Immagini che valgono mille parole

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Ottobre 2018 - 14:00
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Nell’ascesa di critiche che si sono alzate e moltiplicate nei confronti di Sebastian Vettel gara dopo gara ed errore dopo errore, anche da parte mia / nostra, ci sono momenti in cui credo ci si debba però fermare un attimo ed aspettare, una volta, a premere il tasto invio.

Il “là” a questo momento di riflessione mi è stato offerto da questa immagine, comparsa su Reddit nelle ore successive al Gran Premio degli Stati Uniti, che mi ha spiazzato per la sua intensità, per quello che comunica, per quello che forse non sappiamo.

Ci sono immagini che raccontano delle storie e questa non potrebbe essere più chiara nella sua drammaticità, seppur solo sportiva. Racconta la delusione, la rassegnazione, lo sconforto di un uomo prima che di un pilota di fronte alla sconfitta. Quando l’ho vista mi ha messo anche una certa tristezza perché al di là di un volante, due pedali e le millemila implicazioni della professione di pilota ho sempre cercato di pensare al loro lato umano, alla loro psiche, a quanto complicato deve essere vivere questa vita al di là di ciò che noi vediamo in TV o dalle tribune.

Gli occhi di Sebastian Vettel in questo scatto sono un libro da sfogliare mentre osservano, in lontananza, la gioia del compagno Kimi Raikkonen intervistato da Martin Brundle. Kimi ha appena vinto un GP dopo anni di assenza dal gradino più alto. Ha dimostrato che la Ferrari c’era ma lui, Seb, era ancora una volta perso nel gruppo. L’ennesimo contatto, ancora una rimonta inutile, altri punti persi. Le polemiche che torneranno: anzi, continueranno più forti di prima. Il mondiale è andato, non da ora, non dal Giappone, ma addirittura dalla sua Germania. Lui lo sa. 

Non si legge invidia per la vittoria di Kimi in questi occhi, ma tutto lo sconforto per un anno partito tanto bene quanto terminato male. Non è mai facile mettersi nei panni di un pilota. Possiamo immaginare la gioia dei momenti migliori e forse è lì che vorremmo immedesimarci in lui. Ma non vorremmo mai farlo in momenti come questi, in cui ci si trova da soli con una stagione che non è andata per colpe soprattutto proprie. 

Io non credo, sinceramente, che quello visto dalla Germania in poi sia il “vero” Sebastian Vettel. Ne ho visto un altro dal 2008 in poi e forse il suo vero “io” è un mix di quanto visto da dieci anni a questa parte. Al tempo stesso non ho idea di cosa sia successo e di cosa stia succedendo in lui e nella Ferrari, perché non ho mai visto in vita mia un Campione del mondo commettere così tanti errori in una sola stagione, tanto da autoescludersi dalla lotta per il titolo. Non ha sbagliato solo lui: anche il team ci ha messo del suo in alcune occasioni ma, questa, non deve essere una giustificazione nè una consolazione, anzi. 

Di fronte a questa immagine mi viene da dire una cosa ai suoi tifosi. Mai come in questi momenti un pilota ha bisogno il sostegno dei suoi fan. Sostegno vero, però. Non difesa a spada tratta, giustificazioni complicate per sollevarlo da colpe palesi anche se non volute, precisiamolo. Serve l’onestà di ammettere che Sebastian Vettel ha perso un mondiale soprattutto a causa sua e la forza di continuare a sostenerlo, se si è suoi fan.

Altrimenti è meglio lasciarlo così, solo come in questa foto, e salire su qualche altro carro. Perché sostenere quando si vince è sempre facile, ma essere vicini e giusti anche nei momenti peggiori è roba da pochi.

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