Il mondo sottosopra a Singapore

di Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 20 Settembre 2015 - 18:45
Tempo di lettura: 5 minuti
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Il mondo sottosopra a Singapore
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“Bah”. Tutto bello bellissimo, per carità. La vittoria della Ferrari, due rosse sul podio, la Mercedes neutralizzata, la Red Bull rinata. Ma permettetemi un “Bah”.
Perché è una situazione talmente inusuale da sembrare quasi strana, una specie di “Silverstone 2011” 2.0.

Non riesco a concepire che il team campione del mondo in carica (e attuale dominatore del campionato) arrivi a Singapore e non riesca a mettere in pista un assetto decente né a raddizzare una situazione di difficoltà. Questo al di là dei problemi tecnici sopravvenuti durante la gara sulla vettura di Hamilton. La Mercedes ha patito difficoltà palesi per tutto il weekend. Macchina che scodava ovunque, Hamilton e Rosberg preoccupati riguardo le gomme, tentativi di utilizzare pressioni diverse durante le qualifiche (con Nico), e poi una gara che ha ricordato più la Mercedes del 2013 che la dominatrice attuale.

E’ evidente che questa situazione potrebbe essere l’eccezione ad una stagione da imprendibili (e qui, al contrario, dovrebbe preoccuparsi chi per il resto delle gare non è riuscito a stare al passo), ma già tra sette giorni potremmo avere risposte inquietanti su quello che sarà l’andamento del campionato da qui in avanti.

Quanto può aver influito, nel rendimento Mercedes di Singapore, l’obbligo di rispettare i parametri imposti da Pirelli riguardo la pressione delle gomme? Non possiamo saperlo. Difficile immaginare che sia riconducibile solo a questo il distacco rimediato in qualifiche e sul passo gara, ma se Mercedes fino ad ora era stata abituata a girare con pressioni diverse (più basse) e aveva trovato una base di assetto solida su tali parametri, può anche essere plausibile che su un tracciato comunque anomalo come quello di Singapore ci sia scappato un weekend di questo tipo, con difficoltà ricorrente a mandare in temperatura le coperture. D’altronde, a certi livelli di competizione, la differenza tra 1.1 bar e 1.3 (ad esempio) potrebbe essere notevole. Meno impronta a terra, meno grip, più difficoltà a scaldare in una pista senza curve in appoggio.

Molto più difficile, almeno secondo me, che abbiamo sbagliato completamente l’assetto. La W06 non si discosta moltissimo dalla W05 che ha vinto qui l’anno scorso, e comunque mi pare davvero improbabile che un team come Mercedes in tre giorni non riesca a trovare la quadra della situazione. Da qui il mio sospetto che a questo giro il mix tra pressioni diverse e un assetto non tanto sbagliato, quando non adatto per *queste* pressioni, abbia giocato un ruolo chiave. Le dichiarazioni degli uomini Mercedes, poi, mi hanno lasciato basito. “Non sappiamo, non capiamo, stiamo verificando”. Può il team campione non essere in grado di individuare un problema?!

C’è anche da considerare che l’evoluzione della Power Unit Mercedes sembra dare qualche grattacapo al team in testa al campionato. Ne abbiamo viste le conseguenze con Rosberg a Monza (ha dovuto usare una PU già vecchia rimanendo a piedi). Anche quello di oggi di Hamilton pare essere un problema di PU, alla fine. E questo potrebbe essere un altro aspetto ancora da valutare. Suzuka sarà una tappa fondamentale per capire se si tratta, come detto, di un’eccezione di fine estate, o se effettivamente la linea imposta sugli pneumatici ha spezzato un equilibrio fino ad ora formidabile. Per quanto mi riguarda, spero che Singapore resti appunto un caso isolato. Perché nel caso in cui anche a Suzuka le frecce d’argento dovessero trovarsi in difficoltà (al netto di eventuali problemi sulla PU) si tratterebbe dell’ennesimo colpo di spugna di metà stagione, atto unicamente a dare un po’ di spettacolo ad una stagione a senso unico.

In tutto questo ne esce estasiata la Ferrari, con un Vettel che ha confermato di essere un grandissimo (sorrido pensando a quello che si diceva di lui solo 12 mesi fa, o anche 24, 36, 48… praticamente solo da queste parti se ne parlava bene) e un Raikkonen che senza problemi ha portato la SF15-T a podio. Certo, il finnico non ha brillato come Sebastian, ma credo che sostituirlo sarebbe stata comunque una scelta sbagliata. Sebastian ormai ha la squadra in mano e l’atmosfera Ferrari migliora di gara in gara. La sintonia tra il tedesco e il team è già ai massimi dopo pochi mesi, e fino ad ora quando c’è stata l’opportunità di fare bottino pieno non si è mancati all’appuntamento. Scuderia che ha cambiato completamente volto.

Nota di merito alla pazienza di Alonso e Button. La Mclaren è una delle poche squadre che qui ha rispettato la tradizione del 2015. Indecente, inconcludente, irrispettosa della storia del suo nome. Nota di merito anche a Max Verstappen, che dovrà sì vedersela con la sua squadra per non aver lasciato passare Sainz, ma che ha dimostrato coraggio ancora una volta con alcuni sorpassi decisi. Ignobile la gestione attuale della Virtual Safety Car. Un pallido tentativo di dare risposte dopo l’incidente di Bianchi. Buona nell’intenzione, pessima nell’applicazione. Fantastico come accedere al paddock sia riservato a pochi eletti e si possa, poi, passeggiare sul lungo pista come un turista qualsiasi con le vetture che passano a fianco.

Attendiamo Suzuka per capire se il vento è cambiato o meno. Dovesse essere così, però, la fragranza non sarebbe sublime..

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