IMSA | 24H Daytona 2023, Porsche: debutto in chiaroscuro per la 963

Motorsport
Tempo di lettura: 5 minuti
di Matteo Pittaccio
2 Febbraio 2023 - 13:10
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Un settimo posto ed un ritiro non è sicuramente l’esito che Porsche Penske avrebbe sperato di accogliere nella 61esima 24 Ore di Daytona, prima tappa dell’IMSA WSCC. Le 963 LMDh non hanno rispettato le attese, subendo colpi su colpi a livello tecnico. Non male, invece, la velocità in gara, ma nelle corse di durata questo elemento passa in secondo piano

Sventolata la bandiera a scacchi in quel di Daytona Porsche e Penske sono consapevoli di non aver rispettato le attese nella prima corsa dell’IMSA 2023, uscendo dalla Florida con un bottino davvero misero: il settimo posto della 963 #7 (Felipe Nasr, Matt Campbell, Michael Christensen) si unisce al ritiro della #6 (Nick Tandy, Mathieu Jaminet, Dane Cameron), fermata da un problema al cambio. Considerando il lungo e soddisfacente percorso affrontato dalla potentissima unione tra Porsche ed il Team Penske, capaci di totalizzare più di trentasei mila km nei test, il ritorno nella classe regina dell’endurance si potrebbe definire per lo più negativo.

L’ottimismo lascia spazio alla preoccupazione, dettata principalmente da alcuni problemi di affidabilità del tutto inattesi, tra l’altro venuti a galla nelle prime ore della corsa. La fragilità sofferta viene, però, contrastata da una velocità tutto sommato soddisfacente, considerando che il prototipo su base Multimatic – spinto dal 4.6 litri biturbo V8 – si sia intromesso per qualche ora nella battaglia per la leadership assoluta tra Acura e Cadillac. A questo punto, l’aver già dato fastidio ai marchi più esperti nelle corse di durata americane diventa la base su cui evolvere e migliorare la 963, progetto valido sì ma più acerbo di quel che tutti, Porsche compresa, pensassero.

Porsche Penske 963 LMDh #7 | Rolex 24 hours at Daytona
Credits: Porsche Motorsport

Il primo commento arriva da Thomas Laudenbach, Vice Presidente di Porsche Motorsports: “non ci sono dubbi, siamo delusi. Dopo sole cinque ore la numero 7 ha perso la possibilità di giocarsi la vittoria a causa di un guasto al sistema ad alto voltaggio. Più tardi, la numero 6 ha sofferto dei danni al powertrain. Abbiamo affrontato vari problemi ma, al contempo, siamo stati in grado di imparare molto. Ora sappiamo a che punto siamo e, soprattutto, dove necessitiamo di lavorare. Ora ci prepariamo a preparare al meglio la prossima gara, in programma a metà marzo a Sebring“.

Seguono le parole di Urs Kuratle, capo del progetto Motorsports LMDh: “innanzitutto, congratulazioni ad Acura per aver vinto nella prima gara dell’era GTP. Noi ci saremmo aspettati di più, soprattutto perché siamo stati in grado di registrare ottimi tempi. Per tutto il lavoro svolto da Multimatic, dai partners e dai colleghi di Weissach, Mooresville e Mannheim avremmo meritato un risultato migliore ma, nonostante tutto, abbiamo imparato molto”.

Un debutto a due facce: da una parte c’è la convinzione di aver creato un prototipo veloce sin dalla prima gara, dall’altra si intravede la consapevolezza di non aver previsto uno scenario così critico. D’altronde, l’endurance è un contesto in cui si sperimentano i limiti di ogni reparto, dal telaistico al motoristico, passando per l’aerodinamico e l’elettronico. La preoccupazione è giustificata, ma come spesso capita la 24 Ore di Daytona (o le prime endurance di una vettura inedita) assume il valore di una gara test nella quale si è costretti ad affrontare un numero infinito di variabili. Anche un binomio stellare e solido come Porsche-Penske non può esentarsi, sebbene le prove svolte in tutti questi mesi abbiano fatto pensare ad una macchina già super collaudata e vincente.

“Sfortunatamente, molti problemi ci hanno colpito – ha detto Felipe Nasr, pilota della #7 – prima la batteria, poi il sistema di raffreddamento. Ad un certo punto il nostro motore si è surriscaldato e abbiamo preso la via dei box, spostando l’auto nel garage. Abbiamo imparato tanto in questa corsa e sicuramente faremo progressi, raccogliendo ancor più informazioni rispetto a prima. Il team non ha mai mollato, così come i piloti. Semplicemente questo non è stato abbastanza per uscirne vincitori”.

Porsche Penske 963 LMDh | Rolex 24 hours at Daytona

In più, ricordiamo che la corsa della Porsche #6 di Tandy, Jaminet e Cameron sia stata pesantemente condizionata da un’uscita di pista al dogleg (curva quattro), punto in cui Tandy ha cercato in tutti i modi di evitare un contatto con una LMP3, finendo fuori pista e colpendo dei cartelloni rinforzati con la sabbia. Tutto ciò mentre Tandy stesso era impegnato a lottare con Acura e Cadillac per il primato della corsa. Ecco, a tal proposito, il commento del 38enne inglese:

“Questo evento è stato sia fantastico sia estremamente temprante. Ci sono stati tanti aspetti positivi quanti negativi. Il nostra passo è stato competitivo ma abbiamo ancora molto lavoro da fare. Tutto ciò è normale, in fin dei conti stiamo gareggiando con una nuova auto, in una nuova categoria e con team e piloti inediti. A parte questo, devo ammettere che la sensazione di essere delusi sia ancora predominante. Dobbiamo focalizzarci sugli aspetti positivi il più in fretta possibile, c’è molto da fare!”.

L’amarezza per un esordio al di sotto delle aspettative si percepisce ad ogni commento è vero, ma sarebbe stato quasi impossibile portare al debutto una nuova vettura senza trovarsi di fronte a degli ostacoli, che siano essi tecnici o semplicemente legati all’azione in pista (come successo per Tandy). Per questo motivo archiviare la prima corsa della 963 LDMh nel reparto “grandi delusioni” potrebbe essere sbagliato, nonché fuorviante nei confronti dei criteri stessi su cui si fonda una gara di resistenza, una lunga prova in cui più elementi vengono posti sotto forte stress. In Porsche si sono detti sorpresi poiché, forse, hanno pensato di vincere tutto e subito, un’utopia nel motorsport ed in particolar modo nell’endurance. Il primo anno della 919 Hybrid insegna.

Smaltita l’insoddisfazione post-Daytona, Porsche e Penske hanno già pianificato una sessione di prove a Sebring, pista in cui la formazione correrà sia la 1000 miglia del FIA WEC sia la 12 ore dell’IMSA WSCC. Nello sconnesso circuito della Florida ci si aspetta una netta crescita, tenendo sempre ben a mente che per la natura del tracciato ogni componente sarà più fragile e, dunque, necessiterà di una gestione delicata e parsimoniosa.

Immagine di copertina: Porsche Motorsport

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