Le strategie si rivelano determinanti nel finale, Kirkwood tiene a bada O’Ward e Rasmussen (al primo podio) sul traguardo.
La NTT IndyCar Series 2025 continua ad essere dominata da due nomi sostanzialmente. Dopo le vittorie di Long Beach e Detroit, quest’ultima ottenuta due settimane fa, Kyle Kirkwood ha conquistato il suo terzo successo dell’anno a bordo della Dallara-Honda #27 di Andretti Global, mettendo a segno il proprio primo centro in un ovale in quest’edizione della Bommarito 500.
Il floridiano è il secondo pilota dell’anno a sbloccarsi su questo genere di tracciati, dopo Álex Palou alla Indy500. I due, inoltre, continuano ad essere gli unici ad aver vinto almeno una gara quest’anno, mentre Honda raggiunge quota otto vittorie su otto appuntamenti svolti, con Chevrolet rimasta ancora a quota zero.
Una gara, quella disputata a St. Louis, ricca di colpi scena e che nel finale era sprovvista di un favorito d’eccellenza per la vittoria. Diversi protagonisti, infatti, sono usciti dalla contesa nel corso dei 260 giri previsti, anche in maniere a dir poco spettacolari.
La grande favorita, dopo le qualifiche svolte sabato notte, era la squadra Penske, che aveva monopolizzato la prima fila con Will Power e Scott McLaughlin, ma il team dell’Illinois lascia il World Wide Technology Raceway, ancora una volta, con le pive nel sacco. Il poleman australiano è stato il primo ad uscire di scena tra il trio del team di Roger, a causa di una foratura che l’ha mandato a muro in curva 4 provocando dei danni irreparabili alle sospensioni di destra, sia l’anteriore che la posteriore.
L’uscita di scena più spettacolare è stata quella di Josef Newgarden: ritrovatosi in testa dopo un buon recupero, al 130° giro il #2 ha impattato violentemente contro Louis Foster, finito in testacoda davanti a lui dopo un contatto col muretto esterno di curva 4. Con la visuale ostruita da Álex Palou (il quale stava per essere doppiato), il pilota di Nashville ha scartato dalla parte sbagliata della pista, centrando in pieno la Dallara #45 e cappottandosi sul muretto interno del rettilineo principale. Fortunatamente, non c’è stata nessuna conseguenza fisica per i due piloti coinvolti.
La tripletta di disastri è stata completata da McLaughlin, il quale già prima dei giri di schieramento ha patito lo spegnimento del motore sulla propria vettura. Sfruttando la parte ibrida del motore, “Scotty Mac” è potuto ripartire ed ha preso parte alla gara regolarmente dalla seconda casella in griglia, ma al 217° giro ha imboccato la pit lane e si è ritirato per un guasto tecnico.
Di contro, l’altro grande team di riferimento, Chip Ganassi Racing, questa notte non è sembrato particolarmente in palla: Palou, come detto in precedenza, ha rischiato più volte di essere doppiato e a livello di performance la sua vettura ha patito qualche problema di troppo col sottosterzo (accusato dallo spagnolo sin da subito). Alla fine, grazie ad una sosta finale molto anticipata, il #10 è comunque riuscito a recuperare qualche posizione chiudendo ottavo (il suo peggior risultato quest’anno, escludendo il ritiro di Detroit).
Il suo compagno di squadra, Scott Dixon, ha accarezzato il sogno della vittoria come nel 2023, quando a 60 giri dalla fine era in testa, nel pieno di una Caution preventiva provocata dallo sfioramento di David Malukas al muretto di curva 4, e si è fermato per una sosta nella speranza che fosse l’ultima. Stavolta, però, il capolavoro strategico a favore del neozelandese non è arrivato ed il #9 ha concluso quarto.
A completare il podio sono stati, invece, Patricio O’Ward e Christian Rasmussen. Il primo raccoglie l’ennesima piazza d’onore di questa stagione e mantiene ancora in vita le proprie speranze iridate, mentre il secondo ottiene il primo podio in carriera in IndyCar, al termine di una gara contraddistinta pure da un principio d’incendio sulla sua vettura, dopo il primo pit stop.
Santino Ferrucci completa la top five. Un po’ come Dixon, l’italo-americano si è ritrovato in una posizione piuttosto vantaggiosa all’altezza dell’ultima Caution, ma durante l’ultimo stint in bandiera verde si è dovuto comunque fermare per mancanza di bioetanolo. Comunque, si tratta di un altro ottimo risultato per Ferrucci, mentre il suo compagno Malukas, grande protagonista per due terzi della corsa, ha chiuso solo 12°.
Sesto Conor Daly (autore di una bella gara tutta all’attacco sin dalla prima bandiera verde e di un grande duello contro Pato), davanti a Rinus VeeKay, al già citato Palou, a Marcus Armstrong e a Robert Shwartzman. Il russo-israeliano porta la Prema per la prima volta in top ten in una gara della IndyCar, ma va un plauso anche a Callum Ilott, che è stato tra gli ultimi a fermarsi mentre si stava giocando la prima posizione; l’inglese, però, ha chiuso solo 18°, alle spalle dei deludenti Felix Rosenqvist e Colton Herta.
Grazie alla vittoria odierna, Kirkwood recupera 27 punti in un colpo solo a Palou ed ora il suo distacco è di 75 lunghezze (335 contro 260). O’Ward, coi 41 punti raccolti a Gateway, rimane in mezzo ai due hondisti con 262 punti raccolti, mentre il suo compagno Lundgaard, oggi solo 14°, ha perso un’occasione importante per rosicchiare punti al catalano; il danese è a -124 dalla vetta.
Tra soli altri sette giorni la IndyCar tornerà in azione e lo farà ad Elkhart Lake, per il Gran Premio di Road America. La storica pista del Wisconsin, teatro di gare e battaglie storiche, potrebbe rappresentare il punto cruciale del campionato e determinare se la sfida iridata si farà più serrata o se, invece, Palou riallungherà nella classifica piloti.
Qui i risultati della Bommarito 500 e la generale piloti dopo otto eventi.
Fonte immagine: indycar.com
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