Il quarto appuntamento con il campionato Indycar 2018 è anche il primo che si correrà su un circuito stradale permanente: in questo weekend piloti e squadre saranno impegnati a Birmingham, in Alabama, su uno dei circuiti più belli della serie, il Barber Motorsports Park; questo appuntamento, che chiude un tour de force comprensivo di tre gare in altrettanti weekend consecutivi, sarà l’ultimo prima del fatidico mese di maggio che sarà interamente incentrato su Indianapolis, prima col Gran Premio e poi con la 500 Miglia a fine mese.
La Indycar arriva in Alabama con la consapevolezza di aver trovato almeno un paio di grandi protagonisti in questo campionato: Sebastien Bourdais ed Alexander Rossi. Partiamo proprio da quest’ultimo, fresco vincitore del Gran Premio di Long Beach: oltre al successo in California, il pilota della Andretti #27 ha messo in mostra enormi potenzialità anche nei primi due appuntamenti stagionali, dove però per un motivo o per l’altro aveva ottenuto “solamente” due terzi posti. Il ruolino di marcia di Rossi, tuttavia, non si esaurisce qui: nelle ultime nove gare disputate ha conquistato due primi, un secondo, tre terzi e due sesti posti, un ritmo degno di un pretendente al titolo; l’unica battuta d’arresto subita dal californiano c’è stata a Sonoma, quando ha subito dei problemi tecnici dopo pochi giri. Con queste credenziali, Rossi sicuramente si presenta al Barber come grande favorito.
Non bisogna sottovalutare nemmeno Sebastien Bourdais, che da quando è passato al team Coyne sembra aver trovato una seconda giovinezza. Il folgorante avvio dello scorso campionato era stato interrotto dall’incidente durante le qualifiche per la Indy 500, ma il francese è tornato al volante della sua monoposto più carico che mai e quest’anno ha già conquistato una vittoria a St.Petersburg e una pole position a Phoenix; un errore ai box nello short oval dell’Arizona e una sfortunatissima caution a Long Beach gli hanno tuttavia impedito di portare a casa ancora più punti degli 88 già messi in cascina.
La perla nella stagione di Bourdais è sicuramente stato il sorpasso alla staccata della curva 1 con cui a Long Beach si è liberato, in un colpo solo, di Scott Dixon e di due doppiati; la direzione gara ha poi giudicato irregolare questa manovra perché compiuta attraversando la riga che delimita l’uscita della pit lane, ma questo “cavillo” burocratico non intacca minimamente la bellezza e la spettacolarità del gesto tecnico, uno dei più emozionanti degli ultimi anni nell’intero panorama del motorsport mondiale.
Se questi due piloti sono stati i grandi protagonisti di questo avvio di stagione, tutti gli altri sono ancora alla ricerca della miglior condizione; tra questi c’è sicuramente il campione in carica, Josef Newgarden, il vincitore di Phoenix che però al momento non ha ancora pienamente convinto: a St.Petersburg è stato poco più di una comparsa mentre a Long Beach ha corso su una strategia diversificata, con una sosta in più, ma complessivamente non sembrava avere il ritmo di Rossi, Bourdais e Dixon. Ciononostante, al momento Newgarden è secondo in campionato con 22 punti di distacco da Rossi e in questo weekend si ritorna in una pista a lui cara, visto che ci ha vinto sia la prima gara in assoluto in Indycar che la prima per il Team Penske.
Anche gli altri due piloti della Penske sono in cerca di riscatto: Will Power è reduce da un buon secondo posto a Long Beach che fa da contraltare alle prestazioni non esaltanti di St.Petersburg e Phoenix, dove tra testacoda e toccate contro il muro non è andato oltre un decimo posto ed un ritiro. Peggio ancora è andata a Simon Pagenaud, il cui miglior risultato stagionale è stato un decimo posto in Arizona, ottenuto dopo che un primo pit stop molto lento l’aveva fatto scivolare dalle posizioni di testa a quelle di centro classifica; per il francese il culmine della sfortuna c’è stato a Long Beach, quando è stato tamponato da Graham Rahal ancora prima di arrivare alla prima curva trovandosi così costretto al ritiro. Considerando il buon palmarès della squadra su questo circuito (cinque vittorie in otto anni), è lecito attendersi dei buoni risultati da parte di tutti i suoi piloti.
Anche l’altro top team della categoria, quello di Chip Ganassi, non ha iniziato la stagione nel migliore dei modi: un solo podio conquistato finora, a Long Beach grazie a Jones, ma soprattutto nessun giro completato in testa nei primi tre appuntamenti. Dixon ha ottenuto dei buoni risultati finali nei primi due appuntamenti, mentre in California è stato tagliato fuori dalle prime posizioni per colpa di una caution, ma non sembra ancora avere il ritmo dei più veloci; Jones, per contro, è nel pieno del suo processo di maturazione in seno ad un top team e probabilmente sarà necessario aspettare ancora qualche gara prima di vederlo al top della forma. Il team Ganassi non ha mai vinto in Alabama, ma detiene il record di nove podi in otto gare, di cui ben sette conquistati proprio da Dixon.
Per quanto riguarda la Andretti Autosport, dopo alcune stagioni difficili sembra aver trovato in Alexander Rossi il cavallo giusto su cui puntare. Anche Ryan Hunter-Reay, tuttavia, ha mostrato ottimi sprazzi nelle prime tre gare, ma per vari motivi non è ancora riuscito a tradurre la sua velocità in un grande piazzamento sotto al traguardo; il GP dell’Alabama può rappresentare un ottima occasione per guadagnare punti pesanti, anche perché in passato il pilota della #28 ha già conquistato due vittoria. Prosegue bene la crescita di Zach Veach, che dopo il quarto posto di Long Beach torna sul circuito che 12 mesi fa l’ha visto esordire in Indycar col team Carpenter.
Il team Schmidt, che aveva ben figurato nelle prime due gare, si è un po’ perso in California soprattutto per via di qualche problema di affidabilità; Hinchcliffe e Wickens, tuttavia, saranno tra i protagonisti più attesi di questa gara. Lo stesso si può dire di Tony Kanaan, che grazie al passaggio di squadra e alla nuova macchina sembra ringiovanito di parecchi anni: dopo essersi espresso al meglio negli ultimi anni solamente sugli ovali, ora sembra aver ritrovato velocità ed aggressività anche sui cittadini, rendendosi protagonista di due buone gare a St.Petersburg e Long Beach.
Le squadre esordienti stanno finalmente iniziando a risalire la china: in California la Carlin ha conquistato la sua prima top-10 in Indycar grazie a Charlie Kimball, mentre Jack Harvey ha consegnato al team di Michael Shank un buon 12° posto; sembrano essere un po’ più in difficoltà Harding e soprattutto Juncos, che oltre all’ovvia inesperienza della squadra deve fare i conti con il fatto di avere due piloti esordienti che si alternano al volante della macchina #32; al Barber tornerà in pista Rene Binder, che negli ultimi due appuntamenti aveva ceduto il proprio posto a Kyle Kaiser. A proposito di alternanze, sulla Coyne #19 ci sarà ancora Zachary Claman DeMelo prima di cedere il proprio posto a Pietro Fittipaldi per le due gare all’Indianapolis Motor Speedway nel mese di maggio.
La scorsa settimana, proprio in occasione del GP di Long Beach, sono stati annunciati ufficialmente altri due piloti ai nastri di partenza della Indy 500, ovvero JR Hildebrand e James Davison. Il primo sarà il compagno di squadra di Sage Karam al team Dreyer&Reinbold e guiderà la monoposto #66, mentre il secondo guiderà la terza monoposto del team di AJ Foyt, iscritta col numero 33. Ciò significa che al momento, quando manca ancora un mese al via delle libere per la 500 Miglia di Indianapolis, ci sono già 35 piloti iscritti; a meno di repentini cambi al regolamento dell’ultim’ora, due di questi dovranno quindi tornare a casa al termine delle qualifiche.
2018 Honda Indy Grand Prix of Alabama
Round 04/17
20-21-22 Aprile 2018
INFO CIRCUITO
Tipologia del circuito: Stradale
Lunghezza del circuito: 2,3 mi (3,701 km)
Giri da percorrere: 90
Distanza totale: 207,0 mi (333,134 km)
Numero di curve: 18 (10 a destra, 8 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Prima Gara: 2010
Sanctioning body: IRL 2010; INDYCAR 2011-2018
RECORD
Miglior giro: 1:06.6001 – Sebastien Bourdais – KV Racing Technology – 2016
Distanza: 1h48:42.3334 – Simon Pagenaud – Team Penske – 2016 (su 90 giri)
Vittorie pilota: 2 – Will Power, Ryan Hunter-Reay, Josef Newgarden
Vittorie team: 5 – Team Penske
Pole pilota: 4 – Will Power
Pole team: 7 – Team Penske
Podi pilota: 7 – Scott Dixon
Podi team: 9 – Chip Ganassi Racing
ALBO D’ORO
PROGRAMMA
Venerdì 20 Aprile
11:15-12:00 (18:15-19:00) Prove Libere 1
14:50-15:50 (21:50-22:50) Prove Libere 2
Sabato 21 Aprile
10:50-11:35 (17:50-18:35) Prove Libere 3
15:05-16:20 (22:05-23:20) Qualifiche
Domenica 22 Aprile
14:35 (21:35) Gara – Differita su Sky Sport 3 a partire dalle 22:45
Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar
Immagine di copertina da https://www.instagram.com/barbermotorpark/
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