71° Gran Premio di Monaco – Montecarlo
Round 6/19 – 23/25/26 Maggio 2013
884° Gran Premio
PRESENTAZIONE |
Il Gran Premio più bello e affascinante dell’intero calendario torna ad allietarci il prossimo weekend nella sua consueta collocazione di fine maggio. A partire da giovedì infatti il circus a quattro ruote sarà impegnato per le stradine di Monte Carlo per il Gran Premio di Monaco, un appuntamento unico nell’intero mondiale di Formula 1.
Come si può descrivere questa gara? Folle? Assurda? Incredibile? Forse “impressionante” è l’aggettivo che la descrive meglio: è impressionante vedere al giorno d’oggi bolidi progettati per superare i 300 km/h percorrere strette stradine in una continua lotta con dossi, tombini, muretti e marciapiedi. A Monaco non si lotta con gli altri piloti, ma con le proprie abilità, il rischio di sbagliare è costante, ogni curva nasconde un’insidia, un pericolo, un trabochetto. 78 lunghissimi giri da percorrere alla massima concentrazione, niente può essere lasciato al caso.
La Formula 1 si lascia alle spalle il Gran Premio di Spagna e la vittoria dell’idolo di casa Fernando Alonso, che si è imposto davanti a Raikkonen e all’altro ferrarista Massa. In difficoltà le Red Bull, giunte a 40 secondi dal vincitore, ma soprattutto le due Mercedes. La casa di Stoccarda anche, in Spagna, ha conquistato la pole position con Rosberg, ma tempo dieci giri ed è stata costretta ad alzare bandiera bianca. Le frecce d’argento soffrono, cronicamente, dello stesso problema: un eccessivo degrado delle gomme.
Proprio la questione gomme si è imposta con decisione nella scorsa settimana: in Spagna si è assistito al festival dei pit stop, davvero troppi, e agli ennesimi problemi di sfaldatura delle gomme Pirelli che a partire dal Gran Premio del Canada saranno modificate! La notizia è stata accolta favorevolmente da Red Bull e Mercedes, meno da Ferrari e Lotus, soprattutto da quest’ultima che è riuscita a trovare un buon equilibrio tra prestazioni e tenuta dello pneumatico permettendosi la possibilità di effettuare in media una sosta in meno degli avversari.
Il Gran Premio di Monaco si disputa sul circuito cittadino di Monte Carlo, anche se in verità la maggioranza del tracciato si trova nel quartiere de La Condamine: solo la zona del Casinò e di Mirabeau si trovano effettivamente nel quartiere denominato Monte Carlo, caratterizzato appunto dalla presenza della famosa casa da gioco e dai locali notturni. Il circuito, dalla sua introduzione in calendario ad oggi, è cambiato pochissimo. E’ un mix di precisione, eccellenza tecnica e audacia che rendono questo appuntamento una gara a sè stante dove le qualifiche giocano un ruolo cruciale: partire davanti è importantissimo, in condizioni meteo normali già partire dalla terza/quarta posizione è compromettente.
Il tracciato comprende 19 curve. Subito dopo la partenza tutte le vetture si ritrovano nella stretta curva di Santa Devota (patrona del Principato) per poi affrontare un breve allungo in salita denominato Beau Rivage che si conclude con una piega a sinistra, Massenet, che immette nel quartiere di Monte Carlo con la curva del Casino e di Mirabeau. Si scende quindi alla curva della vecchia stazione, il punto più stretto e lento dell’intero mondiale di Formula 1. Superata la curva del Portier ci si immette nel tunnel al termine del quale si raggiunge la velocità più elevata sui 280/290 km/h. Superata la chicane del porto i piloti affrontano un altro breve allungo che immette nella zona più tortuosa del tracciato: la curva Tabac, una veloce piega a sinistra seguita immediatamente dalle due chicane della piscina. Ci si avvia a concludere così il giro affrontando La Rascasse e l’ultima curva la Anthony Noges, dal nome dell’industriale del tabacco che organizzò le prime edizioni del Gran Premio.
Tuttavia, Monte Carlo, circuito cittadino per eccellenza, nacque proprio nell’epoca in cui i tracciati permanenti erano una netta minoranza, e i cittadini erano la regola o quasi, ma divenne subito un classico unico nel suo genere. “Secondo me non ha senso correre in quell’assurdo carosello di stradine con le nostre velocissime vetture”. A parlare non è un pilota di oggi, ma Rudi Caracciola, che su questa pista ci rimise cinque centimetri alla gamba destra in un incidente nel 1933, e che poi riuscì a vincere l’edizione 1936.
In quei primi anni, i migliori assi del momento si alternano nell’albo d’oro, compresi i nostri Varzi, Nuvolari e Fagioli. Dopo un decennio di pausa dovuto al secondo conflitto mondiale, è ancora un italiano a riannodare i fili della storia, con Farina vincitore nel 1948. Due anni dopo, la prima delle due vittorie di Fangio è anche un esempio della sua sagacia: alla curva del Tabaccaio si sviluppa una gigantesco groviglio al primo giro, mentre Fangio, in testa, sta per arrivare ignaro sul posto. Vedendo che gli sguardi del pubblico non erano rivolti a lui, leader della gara, ma verso il Tabaccaio, capì al volo che c’era un problema: riuscì così a rallentare e a evitare tutte le auto incidentate e a farsi, dirà poi annoiato, i restanti 99 giri della corsa.
Gli incidenti sono infatti una componente costante di una pista che resta claustrofobica e praticamente senza alcuna via di fuga: altro esempio di incidente multiplo è quello innescato dallo spettacolare volo di Daly nel 1980 che rimbalza tre volte in mezzo al gruppone mettendo KO incredibilmente solo quattro macchine. In compenso, quasi mai gli esiti degli incidenti sono stati fatali: le due sole vittime del circuito sono due piloti italiani: il primo dei quali, Fagioli (vincitore nel 1935) muore in seguito a complicazioni dopo un’incidente all’uscita del tunnel in quella che rimase l’unica edizione del Gran Premio dedicata alle vetture Sport (1952).
L’altro pilota italiano vittima della pista è Lorenzo Bandini, il cui spaventoso rogo alla chicane nell’edizione del 1967 fece esplodere definitivamente il problema della sicurezza nei Gran Premi. Dopo Fangio, si afferma definitivamente la scuola inglese, con le tre vittorie di Stirling Moss (memorabile quella del 1961 ottenuta con una Lotus privata del team Walker contro lo squadrone Ferrari dotato di auto ben più potenti) e soprattutto con Graham Hill, ben cinque volte vincitore negli anni 60 con BRM e Lotus. Anche Jackie Stewart diviene specialista del circuito con tre trionfi (1966-71-73) il primo dei quali viene ottenuto davanti alle macchine da presa della troupe hollywoodiana che, agli ordini del regista Frankenheimer, lavorano al film “Grand Prix”.
In quel periodo resta memorabile l’edizione del 1970, decisa letteralmente all’ultima curva (il Gasometro, che poi verrà cancellata due anni dopo) quando il leader Jack Brabham (vincitore nel 1959), braccato dalla Lotus di Rindt, sbaglia l’ultima frenata propiziando così l’inaspettato trionfo dell’austriaco davanti a uno sbigottito direttore di corsa che dimentica persino di sventolare la bandiera a scacchi. Ma l’edizione del 1982 è ancor più pirotecnica: anche a causa di una leggera pioggia negli ultimi giri, la leadership della corsa passa di mano cinque volte, una vera roulette da cui esce vincitore Riccardo Patrese su Brabham, che ottiene la sua prima vittoria in Formula 1 e riporta un italiano sul più alto gradino del podio, risultato che i nostri colori ripeteranno, a tutt’oggi, solo con Trulli nel 2004 (su Renault).
A partire dal 1973 il circuito viene modificato aggiungendo il complesso della Piscina e della Rascasse. Lauda e Scheckter vincono due volte ciascuno, ma con gli anni 80 arrivano sulla scena due super-assi in grado di attaccare il record di Baffo-Hill: Alain Prost vince tre volte consecutive il Gran Premio ma poi si ferma al quarto trionfo, ottenuto nel 1988 approfittando di un incidente del leader. E sarà proprio quest’ultimo, Ayrton Senna, a riuscire nell’impresa: ben sei trionfi tra il 1987 e il 1993, un limite che il solo Schumacher ha poi avvicinato ma non eguagliato. Il tedesco, prima su Benetton poi su Ferrari, si ferma a cinque trionfi tra il 1994 e il 2001, ma fallendo sempre l’aggancio negli anni seguenti. I cinque campioni del mondo attualmente in attività hanno tutti vinto almeno una volta il Gran Premio di Monaco, con Alonso che ha fatto doppietta nel 2006-07. Due trionfi anche per Webber (2010-12), che negli anni ha dimostrato un notevole adattamento al toboga monegasco.
A Monaco la Pirelli si presenterà con le mescole più soffici della gamma: le supersoft e le soft. Il circuito è un cittadino, le gomme saranno molto meno sollecitate rispetto ad altre piste ma i problemi di degrado non mancheranno. La Mercedes sembra essere il team più quotato a partire in pole anche nel principato e approfittando dell’impossibilità di effettuare sorpassi potrebbero anche condizionare la prima parte di gara, almeno fino al decadimento delle Pirelli. Chi è in cerca di conferme è la Ferrari che manca la vittoria tra le stradine di Monaco da ben dodici anni, la pista ci dirà, come sempre, chi la spunterà!
GRAN PREMIO DI MONACO IN TV |
Giovedì 23 Maggio 10:00-11:30 Prove Libere 1 – Sky Sport F1 14:00-15:30 Prove Libere 2 – Sky Sport F1 |
Sabato 25 Maggio 11:00-12:00 Prove Libere 3 – Sky Sport F1 14:00-15:00 Qualifiche – Sky Sport F1 |
Domenica 26 Maggio 14:00 Gara – Sky Sport F1 21:00 Differita Rai 2 |
ALBO D’ORO | |
01. 1929* W Grover “Williams” – Bugatti 02. 1930* R Dreyfus – Bugatti 03. 1931* L Chiron – Bugatti 04. 1932* T Nuvolari – Alfa Romeo 05. 1933* A Varzi – Bugatti 06. 1934* G Moll – Alfa Romeo 07. 1935* L Fagioli – Mercedes 08. 1936* R Caracciola – Mercedes 09. 1937* M Brauchitsch – Mercedes 10. 1948* G Farina – Maserati 11. 1950 J Fangio – Alfa Romeo 12. 1952* V Marzotto – Ferrari 13. 1955 M Trintignant – Ferrari 14. 1956 S Moss – Maserati 15. 1957 J Fangio – Maserati 16. 1958 M Trintignant – Cooper Climax 17. 1959 J Brabham – Cooper Climax 18. 1960 S Moss – Lotus Climax 19. 1961 S Moss – Lotus Climax 20. 1962 B McLaren – Cooper Climax 21. 1963 G Hill – BRM 22. 1964 G Hill – BRM 23. 1965 G Hill – BRM 24. 1966 J Stewart – BRM 25. 1967 D Hulme – Brabham Repco 26. 1968 G Hill – Lotus Ford 27. 1969 G Hill – Lotus Ford 28. 1970 J Rindt – Lotus Ford 29. 1971 J Stewart – Tyrrell Ford 30. 1972 J Beltoise – BRM 31. 1973 J Stewart – Tyrrell Ford 32. 1974 R Peterson – Lotus Ford 33. 1975 N Lauda – Ferrari 34. 1976 N Lauda – Ferrari 35. 1977 J Scheckter – Wolf Ford 36. 1978 P Depailler – Tyrrell Ford 37. 1979 J Scheckter – Ferrari 38. 1980 C Reutermann – Williams Ford 39. 1981 G Villeneuve – Ferrari 40. 1982 R Patrese – Brabham Ford 41. 1983 K Rosberg – Williams Ford 42. 1984 A Prost – McLaren TAG 43. 1985 A Prost – McLaren TAG 44. 1986 A Prost – McLaren TAG 45. 1987 A Senna – Lotus Honda 46. 1988 A Prost – McLaren Honda 47. 1989 A Senna – McLaren Honda 48. 1990 A Senna – McLaren Honda 49. 1991 A Senna – McLaren Honda 50. 1992 A Senna – McLaren Honda 51. 1993 A Senna – McLaren Ford 52. 1994 M Schumacher – Benetton Ford 53. 1995 M Schumacher – Benetton Renault 54. 1996 O Panis – Ligier Mugen Honda 55. 1997 M Schumacher – Ferrari 56. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes 57. 1999 M Schumacher – Ferrari 58. 2000 D Coulthard – McLaren Mercedes 59. 2001 M Schumacher – Ferrari 60. 2002 D Coulthard – McLaren Mercedes 61. 2003 J Montoya – Williams BMW 62. 2004 J Trulli – Renault 63. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes 64. 2006 F Alonso – Renault 65. 2007 F Alonso – McLaren Mercedes 66. 2008 L Hamilton – McLaren Mercedes 67. 2009 J Button – Brawn GP Mercedes 68. 2010 M Webber – Red Bull Renault 69. 2011 S Vettel – Red Bull Renault 70. 2012 M Webber – Red Bull Renault *Gare non valide per il Campionato del Mondo di Formula 1 |
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A cura di Domenico Della Valle e Francesco Ferrandino
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