GP2 1983: in Brasile Piquet domina davanti a Ferrari e Renault, esordio per Honda

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
13 Marzo 2023 - 10:20
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In queste settimane stiamo rivivendo il mondiale F1 del 1983 attraverso speciali, interviste e approfondimenti che abbiamo chiamato “1983 la serie”. Prendendo spunto dalla splendida idea di GP2Joey su Twitter, che da diverso tempo in un mondo sostanzialmente parallelo racconta mondiali di F1 dei primi anni ’90, anche qui troverete una cosa simile con il campionato 1983.

Grazie all’immortale GP2, simulatore by Geoff Crammond che 30 anni dopo resta ancora al top tra gli appassionati, vivremo la stagione in concomitanza con le date reali di 40 anni fa. Inizieremo con gare leggermente più corte, ovvero con il 35% dei giri percorsi.

A Jacarepaguà, per il Gran Premio del Brasile, Nelson Piquet è stato assoluto dominatore del weekend sul circuito di casa. Già dalle prove e dopo aver ottenuto la pole position al sabato, il pilota brasiliano ha imposto un ritmo inarrivabile per tutti gli altri grazie anche ad una velocità di punta eccezionale, merito del turbo BMW. Anche la sosta ai box a metà gara ha permesso a Piquet di correre con una Brabham BT52 più leggera rispetto alla concorrenza.

Gli avversari, partendo da Ferrari e Renault, hanno potuto fare ben poco contro lo strapotere della nuova vettura firmata da Gordon Murray. René Arnoux, secondo sia in griglia che al traguardo, ha avuto la meglio su un Alain Prost piuttosto remissivo a causa anche di un calo del turbo Renault dovuto alle alte temperature, arrivate a sfiorare i 43°C sul tracciato brasiliano.

Adrien Tambay, quarto, ed Eddie Cheever, sesto, non sono mai stati della partita anche se il distacco dai compagni di squadra è stato comunque piuttosto contenuto. Tra di loro si è inserito Riccardo Patrese, non a livello del compagno di team vincitore della gara. Il padovano ha sperimentato un assetto ancora più scarico che però non ha pagato, soprattutto in termini di degrado delle coperture Michelin.

Tra i delusi troviamo le due Lotus motorizzate Renault di Elio de Angelis e Nigel Mansell e le McLaren di Niki Lauda e John Watson. Se per i primi il post-Colin Chapman e l’arrivo di Gerard Ducarouge sono due punti da cui ripartire, soprattutto nello sviluppo del telaio, per i secondi è iniziato già il countdown per il prossimo arrivo del turbo Porsche previsto per la gara di Zandvoort.

In grande difficoltà le Williams, soprattutto con il campione del mondo in carica Keke Rosberg. La poca velocità dell’aspirato Cosworth ha esposto il finlandese, veloce nelle qualifiche con il sesto tempo, agli attacchi dei piloti avversari. La gara di Long Beach dovrà necessariamente ritrovare la vettura numero 1 nelle posizioni di vertice, grazie alla conformazione favorevole della pista.

Male le Alfa Romeo, con Andrea de Cesaris e Mauro Baldi costretti al ritiro rispettivamente per un problema elettrico sulla #22 e per l’esplosione della turbina sulla #23. Un esordio in tono minore, dopo i proclami arrivati da Giampaolo Pavanello e dalla struttura EuroRacing.

Da sottolineare infine il debutto della motorizzazione Honda, di rientro in F1 sulla Spirit di Stefan Johansson con un 18° posto e diversi problemi legati alle alte temperature. Tanti, comunque, gli ingegneri giapponesi in pista nel corso del weekend, segno che Honda sta investendo tanto su questo ritorno in F1.

Prossimo appuntamento tra due settimane, con il Gran Premio degli Stati Uniti Ovest sul tracciato cittadino di Long Beach.

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