Jerez ha ospitato la conclusione dei campionati STK1000 e SSP300, oltre che il penultimo round della SSP600 e, ovviamente, le due manche della Superbike. Sono d’obbligo i complimenti ai piloti delle prime due classi, autori di due finali di stagioni coi fiocchi e che di certo faranno trepidare con ansia i fan delle derivate di serie per tutta la durata dell’inverno, in attesa del loro ritorno nel 2018. E con la conferma che la Supersport 300, ovvero la “Moto3 delle derivate di serie”, sia stata un successo come categoria, andiamo ad analizzare le tre gare svolte a Jerez de la Frontera.
La domenica è iniziata con la gara della Supersport 600, nella quale Mahias ha sprecato il primo match ball per chiudere la lotta per il campionato, che invece si prolungherà fino al Qatar. Grazie all’assenza di Sofuoglu, ancora dolorante per la botta di Magny-Cours, a Mahias sarebbe bastato un secondo posto per chiudere la pratica iridata. Il francese si è invece accontentato di un quinto posto, mentre davanti il suo compagno Caricasulo e Cluzel hanno dato vita a un bel duello conclusosi con la vittoria dell’italiano sull’arrembante transalpino. Al terzo posto il sostituto di Sofuoglu, cioè Anthony West, che ha persino superato con facilità il leader della classifica Mahias, oltre a PJ Jacobsen.
Nella classifica iridata, Mahias guida con 165 punti, 20 in più dell’assente campione del mondo, mentre Cluzel e Morais escono dalla lotta titolata a un round dalla fine, essendo rispettivamente a -30 e -33 punti dalla testa. Si è invece ripreso il “Carica”, che punta al quinto posto nella generale occupato al momento da Jacobsen.
Subito dopo la SBK, è stato il turno della Supersport 300. I ragazzini terribili della classe leggera delle derivate di serie hanno messo in scena un’altra gara da incorniciare che ha premiato il monegasco Hendra, compagno di squadra di Alfonso Coppola, giunto oggi terzo; in mezzo ai due l’olandese Scott Deroue su Kawasaki. Ma quello che ha sorriso più di tutti è certamente Marc Garcia, divenuto per un solo punto il primo campione della SSP300 battendo proprio Coppola giungendogli alle spalle al quarto posto.
C’è da dire però che questa corsa ci consegna anche molti spunti interessanti per il 2018, come l’ingresso della KTM col modello RC 390 R che, con l’italiano Bonoli e il tedesco Jahnig, ha avuto un ruolo da protagonista per tutta la gara. Essendo la moto austriaca non ancora omologata, i risultati ottenuti dal team Runner Bike non sono stati ritenuti validi per la classifica, ma di certo potrebbe essere la sorpresa della seconda annata del mondiale.
E infine la Superstock 1000, nel quale Michael Ruben Rinaldi ha conquistato il tanto agognato titolo, sudato nel corso della stagione contro gli avversari Marino e Razgatlioglu. Nella gara delle stock il colpo di scena più importante è arrivato subito, quando Florian Marino è stato buttato giù alla curva Michelin dal compagno di marca Medina Mayo (poi messo sotto investigazione). Rinaldi, partito molto indietro, ne ha potuto così approfittare per conquistare questo titolo, che alla Ducati l’anno scorso sfuggì all’ultima gara dopo i problemi, sempre a Jerez, accusati dal povero Leandro Mercado.
La gara è stata vinta da Reiterberger su BMW, che ha saputo gestire le gomme al contrario di Sandi, ancora una volta crollato nel ritmo nell’ultimo terzo della competizione. Hanno concluso il podio le Ninja di Mylkhalchyk e Razgatlioglu, il quale ha terminato secondo in campionato a 8 punti dall’italiano sulla Panigale, oggi sesto. Commovente il ritorno ai box del #12, alle lacrime per la commozione. La Kawasaki può comunque essere soddisfatta, data la conquista del titolo costruttori STK1000.
Fonte immagine: worldsbk.com
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