History repeating? Leclerc e il rischio di finire come Vettel

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
15 Novembre 2022 - 00:20
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L’avventura di Leclerc in Ferrari, dopo quattro anni, sembra a rischio crisi. Serve una virata netta a partire da marzo 2023

Si dice che gli occhi non mentono mai e quelli di Charles Leclerc, questo fine settimana, sono stati molto espressivi, più di quanto lo siano di solito.

Già dopo le qualifiche di venerdì avevo espresso una preoccupazione per i team radio che avevo sentito e per il modo con cui Charles aveva espresso il suo disappunto, per quanto giustificato.

Dopo la gara la mia sensazione è quasi rafforzata. La richiesta, quasi disperata, di avere in dono la terza posizione da Sainz, lascia trasparire un malessere per un anno che è andato magnificamente nei primi mesi per poi contorcersi su se stesso. Tanti, troppi intoppi tra problemi di affidabilità, errori suoi ma soprattutto del muretto. Troppe le occasioni in cui Charles non ci ha visto più ed ha espresso in diretta il suo disappunto, partendo da Monaco.

A lungo andare questa situazione arriverà ad un termine ultimo. Charles sta chiudendo la quarta stagione in Ferrari. È arrivato nel 2019 investito del ruolo di capitano del futuro di Maranello dopo essere stato accudito sin da giovane dalla FDA, contribuendo così ad una già avviata defenestrazione di Sebastian Vettel. Il quale, già afflitto dai suoi problemi, si trovò anche un nuovo fenomeno in casa negli ultimi due anni della sua avventura in Rosso.

L’uscita del tedesco avrebbe dovuto dare via libera al monegasco per essere prima guida di fatto, punto di riferimento, unica punta con la quale puntare al mondiale. Invece, l’arrivo di Carlos Sainz ha creato quel disguido formale per il quale “i piloti partono alla pari” che non fa altro che creare confusione. Una confusione poi accentuata dal fatto che lo spagnolo, sorprendendo tutti, si è preso la briga di chiudere la sua prima stagione a Maranello davanti in classifica a quello che sarebbe dovuto essere il suo capitano, iniziando a far storcere il naso a qualcuno.

Arriviamo al 2022: una stagione che parte benissimo con due vittorie in tre gare e quella sensazione che finalmente possa essere l’anno buono. Dopo cinque appuntamenti Leclerc comanda la classifica con 104 punti davanti a Verstappen con 85. Sainz, complici due ritiri, si trova a 53. Sarebbe l’occasione buona per stabilire gerarchie e definire chi è prima e seconda guida, ma si continua a giocare con la logica delle due punte e, in più di una occasione, Leclerc perde punti anche in favore del compagno per le scelte del muretto.

leclerc

Continuano gli errori e Charles non si trattiene (più). O meglio, ci prova nelle interviste, dove mostra il volto più accondiscendente possibile pur lasciando trasparire un disappunto represso. Gli occhi parlano, dicevo: quelli che dicono “Voglio andare ad Abu Dhabi, fare bene e basta” dopo il weekend di Interlagos fanno quasi tenerezza per un ragazzo che ha sognato nelle prime gare l’obiettivo grande ed ora si trova a dover lottare per il secondo posto con Checo Pérez all’ultimo appuntamento, con diversi punti che gli mancano per la logica delle pari opportunità.

Soprattutto, la sensazione è che si stia accumulando una stanchezza che può essere deleteria, mentre il termometro della febbre Leclerc sembra aver perso qualche grado. Il contatto con Norris e la relativa uscita di pista hanno sì indicato l’inglese come colpevole (anche se ci sarebbe da discutere sulla penalità), ma hanno anche riacceso le critiche nei confronti di un Charles troppo aggressivo, che si prende troppi rischi in alcuni casi.

All’inizio della quinta stagione l’avventura di Sebastian Vettel con la Ferrari era, di fatto, già conclusa sebbene mancassero due anni alla sua uscita. La spinta non c’era più, i media nemmeno, la squadra aveva scelto il futuro. L’anno prossimo inizierà la quinta stagione anche per Leclerc e sarà quella decisiva per il suo di futuro, anche se il contratto scade formalmente a fine 2024.

Il 2023, insomma, sarà l’anno da tutto o niente. Un’altra sconfitta significherebbe la fine del sogno al di là di quello che dice il contratto. Sarebbe un peccato enorme per una storia iniziata da lontanissimo, dall’arrivo in FDA passando per GP3, F2 e Alfa Romeo. Una favola raccontata con tutti i crismi della predestinazione a colpi di racconti da soap opera che terminerebbe nel modo peggiore. Come per Vettel, come per Alonso. E intanto gli anni passano: il 2007 iniziano a ricordarlo in pochi.

Immagine: Media Ferrari

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