Indycar | Detroit 2017 | Anteprima

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
31 Maggio 2017 - 09:30
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Ad appena cinque giorni dalla 500 Miglia di Indianapolis che ha visto il successo di Takuma Sato, la Indycar torna immediatamente in scena sulle strade di Belle Isle, l’isola situata sul fiume Detroit che ospiterà il settimo e l’ottavo appuntamento stagionale. Quello di Detroit è infatti l’unica tappa stagionale che si disputa, oramai dal lontano 2013, col formato del double header, ovvero due gare “complete” da 260 km nell’arco di due giorni. La gara di quest’anno segna inoltre il 25° anniversario dall’approdo della Formula CART sul circuito di Belle Isle, dopo che dal 1982 al 1991 il GP di Detroit era stato corso, prima dalla Formula 1 e poi dalla stessa CART, presso il Renaissance Center.

Si arriva in Michigan con una situazione di campionato più aperta che mai: nonostante assegnasse punteggio doppio in gara e dispensasse punti anche per i risultati delle qualifiche, la 500 Miglia di domenica scorsa non ha generato alcuno strappo in classifica; ci sono stati dei rimescolamenti, com’era lecito aspettarsi, ma il gruppo è tuttora molto compatto.

Al comando della generale si trova ora Helio Castroneves, reduce dalla delusione di Indianapolis dove, per la seconda volta nel giro di quattro edizioni, ha dovuto rinunciare per un soffio alla possibilità di vincere la sua quarta 500 Miglia a vantaggio di un pilota della Andretti Autosport. Il brasiliano ha nel suo carniere 245 punti, 11 in più di un terzetto composto da Simon Pagenaud, Takuma Sato e Scott Dixon, tutti fermi a quota 234.

Questi tre piloti arrivano a Detroit in condizioni molto diverse l’uno dall’altro: il più euforico di tutti, naturalmente, sarà Takuma Sato vincitore un po’ a sorpresa (ma non troppo) della Indy 500 di domenica scorsa; sul fronte opposto troviamo invece Simon Pagenaud, che è andato incontro alla gara più deludente di questa stagione dopo essere riuscito a limitare i danni nella prima parte di stagione, nonostante il suo livello di competitività non sia affatto paragonabile a quello mostrato l’anno scorso.

Per quanto riguarda Dixon, anche per lui Indianapolis ha segnato il punto più basso della stagione, dopo aver occupato la top-5 in tutti e cinque gli appuntamenti precedentemente disputati. Dal punto di vista della guida il neozelandese si trova in uno stato di forma strepitoso, e l’ha dimostrato anche con la pole position ad Indianapolis, ma lo sfortunato incidente con Jay Howard, di cui è stato incolpevole vittima, gli ha impedito di capitalizzare in modo migliore le sue possibilità velocistiche.

Bisogna inoltre ricordare che Dixon non è uscito indenne dallo spaventoso volo che l’ha visto protagonista: nonostante nei primi minuti successivi all’incidente le sue condizioni fisiche sembrassero ok, nelle ore successive ha lamentato qualche dolore alle caviglie: si tratta di una sciocchezza se si pensa alla dinamica dell’incidente, che poteva portare a strascichi ben più pesanti, ma è comunque qualcosa che potrebbe minare il suo rendimento sulla pista di Detroit, una delle più massacranti di tutto l’anno dal punto di vista fisico.

Alle spalle dei primi quattro troviamo Alexander Rossi e Tony Kanaan, rispettivamente con 190 e 188 punti all’attivo: entrambi sono stati tra i protagonisti della prima parte di gara ad Indianapolis, ma non sono riusciti ad emergere alla distanza. Il pilota americano è stato vittima di un problema durante uno dei pit stop, quando l’addetto al rifornimento ha perso parecchi secondi nel tentativo di inserire il bocchettone sulla sua macchina; questo problema l’ha spedito in fondo al gruppo, eliminandolo di fatto dalla lotta per la vittoria.

In settima e ottava posizione ci sono, a pari merito, Will Power e Josef Newgarden, entrambi coinvolti nell’incidente del giro 185 innescato dal contatto tra Davison e Servia; per entrambi, come per il resto dello squadrone Penske (Castroneves a parte), la Indy 500 è una parentesi da dimenticare al più presto, vista la scarsa competitività mostrata lungo tutto l’arco della gara.

Una menzione di merito va fatta anche a Ed Jones, autore di una strepitosa terza posizione al termine della sua prima partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis. Il pilota di Dubai ha messo così il sigillo ad un ottimo inizio di stagione, dimostrando di essere uno dei giovani più interessanti nel panorama della Indycar per gli anni a venire. L’unica amarezza per lui deriva dal fatto di non essersi aggiudicato il titolo di Rookie of the Year alla Indy 500, finito nelle mani di Fernando Alonso.

Chi non ci sarà a Detroit è il compagno di squadra di Ed Jones, ovvero quel Sebastien Bourdais che fino al momento dell’incidente aveva dato l’impressione di essere un serio candidato al successo finale ad Indianapolis. Il francese ha sofferto fratture multiple al bacino e una all’anca, tutte operate con successo già nella sera stessa dell’incidente; per lui è già iniziata la fase della riabilitazione che, secondo le sue intenzioni, dovrebbe riportarlo in macchina in occasione del Gran Premio di Sonoma, tappa conclusiva della stagione Indycar 2017.

Al momento della scrittura di questa presentazione non è ancora chiaro chi sostituirà Bourdais nei prossimi appuntamenti: si fa naturalmente il nome di James Davison, che ha rimpiazzato con successo il quattro volte campione della Champ Car alla Indy 500, ma la rosa di candidati ad occupare il sedile della #18 è ampia. La sorpresa potrebbe essere rappresentata da Esteban Gutierrez, emerso nella giornata di ieri come uno dei favoriti nonostante sia già impegnato in Formula E col team Techeetah e nonostante non abbia esperienza di guida sugli ovali. Un altro nome che si fa è quello di Oriol Servia, che però potrebbe correre per Coyne solamente a partire dalla 600 km del Texas visto che a Detroit sarà nuovamente impegnato sulla #16 del team Rahal.

Parliamo quindi brevemente dei partecipanti a questa gara: se ad Indianapolis i partenti sono stati, come al solito, 33, qui si torna ad avere “solamente” 22 iscritti; ai 21 “canonici” di inizio stagione si aggiunge, come detto in precedenza, Oriol Servia, che correrà anche queste due gare con la seconda vettura della squadra di Bobby Rahal; Spencer Pigot, inoltre, tornerà a guidare la monoposto #20 del team Carpenter dopo che ad Indianapolis ha corso per il team Juncos, che ha fatto il suo esordio in Indycar. Resta invece da definire, come detto, chi sostituirà Sebastien Bourdais nel team Coyne.

Sky garantirà la diretta di entrambe le gare: quella di sabato verrà trasmessa da Sky Sport 3, quella di domenica da Sky Sport Plus. 

2017 Chevrolet Detroit Grand Prix presented by Lear Corporation
Round 07-08/17
02-03-04 Giugno 2017

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Cittadino
Lunghezza del circuito
: 2,34 mi (3,77 km)
Giri da percorrere: 70 x 2
Distanza totale: 163,8 mi (263,6 km) x 2
Numero di curve: 14 (9 a destra, 5 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Primo Gran Premio: 1982
Sanctioning body: F1: 1982-1988; CART 1989-2001; IRL 2007-2008; INDYCAR 2012-2017
Sedi di gara: Renaissance Center: 1982-1991; Belle Isle: 1992-2017

RECORD

Miglior giro: 1:14.0379 – Simon Pagenaud – Team Penske – 2016
Distanza: 1h40:51.6838 – Sebastien Bourdais – KV Racing Technology – 2016 (su 70 giri)
Vittorie pilota: 3 – Ayrton Senna, Helio Castroneves
Vittorie team: 7 – Team Penske
Pole pilota: 4 – Michael Andretti
Pole team: 6 – Newman/Haas Racing, Team Penske
Podi pilota: 4 – Helio Castroneves, Simon Pagenaud
Podi team: 13 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Venerdì 02 Giugno
10:20-11:05 (16:20-17:05) Prove Libere 1
15:30-16:15 (21:30-22:15) Prove Libere 2

Sabato 03 Giugno
10:05-10:35 (16:05-16:35) Qualifiche 1
15:45 (21:45) Gara 1 – Diretta su Sky Sport 3 a partire dalle 21:40

Domenica 04 Giugno
10:45-11:15 (16:45-17:15) Qualifiche 2
15:45 (21:45) Gara 2 – Diretta su Sky Sport Plus a partire dalle 21:40

Mappa del circuito e immagine di copertina dal sito ufficiale Indycar

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