Dev’essere difficile, per i giornalisti di professione, scrivere un coccodrillo. I coccodrilli sono i necrologi in anticipo, specialmente dedicati a personaggi famosi, preparati specialmente se sono anziani o nell’imminenza della scomparsa.
Ecco, io non ce la farei mai a scrivere della morte di qualcuno quando ancora non è morto. Eppure è pratica che si usa eccome. Altrimenti come potrebbero uscire interi speciali di millemila pagine appena dopo la dipartita di questo o quel personaggio?
Detto questo, di necrologi sullo zio Schumi se ne leggono da due giorni e sinceramente se ne hanno anche piene le scatole. Probabilmente ne ha piene anche lui, visto il leggerissimo miglioramento delle sue condizioni come a dire “oh, porta sfiga che non siete altro, io sono ancora qui”
La notizia, inoltre, di come sarebbe avvenuto davvero l’incidente
Schumi aveva appena aiutato un amico a rialzarsi, quando è ripartito. Curvando ha urtato una roccia che lo ha catapultato facendolo sbattere
— Boss™AntonioBoselli (@antonioboselli) December 31, 2013
questa sì che mi fa sorridere. Sempre da due giorni si parla della spericolatezza di un padre che mette a rischio la sicurezza propria e del proprio figlio, andando fuori pista in chissà quali percorsi proibitivi, per il gusto di provare ancora il brivido dell’adrenalina. Tutto ovviamente senza sapere nulla nè di come fossero andate le cose nè che Schumacher ha sempre guardato alla sicurezza con un occhio di riguardo già quando correva, figuriamoci nella sfera personale e con un figlio accanto.
Ecco, questo voler a tutti i costi trovare una scusa per mettere la croce sopra (in tutti i sensi) a questo o quel personaggio per vendere qualche copia o qualche abbonamento in più mi fa tremendamente incazzare. Perchè non si ha rispetto nè delle persone coinvolte nè di chi le supporta.
Anche per questo sarebbe bello che, un giorno, con la dovuta calma, Michael si alzasse da quel letto per far piangere i coccodrilli e mettere a tacere, ancora una volta, i sempre contro.
Un minimo segnale l’ha dato. Ma la strada è ancora lunga e difficile.
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