Il 30 ottobre 2012 nasceva P300.it. Dieci anni volati a 300 all’ora

P300
Tempo di lettura: 8 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
25 Ottobre 2022 - 14:15
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Sono trascorsi 10 anni dalla nascita di P300.it. Con la voglia di continuare, come sempre

Domenica 30 ottobre P300.it compirà 10 anni. Sembra ieri quando, con un piccolo portatile, un martedì di fine ottobre del 2012 l’avventura di “Passione a 300 all’ora” iniziava in modo rocambolesco, non previsto, senza immaginarne minimamente il futuro.

Un logo raffazzonato, che oggi fa sorridere per la sua semplicità e per l’innata incapacità grafica del sottoscritto, migliorata solo un po’ col tempo grazie ad ingenti aiuti esterni…

Eppure, in un modo o nell’altro, l’avventura è partita. Il primo Gran Premio raccontato da P300.it è stato quello di Abu Dhabi 2012, con il ritorno alla vittoria di Kimi Raikkonen con la Lotus dopo i due anni di parentesi nei Rally. Ne sono passati altri 200. Quello di Città del Messico sarà il nostro GP numero 202. In mezzo è successo di tutto.

Siamo partiti con la sola F1 e, dopo dieci anni, abbiamo perso il conto delle categorie che seguiamo. Anno dopo anno ci siamo espansi a più discipline, così come siamo cresciuti noi. Il nostro gruppo (non mi è mai piaciuto chiamarla redazione) è diventato sempre più grande e mai pensavo che partendo da solo avrei trovato sulla strada altre persone appassionate senza le quali oggi non saremmo quello che siamo.

In questi anni abbiamo fatto tanto, abbiamo esplorato ma abbiamo anche sbagliato, io per primo. Perché in questa avventura, meravigliosa, non sono mancati i momenti difficili.

Il peggiore, per distacco, l’abbiamo vissuto un anno e mezzo fa, con l’incendio nel Datacenter dove sono ospitati i nostri server. Ci siamo ritrovati dalla sera alla mattina senza sito e con il dovere di continuare a fare il nostro. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo continuato a fare informazione sui social in attesa di poter tornare in possesso dei nostri dati, con un’organizzazione precisa nonostante le difficoltà. È stata la prova del nove per P300.it e, dopo oltre 10 giorni, è stata superata con orgoglio.

Ma non è stato l’unico intoppo. Questa strada, fino ad ora, è stata per lo più impervia: ho ed abbiamo imparato che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio. Alcuni ci hanno detto che P300.it era un giochino per passare il tempo, altri che avremmo avuto vita breve, altri ancora si sono avvicinati col sorriso per avere un supporto nelle loro cause personali contro Tizio e Caio, con Tizio e Caio che per lo più erano grandi nomi.

C’è chi ci ha copiati, chi ci ha denigrati dopo aver mangiato nel piatto, chi si è avvicinato cercando di farci sparire per poi sparire a sua volta. Ne abbiamo viste di cotte e di crude, ma le abbiamo superate tutte, insieme.

Perché posso aver sbagliato tanto e sicuramente così è stato, ma in questi anni ci sono due cose che ho difeso strenuamente: l’interesse generale del progetto e la linea editoriale. Il gruppo e gli obiettivi di questo progetto sono sempre stati prioritari rispetto agli interessi personali, al contrario di quanto qualcuno ha pensato di tanto in tanto. La linea editoriale è quella che contemporaneamente ci ha penalizzati di più e resi più orgogliosi di quello che siamo oggi.

Quante volte ci hanno detto “Se volete fare il salto dovete iniziare a produrre fuffa per acchiappare più gente”. Solo che a noi, la fuffa, sotto forma di gossip spiccio, notizie inventate, gallery di fidanzate e mogli, sensazionalismi vari alla “È successo davvero”, “Si vede tutto”, “Scandalo”, “Le incredibili parole di xxx, sconcerto tra i tifosi”, beh, non è mai piaciuta. Forse siamo antiquati, forse siamo fuori moda, ma questo è il nostro modo di fare informazione e analisi al di fuori delle propagande.

Dare al lettore quello che crediamo sia giusto è diverso da dare al lettore quello che vuole sentirsi dire, con tutti i lati positivi e negativi che ne conseguono. Ed è il nostro obiettivo. Non ci piacciono le mode, non ci piace allinearci a prescindere allo storytelling se non crediamo sia giusto.

Diventare testata è stato un passo importante verso il futuro, anche se i numeri sono diventati croce e delizia in un mondo dell’informazione che è cambiato tantissimo da quando siamo partiti. Puntare alla qualità – provarci, quanto meno – oggi significa per lo più restare una nicchia mentre si è travolti da contenuti di qualsiasi tipo ed etica.

Si punta sul numero, sulle views, sui like e per questo si fa di tutto, stravolgendo qualsiasi regola o passandoci direttamente sopra, inventando un mondo parallelo, una disinformazione volontaria col fine unico della visibilità. Ed è un peccato, a volte, notare come certi atteggiamenti invece che essere criticati vengano addirittura premiati.

Eppure la nostra, di etica, non cambierà. È sempre stata così, sarà sempre così.

p300.it

Dopo dieci anni, oltre 25.000 articoli e tante soddisfazioni e riconoscimenti – sono arrivati anche quelli, per fortuna – P300.it è un prodotto maturo, con una sua identità. È una macchina più che rodata che va per la sua strada, non curante di quello che le sta attorno. Ed è una macchina complessa, molto. Molto più di quello che si possa pensare. Il lettore non è tenuto a sapere quanto lavoro ci sia dietro un sito web, ma credo sia importante ricordare che P300.it è un progetto che si poggia esclusivamente sulle nostre competenze sotto il profilo tecnico, informatico, grafico, editoriale.

Questo significa che tutto quello che vedete, ogni articolo che aprite, è la punta di un iceberg. Sotto il livello del mare ci sono ormai 300 ore di lavoro al mese del sottoscritto (il 300 ricorre spesso) e tante altre di un gruppo di ragazzi speciali. Dai server ai social, dalle grafiche ai testi, P300.it è tutto home-made. Non deleghiamo nulla esternamente, gestiamo tutto in autonomia.

Per questo, più di una volta e forse anche esagerando, me la sono presa con chi ho scoperto commentare i nostri pezzi solo leggendo il titolo. Perché è una mancanza di rispetto non solo verso se stessi ma verso chi impiega tempo e sacrifica da anni parte della sua vita per fare informazione. Mentre il rispetto, totale, va a chi ci segue, da poco o da tanto, accompagnandoci in questa avventura, non necessariamente condividendo sempre quello che pubblichiamo.

Ragazzi speciali, dicevo. P300.it è un gruppo fantastico e senza tutte le persone che ne hanno fatto parte non saremmo qui. Ad ognuno di loro, dal primo all’ultimo (mi perdoneranno se non li cito uno ad uno, ma sono tanti!), va il mio ringraziamento enorme per aver sposato gli intenti di questo progetto e crederci come ci credo io e forse, a volte, anche di più. Ragazzi che si aiutano e si supportano, anche personalmente e non solo per gli interessi del sito, organizzandosi con entusiasmo e portando avanti questa macchina senza mai farla sbandare. E questo è bellissimo da vedere.

In questi anni abbiamo raccontato tantissime sfide. Siamo arrivati con la Formula 1 in procinto di affrontare una rivoluzione storica verso l’ibrido. Abbiamo raccontato la cavalcata dei record di Lewis Hamilton, l’incredibile eccezione di Nico Rosberg, le lotte con Sebastian Vettel e l’ascesa progressiva di Max Verstappen. Anno dopo anno abbiamo aggiunto sfide ad altre sfide. Ricordiamo il 2015 della MotoGP, ad alta tensione fino alla fine della stagione con Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez.

Abbiamo seguito sin dagli inizi la Formula E, prossima a far debuttare la sua terza generazione. E poi le 24 ore di Le Mans con i turni di notte, la IndyCar con la meraviglia delle sue 500 Miglia, la NASCAR e tutte le altre categorie che negli anni sono andate a completare la nostra offerta.

Abbiamo dovuto raccontare, purtroppo, anche delle tragedie. Jules Bianchi, Justin Wilson, Luis Salom, Jason Dupasquier. Il rischio nel Motorsport sarà sempre presente ed è per questo che il rispetto nei confronti dei piloti, dal più veloce al più lento, sarà sempre una priorità nei nostri racconti. Perché per noi fare tutto questo è prima di tutto una passione e, una passione, non puoi esserci senza rispetto per i protagonisti.

Così come dissi dieci anni fa, non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Ci piacerebbe fare tante cose nuove, ma dobbiamo bilanciare quello che vogliamo con quello che possiamo fare. Come sempre, cercheremo di portare delle novità.

Infine, ancora un ringraziamento a tutti per questi dieci anni. Sono stati difficili ma bellissimi, complicati ma stimolanti. Alla fine, però, il meglio deve ancora venire. E speriamo che il futuro ci riservi delle belle sorprese.

Negli ultimi giorni abbiamo lanciato sui nostri social il form che segue per lasciarci un messaggio in vista del nostro anniversario. Ne abbiamo già ricevuti diversi, alcuni bellissimi, spinte autentiche ad andare avanti con il nostro modo di fare informazione. Se volete, lo trovate qui sotto.

Grazie a tutti.

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