Il budget cap è un problema solo per chi vince?

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Settembre 2022 - 12:06
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Il nuovo telaio Red Bull fa discutere soprattutto lato costi. Ma ci si dimentica che, a inizio anno, Mercedes…

La notizia del telaio alleggerito omologato da Red Bull sta facendo letteralmente impazzire i media italiani. Soprattutto perché questo, come dichiarato dallo stesso team austriaco, non è stato utilizzato in Belgio dove Verstappen ha dominato per la prima volta in modo inconfutabile durante questa stagione. C’è quindi preoccupazione che una novità di questo tipo, una volta introdotta, possa ammazzare le già residue speranze degli avversari di recuperare terreno.

Soprattutto, le preoccupazioni sono lato budget cap. Il tetto massimo di spesa di 140 milioni di dollari è un capitolo molto delicato e non tutti sono sicuri che questo limite sia e sarà rispettato in futuro, tra collaborazioni esterne, apertura da parte delle case madri di progetti collaterali che hanno punti in comune con la F1 e via dicendo.

E così il telaio Red Bull sta diventando un caso (“staranno sforando?”, “quanto stanno spendendo davvero?”), complice il fatto che il team di Chris Horner è in testa ad entrambe le classifiche. E se non stesse vincendo e non fosse in testa al mondiale? La risposta è Mercedes.

budget cap

Il team di Brackley, ad inizio anno, si è presentato con due monoposto diverse tra i test di Barcellona e quelli del Bahrain, sollevando al tempo critiche perché si supponeva (a ragione, visti i risultati degli ultimi otto anni) che sarebbe stato in lotta per il titolo. C’era anche chi sosteneva che, tra una versione e l’altra, Hamilton e Russell avrebbero avuto un margine di un secondo. Così alla fine non è stato, anzi: e, di riflesso, le insinuazioni sulle spese sostenute per mettere in pista due progetti diversi sono man mano calate, con i discorsi poi migrati sulla questione porpoising. Eppure quei dubbi dovrebbero rimanere, perché effettivamente di W13 se ne sono viste due e con filosofie progettuali diverse dal punto di vista aerodinamico.

Tutto adesso tace ed ora l’attenzione si è spostata completamente su Red Bull per un componente – il telaio – di cui è stato rivisto “solo” il tipo di costruzione per renderlo più leggero. In parte questo modus operandi dell’insinuazione (quando ancora non sono stati pubblicati i dati di spesa, tra l’altro) sul team che vince ricorda un po’ quanto successo pochi giorni fa con la visierina a strappo. Non ci fosse stato Verstappen davanti a Leclerc non ci sarebbero state altrettante insinuazioni e battute facili. Al di là del fatto che poi, come abbiamo dimostrato, il tutto è partito – incolpevolmente, s’intende – da Stroll, e che quando una visierina ostruisce un freno di una Williams o di una Haas passa sempre tutto sottotraccia.

Torno indietro nel tempo: ad aprile 2020, dopo l’accordo segretissimo tra Ferrari e la FIA in seguito alle prestazioni della seconda metà del 2019, l’allora Presidente FIA Jean Todt disse in una dichiarazione ad Autosport “Vorrei fornirvi tutti i dettagli, ma la Ferrari non vuole. Sono stati sanzionati, ma non posso entrare nei dettagli”. Ai tempi ci fu una vera mezza rivolta da parte degli altri team, che prima chiesero a gran voce un’investigazione e poi si lamentarono della non comunicazione dei dettagli dell’accordo.

Questo per dire che, se ci sono sospetti su un’infrazione da parte di un team, le lamentele congiunte spesso portano la Federazione a muoversi per una sorta di autotutela. Quindi, se il sospetto è che Red Bull stia sforando i limiti di spesa mi aspetto, come successo nel 2019 con Ferrari, che arrivi una sorta di richiesta ufficiale di verifica sia per il team austriaco che per Mercedes, il cui caso non è diverso solo perché non porta risultati in pista.

Anche se, nel caso di un budget cap finanziario, il controllo effettivo potrebbe risultare più difficile rispetto al valutare la validità o meno di un componente fisico.

Immagine: Media Mercedes

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