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Il mondiale endurance a Imola: 40 anni fa, la pole di Patrese e la vittoria di Bellof

di Andrea Ettori
AndreaEttori
Pubblicato il 10 Aprile 2024 - 21:12
Tempo di lettura: 3 minuti
Il mondiale endurance a Imola: 40 anni fa, la pole di Patrese e la vittoria di Bellof

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Il ritorno del WEC a Imola ha scatenato l’entusiasmo degli appassionati, in una primavera che vedrà l’Autodromo protagonista anche grazie alla F1 e alle commemorazioni del tragico weekend del 1994. Una tre giorni di vero endurance in una categoria che nel corso degli ultimi anni ha saputo risplendere e ravvivare l’attenzione anche degli appassionati meno attenti, aiutati indubbiamente dal successo della Ferrari nella edizione del centenario della 24h di Le Mans.

Esattamente 40 anni fa, in una domenica di settembre, Imola fu altrettanto protagonista del mondiale endurance con i bellissimi ma anche pericolosi prototipi anni ’80. Erano gli anni della dominante Porsche 956, sia in versione ufficiale che privata, e della fantastica Lancia LC2 griffata Martini. Erano anche gli anni di piloti entrati nella leggenda del motorsport come Stefan Bellof, Jochen Mass, Jacky Ickx e Jan Lammers, oltre alla pattuglia italiana composta dai vari Riccardo Patrese, Alessandro Nannini e Piercarlo Ghinzani alla guida della Lancia.

E proprio Patrese, in coppia con Bob Wollek, ottenne la pole position a Imola davanti alla 956 griffata Jagermeister di Bellof e Hans-Joachim Stuck, che però l’indomani avrebbe ottenuto la vittoria grazie ad uno stint di guida leggendario dello stesso Bellof. Confrontando i tempi delle qualifiche è interessante notare come la pole di Patrese, ottenuta grazie al tempo di 1’37”82, fosse di circa 10 secondi superiore rispetto a quella di Nelson Piquet con la Brabham in 1’28”517. Chiaro che peso, gomme da qualifica e motori da qualifica avevano fatto tutta la differenza a favore della F1.

Quella 1000km si chiuse con il successo di Bellof e Stuck, con otto 956 nelle prime otto posizioni. La prima Lancia al traguardo, quella di Martini e Mauro Baldi, chiuse in nona posizione a 22 giri dal leader in una gara dove la vettura torinese guidata al muretto da Cesare Fiorio fu particolarmente sfortunata, a causa di una serie di problemi d’affidabilità che avrebbero sempre accompagnato l’avventura della Lancia nel mondiale endurance.

In quella gara, per l’ennesima volta, si vide il talento di Bellof, pilota totalmente fuori scala per tutti gli altri in quegli anni e da molti considerato come talento molto simile ad un altro che stava iniziando a mostrare qualcosa di speciale, Ayrton Senna. Bellof perderà la vita 12 mesi dopo a Spa-Francorchamps in un incidente all’Eau Rouge, dopo un contatto con Ickx.

Ora la storia tra Imola e il WEC si appresta a riprendere, dopo avere regalato pagine memorabili di motorsport in passato.

Immagine copertina: Wikimedia Commons

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