Con la storia di spionaggio tra Ferrari e McLaren prossima all’esplosione, il campione del mondo sfodera una prestazione da vero primo della classe
Il 2007 sarà ricordato per sempre come l’anno dello “Spygate” tra Ferrari e McLaren, del duello tra Alonso e Hamilton, dell’escursione sulla ghiaia del pilota inglese in Cina e del titolo, al debutto con la Ferrari, di Kimi Raikkonen.
Una marea di storie che meriterebbero di essere raccolte e raccontate in una pellicola cinematografica oppure in un documentario dalla linea gialla. La Monza di 13 anni fa è anche la prima gioia in terra brianzola di Fernando Alonso, numero 1 della McLaren (ma solo sul musetto, in quel campionato), dopo la delusione sotto forma di fumo denso del motore Renault della stagione precedente.
La settimana del GP d’Italia del 2007 passa anche alla storia come una delle peggiori per l’intero sistema Formula 1. Il “cadavere” dello “Spygate” puzza da diversi giorni, anzi da settimane, e Monza diventa la scena del delitto. La FIA, dopo l’acquisizione di nuove prove contro la McLaren decide di riconvocare il team di Ron Dennis (dopo averlo assolto a luglio) per rispondere ad accuse piuttosto dure che nessuno fino a quel momento era riuscito a formare.
Oltre a questo il team di Woking, poco prima delle qualifiche, vede recapitare diversi documenti, preludio ad avvisi di garanzia, a diversi organi del team (Dennis compreso) da parte delle polizia postale. Una botta per la McLaren arrivata “grazie” alla collaborazione di Fernando Alonso su pressioni di Max Mosley, allora capo della Federazione. Alonso aveva infatti inoltrato le famose email scambiate con Pedro De La Rosa, contenenti dettagli e specifiche tecniche della Ferrari comparate a quelle della McLaren. Una mossa per uscire, come pilota, dalla grottesca situazione legata allo “Spygate”. Come sappiamo tutti, la McLaren verrà successivamente multata di 100 milioni di dollari e privata dei punti conquistati nella classifica costruttori, con i piloti lasciati in possesso di quelli ottenuti.
In un clima da libro giallo si corre anche il GP, con Fernando Alonso vero dominatore di tutto il week-end. Pole position e vittoria grazie ad un passo inarrivabile, dovuto anche all’efficienza della meravigliosa MP4-22. Una vittoria dal sapore ancora più gustoso perché arrivata davanti a Lewis Hamilton, leader di quel mondiale e tremendamente abile e sveglio nel superare un “addormentato” Kimi Raikkonen alla prima variante.
La differenza tra la MP4-22 e la F2007 in quel GP, oltre che nell’affidabilità (con Massa out praticamente subito con una sospensione KO), sta anche nella strategia: McLaren a due pit stop, Ferrari ad uno soltanto e con un ritmo inferiore rispetto alle monoposto di Woking. Significative anche le velocità massime, con Alonso a 350.5 km/h, Hamilton a 350.3 km/h e Raikkonen a 346.4 km/h. Lo spagnolo costruisce il successo dal sabato, facendo registrare la pole con più carburante a bordo rispetto a quello del compagno di squadra.
Una F1 a due velocità quella del 2007, simile a quella odierna, con McLaren e Ferrari davanti e il resto del gruppo ad inseguire da lontano. Da sottolineare anche il punto ottenuto da Jenson Button, con una Honda terribile e lentissima sul rettilineo (341.6 km/h nonostante un assetto molto scarico).
Iconiche le lacrime di Ron Dennis abbracciato alla moglie dopo la doppietta della sua squadra, a scaricare una tensione enorme accumulata durante il week-end.
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