Che Lewis Hamilton sia diventato un tipo un po’ eccentrico da qualche anno a questa parte, credo che l’abbiamo visto tutti. Da viso pulito ed elegante a rapper mancato e tatuato il passo è stato piuttosto breve. Nulla da dire contro i rapper e i tatuati, sia chiaro. Come dev’essere chiaro che, di base, a noi interessa l’Hamilton pilota, quello che porta il 44 invece dell’1 sulla Mercedes (male!) e che punta il terzo titolo nel 2015.
Lewis può vestirsi e agghindarsi come meglio preferisce, quando è libero di farlo. Ma, quando ci sono delle regole, queste devono valere per tutti, anche per chi è fuori dagli schemi, per scelta o per marketing.
Succede quindi, lo sapete, che Lewis si presenta a Wimbledon per la finale del torneo di tennis più famoso al mondo. Su invito. Biglietto speciale per il Royal Box, angolo dedicato a personalità varie tra autorità e vip. Ci sono ad esempio Hugh Grant (invecchiato…), Kate Winslet (anche lei ma sempre bella) ed altri attori e personaggi famosi tra cui, ovviamente, ex campioni di tennis. Ma a Lewis non viene dedicata neanche un’inquadratura. E il perché è semplice.
Il campione in carica viene rimbalzato all’ingresso come succede ai comuni mortali in quelle disco altolocate che richiedono il dress code. Solo che questo non è una discoteca altolocata, dove il dress code fa anche ridere, ma il campo centrale di Wimbledon, torneo in cui i tennisti si devono attenere alle regole indossando abbigliamento tecnico completamente bianco mentre il campo da gioco è privo di qualsiasi sponsor.
Il buon Lewis, invece che in giacca e cravatta come da dress code, si presenta con camicia pseudo-hawaiana e cappello di paglia come da immagine di copertina. E, all’accesso, viene quindi ‘rifiutato’. Non è dato sapere se e dove abbia poi assistito all’incontro, ma di sicuro questo non è avvenuto sulle tribune del campo centrale, dove per la cronaca è stato Novak Djokovic a vincere il torneo su Roger Federer (con mio rammarico, tra l’altro).
Ora, sebbene Lewis sia libero di fare come crede, ho delle riserve su questa sua conversione metallara. Occhiali improbabili, catene dai diametri esilaranti e outfit quanto meno singolari. Mi sembra, più che altro, un modo per crearsi un’immagine diversa da quella che è poi la sua persona in realtà. Non credo ci sia di mezzo il marketing, ma solitamente questi cambi di mentalità e abbigliamento improvvisi sono sinonimo del tentativo di mostrarsi diversi da come si è in realtà. Di suo, Lewis, mi è sempre sembrato un ragazzo introverso e timido, e quindi faccio fatica ad associarlo a questa immagine da duro e spaccone che dà di sé.
Non vorrei solo che, alla lunga, questo atteggiamento rischi di ritorcersi contro di lui e di farlo diventare vittima si sé. Perché se al momento in pista è difficile che qualcuno possa batterlo, forse il nemico più grande di Lewis potrebbe essere proprio…Lewis.
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