Il sabato di fuoco di Long Beach ha determinato la griglia di partenza del Gran Premio degli Stati Uniti Ovest, secondo appuntamento del mondiale di F1 1983. Le alte temperature del pomeriggio americano non hanno permesso a otto dei primi dieci in classifica di migliorare la posizione acquisita durante il turno del venerdì, corso con temperature più “umane”.
Alain Prost, con la Renault ancora in versione 1982, ha ottenuto la sua prima pole stagionale con un tempo migliore di 40 millesimi rispetto a Patrick Tambay, in prima fila con la Ferrari C2. Quello che sorprende delle prime quattro posizioni è il distacco tra il poleman Prost e la quarta posizione, ottenuta da Nelson Piquet alle spalle della seconda Ferrari di René Arnoux. Con Eddie Cheever e Riccardo Patrese staccati di un secondo, si prospetta una gara a quattro al netto del clima torrido previsto anche per la domenica.
“Sono sorpreso di questa pole, mi aspettavo una prestazione importante ma non a questo livello. La nuova macchina che arriverà al Paul Ricard ci darà qualcosa di più. Domani sarà una gara eterna”, ha dichiarato un Prost pronto a dare battaglia.
In casa Ferrari si respira un clima teso nonostante l’ottima prestazione arrivata in qualifica. Il rapporto tra Tambay e Arnoux, culminato con il testacoda del numero 27 dopo essersi trovato davanti il compagno di team nell’ultimo giro disponibile, ha riscaldato gli animi in casa Ferrari. Per evitare polemiche giornalistiche, il team ha imposto ai due francesi una sorta di silenzio stampa dopo una telefonata arrivata direttamente da Maranello. Sarà compito di Mauro Forghieri mettere a bada i due galletti per permettere al team di preparare al meglio la gara di domani.
Soddisfatto della quarta posizione Piquet, nonostante un assetto non ancora ottimale. La Brabham #5 pare possa partire piuttosto leggera, rispetto a quella di Patrese, per andare subito all’attacco. Dopo il disastro del Brasile, Lotus e Alfa Romeo si sono ritrovate sul cittadino americano chiudendo la top 10, prime delle “altre” dopo Renault, Brabham e Ferrari. Da segnalare come in casa Alfa il motore sia stato tenuto “basso” in attesa del test con diverse soluzioni di turbine che si svolgerà a Kyalami nei prossimi giorni. In crisi ancora Williams e McLaren: i motori aspirati, nonostante il toboga di Long Beach, non sono riusciti ad avvicinarsi ai più potenti turbo.
La gara di domani potrà vedere in ogni caso diversi capovolgimenti, con affidabilità e soste decisive.
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