Pirelli non ha intenzione di continuare a fornire i suoi pneumatici ai team di Formula 1 “ad ogni costo”: questo il monito di Paul Hembery, il direttore della sezione Motorsport della Casa milanese che al momento è in concorrenza con Michelin per ottenere l’appalto per la fornitura delle coperture alle squadre del Mondiale nel triennio 2017-2019; la Pirelli al momento è nella posizione di favorita, soprattutto perché la proposta della Michelin di introdurre gomme a basso degrado non ha incontrato il favore dei team manager, ma lo stesso Hembery ha ammesso che la permanenza del gommista italiano in Formula 1 sarà legata alla capacità del campionato di sapersi promuovere in certi mercati e al riconoscimento che la categoria stessa sarà in grado di tributare al lavoro fatto da Pirelli per migliorare lo spettacolo.
“Siamo felici di continuare a seguire alcune delle idee emerse negli ultimi anni [per migliorare lo spettacolo]” ha detto Hembery. “Si tratta di una decisione importante e molto costosa: bisogna tenere a mente che noi siamo sia uno sponsor che un partner tecnico e le nostre spese sono molto superiori rispetto a quelle di un normale sponsor; per noi sarebbe molto più semplice metterci in disparte e limitarci a mettere il nostro logo su alcuni cartelloni lungo la pista; probabilmente ci costerebbe un terzo rispetto ad ora. Le spese che sosteniamo per essere presenti in Formula 1 sono probabilmente inferiori solo a quelle dei fornitori di motori; col nostro budget probabilmente potremmo permetterci di iscrivere una squadra al mondiale“.
“Al momento vale la pena effettuare queste spese, ma ci deve anche essere un riconoscimento del nostro ruolo: se si ha la sensazione di non ricevere il giusto riconoscimento per quel che si sta facendo per lo sport allora ci si pone qualche domanda; ad ottobre saprò quale sarà l’opinione in merito del nostro consiglio di amministrazione. Non sta scritto da nessuna parte che noi rimarremo in Formula 1 ad ogni costo, lo faremo se avrà un senso per il business e se lo sport ci vorrà ancora qui; se non vorranno riconoscere il nostro ruolo e il nostro impegno, allora ci occuperemo di altro“.
“Ho sempre detto che non rimarremo nello sport ad ogni costo. La Formula 1 è sempre stata molto forte in Sud America, in particolare in Brasile, ed in Europa, ma ha bisogno di rafforzare la propria posizione in Asia e in Nord America, abbiamo bisogno di incrementare il nostro appeal in quei mercati“.
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