I 22 giorni di Max Verstappen

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
8 Ottobre 2017 - 11:30
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Nella storia ci sono stati i 44 giorni di Brian Clough sulla panchina del Leeds United, fatti di storie e controversie che sono state scritte prima in un libro e successivamente raccontate in un film, e poi ci sono i 22 giorni di Max Verstappen. Forse non verranno mai presi in considerazione per una sceneggiatura cinematografica ma quello che è successo in questi fatidici 22 giorni al pilota olandese è particolarmente interessante.

Cominciamo dalla partenza del GP di Singapore, dal contatto tra le due Ferrari con Max preso in mezzo a sandwich e costretto al ritiro assieme alle due Rosse. Singapore è stato l’apice, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, di una situazione che è partita dalla scorsa stagione e che i tifosi Ferrari (sponda Vettel soprattutto) non hanno mai digerito.

Da rookie delle meraviglie a pilota scorretto, da fenomeno a “pirletti”. Singapore (e non solo) ci ha consegnato la parte peggiore del tifoso che guarda la Formula 1 e, cosa ben più grave, di chi spesso si definisce addetto ai lavori di questo sport. Da Singapore a Sepang il passo è breve ma sembra un altro mondo.

La Ferrari sembra in forma ma l’affidabilità tradisce sia Vettel che Raikkonen. Chi diventa quindi il maggior alleato della rincorsa al titolo di Sebastian contro Hamilton? Quello che fino a qualche giorno prima era uno da squalificare a vita, cioè Max Verstappen. Il giudizio che subisce un pilota in base a quello che gli capita contro una Ferrari è paradossale.

La stessa cosa è successa a Suzuka, con l’ennesimo problema di affidabilità che ha costretto Vettel al ritiro e quindi con la speranza, tenendo conto delle mediocri prestazioni attuali di Kimi Raikkonen (anche lui comunque bersagliato dai problemi), di vedere qualcuno in grado di lottare con un Hamilton sempre più avviato alla conquista del quarto titolo.

Quel qualcuno, dopo una grande partenza, è ovviamente Max Verstappen, spinto negli ultimi giri all’attacco di Hamilton e addirittura “vittima” (così come Vettel sette giorni fa a Sepang) di un Alonso in versione ostruzionista. Insomma in queste settimane abbiamo assistito di tutto, sentito di tutto e visto di tutto. Il problema è che basta poco per tornare a 22 giorni fa, ma tutto questo resterà solo un meraviglioso ricordo quando Verstappen varcherà i cancelli di Maranello.

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