IMSA | 24H Daytona 2023, BMW: in Florida una gara test per la LMDh

Motorsport
Tempo di lettura: 5 minuti
di Matteo Pittaccio
3 Febbraio 2023 - 12:00
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È il prototipo che più di tutti si distingue per forme e concezione tra le GTP dell’IMSA e, proprio per la sua unicità, è un progetto che richiede pazienza e tempo per essere compreso. La BMW M Hybrid V8 ha debuttato nella 61esima 24 Ore di Daytona, interpretata dalla casa dell’elica come una lunga sessione di test con l’obiettivo di estrapolare più dati possibili, informazioni utili alla crescita della LMDh gestita dal Team Rahal

Osservando i risultati finali della 61esima 24 Ore di Daytona, tappa inaugurale dell’IMSA WSCC 2023, verrebbe da dire che BMW sia partita con il piede sbagliato. La M Hybrid V8 #25 di Sheldon van der Linde, Nick Yelloly e Connor De Phillippi (più Herta, impegnato con entrambi gli equipaggi) non ha percorso nemmeno un’ora senza incorrere in problemi mentre la vettura gemella, la #24 di Marco Wittmann, Augusto Farfus e Philipp Eng, ha terminato la maratona in Florida al sesto posto a tre giri di distanza dalla vincente Acura Meyer Shank Racing. Oltre all’affidabilità, la nuova nata di Monaco di Baviera ha faticato a tenere il passo degli altri costruttori, alternando sprazzi di competitività ad una grande incostanza. Nonostante ciò, in casa BMW/Rahal Letterman Lanigan Racing questo era uno scenario ampiamente previsto, poiché la GTP realizzata in collaborazione con Dallara è la LMDh basata sullo schema più complicato della griglia.

I due reni così grandi riprendono il concetto utilizzato da BMW nella produzione di serie, collegamento individuabile anche in Acura, Cadillac e Porsche perché richiesto dall’IMSA stessa, già dal periodo DPi intenzionata a comunicare la sensazione di “family-feeling” tra le corse e la quotidianità. E qui si potrebbe ritrovare il primo, grande problema di BMW: il drag. Progettare una vettura da competizione con un muso così largo e provvisto di due grandi aperture comporta il rischio di aumentare criticamente la resistenza aerodinamica, elemento chiave nelle gare di durata corse in piste ad alta velocità media, proprio come Daytona o Le Mans. Esposta questa criticità bisogna dire che le grandi mancanze siano arrivate dalla power unit, unione tra il V8 biturbo 4.0 litri (derivazione DTM) ed il sistema Bosch/Williams/XTrac.

BMW M Hybrid V8 | Rolex 24 Hours at Daytona
Credits: RLL Racing – Twitter

“Sfortunatamente, sono stati i componenti del sistema ibrido a creare problemi – afferma Andrea Ross, capo di BMW M Motorsport – sulla numero 25 abbiamo sostituito diversi elementi dopo lo stop avvenuto nella prima ora. È un vero peccato che l’intenso lavoro svolto in pista ed in fabbrica non sia stato ripagato dai risultati in pista. A parte questo, sono orgoglioso perché siamo riusciti a progredire in poco tempo e a raggiungere la bandiera a scacchi con entrambe le vetture”.

Anche Bobby Rahal, a capo di un’azienda che ha appena espanso il proprio QG a Zionsville (Indiana), si è espresso una volta completata la Rolex 24 Hours at Daytona: “questa non è stata una vittoria ma la sensazione è come se lo fosse stata. L’ultimo anno si è dimostrato intenso, specialmente dai test svolti da ottobre in poi. Le prime prove non sono state facili ma dopo il ROAR ero fiducioso di aver raggiunto un buon equilibrio tra prestazione ed affidabilità. È stato un peccato vedere la #25 ferma ad inizio gara, una volta tornata in pista ha dimostrato un ottimo ritmo. Ci sono stati altri piccoli problemi ma non siamo stati gli unici. Tutto sommato questo si è rivelato un buon inizio. Ora ci metteremo a lavoro per fare meglio a Sebring”.

In un ambiente che trasforma le endurance in gare sprint, è essenziale che BMW trovi in poco tempo quel giusto compromesso tra velocità e affidabilità per evitare di regalare troppo margine ad Acura, Cadillac e Porsche. Certo, le gare nell’IMSA spesso si trasformano in “sprint” a causa delle costanti Full Course Yellow, periodi che determinano la suddivisioni delle classi e il recupero di un giro per il primo equipaggio doppiato. Perciò, il regolamento aiuta chi ha difficoltà a equiparare il proprio passo a quello dei marchi/team più veloci ma, al contrario, nel FIA WEC – categoria in cui BMW correrà nel 2024 con il supporto di WRT – questo non succede. La M Hybrid V8 ha un importante gap da colmare: il progetto è nuovo e per crescere c’è ancora molto tempo, ma ci si aspetta una risposta decisa già da Sebring, quantomeno nel settore “affidabilità”, evitando di dover ricorrere alle neutralizzazioni per rimanere in scia ai tre costruttori avversari.

BMW M Hybrid V8 | Rolex 24 Hours at Daytona
Credits: BMW Motorsport – Twitter

“Sapevamo che Daytona sarebbe stata una gara difficile – commenta Connor De Phillippi, pilota della #25 – Siamo stati realisti e concentrati sul nostro lavoro. Ora disponiamo di un grande archivio dati su cui lavorare per presentarci a Sebring in condizioni migliori. Nonostante le difficoltà a Daytona ci siamo divertiti e le sensazioni sono positive. Non resta che convertire il tutto in podi e vittorie”.

Subito dopo arrivano le parole di Philipp Eng, portacolori BMW in gara con la #24: “la nostra auto ha avuto solo qualche piccolo problema. A parte questo non si sono palesate ulteriori difficoltà, né contatti con altre auto. La squadra ha lavorato alla perfezione e la macchina parte da una base già eccelsa. Ora, però, dobbiamo continuare a lavorare duramente per migliorare la messa a punto generale”.

L’intera formazione è fiduciosa che il divario si possa annullare, confermando che le basi su cui si fonda il progetto BMW LMDh siano abbastanza solide per costruirvi un percorso di successo. Quindi, all’ombra di un risultato non gratificante si evidenzia la consapevolezza di vantare ampi margini di crescita, i quali vanno però necessariamente colmati nel corso del 2023 per arrivare preparati al mondiale endurance. Con la prima gara dell’IMSA ormai alle spalle, BMW e Rahal Letterman Lanigan Racing iniziano un lungo lavoro di studio e approfondimento dei dati raccolti, ponendo l’obiettivo di terminare la stressante 12 Ore di Sebring con entrambe le auto a pieni giri e, se possibile, vicine a chi a Daytona ha imposto un ritmo – ad oggi – irraggiungibile dalla M Hybrid V8.

Immagine di copertina: BMW Motorsport – Twitter

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