente ribaltato la situazione e lo stesso Capitano ha confermato domenica che Pagenaud continuerà a correre per il suo team nel 2020.

La 500 Miglia di Indianapolis ha anche portato al “ribaltone” in classifica generale: per la prima volta da St.Petersburg in poi, Josef Newgarden ha perso la leadership a vantaggio del suo compagno di squadra. La differenza tra i due, tuttavia, è minima: 250 punti per Pagenaud, 249 per Newgarden. Il pilota americano, dal canto suo, sta continuando a dimostrare di aver ritrovato la continuità di rendimento perduta nel 2018 grazie ad un primo, due secondi e due quarti posti nelle prime sei gare dell’anno; l’unica battuta a vuoto è arrivata sullo stradale di Indianapolis dove tra una qualifica negativa, una strategia infelice e un errore al box, Newgarden ha chiuso solamente al 15° posto.

Alle spalle del duo di Penske c’è Alexander Rossi, il principale sfidante di Pagenaud nelle fasi finali della 500 Miglia di Indianapolis: il pilota del team Andretti ha accumulato 228 punti in questa prima fase di stagione, 22 in meno di Pagenaud; sull’attuale situazione di classifica di Rossi pesa molto il GP di Indianapolis, che per lui è finito ancor prima di iniziare dopo essere stato tamponato da Patricio O’Ward nelle fasi di partenza. Rossi si presenta a Detroit come uno dei favoriti, sia perché al giorno d’oggi è uno dei piloti più forti sui circuiti cittadini sia perché lo scorso anno ha conquistato un terzo posto in gara-1 e ha mancato il successo in gara-2 solo in seguito ad uno spiattellamento dello pneumatico anteriore sinistro causato da un bloccaggio in frenata a pochi giri dalla fine.

Al quarto posto nella generale c’è Takuma Sato, protagonista di uno dei suoi migliori avvii di campionato di sempre nella Indycar Series: il giapponese ha trionfato perentoriamente in Alabama e ha sfiorato il successo nella Indy 500, dove ha recuperato un giro di svantaggio accumulato ad inizio gara dopo essere stato costretto ad una sosta extra da un problema alla ruota posteriore destra. Appaiato a Sato a quota 203 punti c’è Scott Dixon, uscito non benissimo dalla gara di domenica scorsa: il campione in carica è stato uno dei migliori a livello di fuel saving, ma in termini di velocità è rimasto costantemente molto lontano rispetto al gruppo di testa; la sua gara si è virtualmente conclusa in occasione del “big one” innescato da Bourdais e Rahal, quando ha danneggiato la sua monoposto colpendo Charlie Kimball. Sul traguardo Dixon è passato solamente al 17° posto, ultimo tra i piloti a pieni giri.

Sesta posizione in classifica generale per Will Power, che ad Indianapolis ha limitato alla grande i danni dopo la penalità subita per aver colpito uno dei membri della sua crew durante il secondo pit stop; la quinta posizione conquistata sotto la bandiera a scacchi gli ha permesso di portare a 184 i suoi punti totali conquistati finora, 66 in meno rispetto al leader del campionato. Con Power si chiude il blocco dei piloti che occupano le prime posizioni nella generale: tra lui e il primo degli inseguitori, Ryan Hunter-Reay, ci sono infatti ben 27 punti; il pilota americano, dal canto suo, spera di iniziare a ricucire il gap con la vetta della classifica già a partire da Detroit, una pista che l’ha visto terminare al secondo e al primo posto le due gare disputate lo scorso anno.

La top-10 nella classifica generale viene completata da James Hinchcliffe, Spencer Pigot e Santino Ferrucci, che al termine della gara di domenica scorsa ha conquistato il titolo di “Rookie of the Year” per quanto riguarda la 500 Miglia di Indianapolis. Ferrucci è anche il primo degli esordienti in classifica generale e per lui questo weekend rappresenta il ritorno sulla pista che l’ha visto debuttare nella Indycar Series esattamente un anno fa. Tutti questi piloti appena nominati hanno un ritardo dalla prima posizione in classifica generale che supera già i 100 punti, pertanto al momento è estremamente improbabile che possano inserirsi nella lotta per il campionato.

Le due gare di Detroit vedranno un abbassamento del numero di iscritti non solamente rispetto ai 36 di Indianapolis, ma anche rispetto ai 23/24 di inizio stagione: nessuna delle squadre part-time prenderà infatti parte al weekend in Michigan. Meyer-Shank e Dragonspeed torneranno in pista a fine giugno in occasione del GP di Road America, mentre Juncos non ha in programma, almeno per il momento, ulteriori impegni nel campionato Indycar 2019. Ciò significa che sulle strade di Belle Isle scenderanno in pista solamente 22 macchine nei due appuntamenti del weekend.

2019 Chevrolet Detroit Grand Prix presented by Lear Corporation
Round 07-08/17
31 Maggio/01-02 Giugno 2019

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Cittadino
Lunghezza del circuito
: 2,34 mi (3,77 km)
Giri da percorrere: 70 x 2
Distanza totale: 163,8 mi (263,6 km) x 2
Numero di curve: 14 (9 a destra, 5 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Primo Gran Premio: 1982
Sanctioning body: F1: 1982-1988; CART 1989-2001; IRL 2007-2008; INDYCAR 2012-2019
Sedi di gara: Renaissance Center: 1982-1991; Belle Isle: 1992-2019

RECORD

Miglior giro: 1:13.6732 – Takuma Sato – Andretti Autosport – 2017
Distanza: 1h33:36.3769 – Graham Rahal – Rahal/Letterman Racing – 2017 (su 70 giri)
Vittorie pilota: 3 – Ayrton Senna, Helio Castroneves
Vittorie team: 7 – Team Penske
Pole pilota: 4 – Michael Andretti
Pole team: 6 – Newman/Haas Racing, Team Penske
Podi pilota: 5 – Will Power
Podi team: 16 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Venerdì 31 Maggio
10:55-11:40 (16:55-17:40) Prove Libere 1
14:50-15:35 (20:50-21:35) Prove Libere 2

Sabato 01 Giugno
10:45-11:15 (16:45-17:15) Qualifiche 1
15:50 (21:50) Gara 1 – Diretta su DAZN a partire dalle 21:42

Domenica 02 Giugno
10:45-11:15 (16:45-17:15) Qualifiche 2
15:50 (21:50) Gara 2 – Diretta su DAZN a partire dalle 21:42

Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar
Immagine di copertina da https://twitter.com/detroitgp

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