GP Spagna 1998: la Arrows A19 e il doppio ritiro simultaneo

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
2 Giugno 2023 - 21:40
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È il 1998 e dopo l’esperienza con il motore Yamaha nobilitata dal secondo posto di Damon Hill in Ungheria, Tom Walkinshaw decide di mettersi totalmente in proprio. Dopo aver sostanzialmente rilevato la struttura del motorista “romantico” Brian Hart, la nuova e bellissima Arrows A19 progettata da John Barnard viene spinta da un V10 fatto in casa dal team inglese.

Una vera e propria sfida per la TWR di Walkinshaw, a livello tecnico ma anche finanziario con 60 miliardi di vecchie lire sborsati esclusivamente per lo sviluppo del nuovo motore. Mika Salo e Pedro Diniz si mettono alla guida di una monoposto completamente nera, con il logo Danka a capeggiare sulle forme sinuose disegnate dal “mago” inglese.

Rispetto alla A18 che ben si era comportata soprattutto nella seconda parte di stagione del 1997, la nuova nata fatica parecchio soprattutto con l’affidabilità. Il nuovo cambio completamente riprogettato si rivela una vera e propria spina nel fianco e anche il motore denominato ora Arrows F1 V10 è poco potente e si rompe pure.

In Argentina, dopo due gare disastrose a Melbourne e Interlagos, la Arrows raccoglie l’ennesima brutta figura della stagione, dipesa quasi totalmente dal motore fatto in casa. Il V10 inglese viene accreditato di 630 cavalli contro i 780 del motore Mercedes che spinge le McLaren, il regime di rotazione è inferiore di 1000 giri al minuto rispetto al motore Ford clienti e anche l’aerodinamica viene disturbata quando le ruote anteriori sterzano in curva: il flusso d’aria viene sporcato e la presa dinamica del motore non riceve aria a sufficienza per alimentare il V10. Un vero e proprio calvario per Salo e Diniz, con lo stesso Walkinshaw ad ammettere via stampa il “grande ritardo” della A19 nel complesso.

È però il giro numero 21 del Gran Premio di Spagna a fare entrare la Arrows dalla parte sbagliata della storia. Esattamente nello stesso punto i due V10 di Salo, che si trova in 12esima posizione, e Diniz, 21°, si rompono quasi come se fossero collegati da un timer. Una doppia esplosione emblematica della situazione del motore Arrows, che anche sul rettilineo del Montmelò registra le velocità di punta più basse. Paradossalmente questa debacle dà al team una vera e propria scossa, culminata con il doppio (storico) risultato a punti di Montecarlo e la top 5 di Salo conquistata a Spa.

Questi risultati permettono al team di raggiungere il settimo posto nel mondiale costruttori, anche se le premesse di inizio stagione erano da podio.

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