Imparando ad amare lo speedway e ciò che rappresenta

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 3 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
15 Marzo 2023 - 19:15

Velocità, coraggio, derapate e semplicità: serve altro per entusiasmarsi nel motorsport?


Anche per un appassionato di motorsport sin dalla giovane età, il primo approccio ad una categoria completamente nuova può essere incerto. La non conoscenza di determinate dinamiche di uno sport, delle regole o dei segreti per esservi un protagonista, i nomi dei migliori in campo e molti altri elementi possono rendere difficoltosa la comprensione di ciò che si sta vedendo, rendendo un po’ incerti sul decidere di continuare a seguire suddetta categoria o meno.

Ci sono però le eccezioni che confermano la regola e quella del 12 marzo 2023 rientra fra queste. La gara di Speedway Individuale Internazionale svolta nel caldo pomeriggio di Lonigo è la prova concreta di come anche un primo approccio ad uno sport di cui non si ha mai avuto gran conoscenza possa essere incredibile. Lo è stato per me che scrivo quest’articolo e probabilmente lo è stato per centinaia, se non migliaia, delle persone che si sono recate alla pista Santa Marina, magari per la primissima volta. 

Due curve, terra mista polvere, moto ad alta velocità e tanto coraggio da parte dei piloti. Ecco tutto ciò che è bastato ai tifosi presenti sugli spalti di Lonigo per divertirsi nelle quasi quattro ore di gara viste per quest’evento, terminato dopo ventitré batterie (venti di qualificazione, due Semifinali e la Finale) e con la meritatissima vittoria di Michele “Paco” Castagna, con Nicolas Covatti a sua volta ottimo quarto in rappresentanza del MotoClub Lonigo.

È proprio del MotoClub, però, la vittoria più importante del weekend. Dopo diverso tempo il pubblico vicentino e non, rimasto a secco di gare per via della lunga chiusura del tracciato, è finalmente stato saziato della propria voglia di speedway e il ritorno in attività dello stabilimento è stato un successo. Un successo morale ed umano oltre che economico, perché, prima di ogni altra cosa, lo sport è emozione. 

In questi anni le massime categorie del panorama mondiale, a due o a quattro ruote, hanno ideato le soluzioni più disparate (e disperate) per cercare di attirare su di sé un interesse maggiore non solo dello zoccolo duro d’appassionati, ma anche della massa, di coloro che già in partenza non mostrano un gran interesse nell’approccio al mondo motorsportivo, quanto più a quello dell’intrattenimento. Il risultato non è stato altro che creare uno spettacolo artificioso, dal sapore finto e in cui a vincere potrebbe essere chi ha meno meriti di quanto in realtà non abbia qualcun altro.  

Forse, però, è proprio ad eventi come quello di Lonigo a cui bisognerebbe volgere lo sguardo, se si è in preda ai dubbi su ciò che il pubblico davvero amante dei motori vuole. Se un sport perdesse d’identità, forse andrebbe incontro ad un destino anche peggiore della propria scomparsa. 

Come scritto qualche paragrafo sopra, lo speedway sa esaltare con poco: quattro piloti che danno gas su una pista di poche centinaia di metri per quattro giri in modo da tagliare il traguardo al primo posto, ecco tutto ciò che serve per avere uno spettacolo genuino, piacevole e memorabile.

Un concetto, quello della semplicità e del suo valore, che si è lentamente ma inesorabilmente smarrito. Un concetto che lo speedway, nonché chi lo ama e pratica, non deve tradire mai, perché è lì che cova la sua bellezza. Un concetto che, il 12 marzo, ci è stato ricordato.

Fonte immagini: Facebook / Giovanna Bellin Photosport

[Un importante ringraziamento a Giovanna per averci permesso di utilizzare i suoi scatti.]

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