GP del Brasile 1995: il primo senza Ayrton, con il giallo benzine

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di Andrea Gardenal
26 Marzo 2020 - 10:00
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Il campionato del mondo di Formula 1 1995 comincia a Interlagos, dove si disputa il Gran Premio del Brasile. È il primo GP del Brasile dopo la morte di Ayrton Senna e questa mancanza si fa sentire presso il pubblico locale, che per la prima volta dal ’73 non ha un pilota di primissimo piano da tifare: dopo Fittipaldi, Piquet e Senna, ora le speranze dei brasiliani vengono riposte sul giovane Rubens Barrichello, che si è già  messo in luce nei suoi primi 2 anni di F1. Il pilota paulista, per l’occasione, indosserà  un casco celebrativo in onore di Ayrton. Oltre a Barrichello, ci saranno altri 2 piloti brasiliani, Pedro Diniz e Roberto Moreno, entrambi al volante della Forti-Ford.

Questa è anche la prima gara che si disputa coi nuovi regolamenti (descritti sopra), che prevedono in particolare la riduzione della potenza dei motori, attraverso la riduzione della loro cilindrata, e un drastico taglio all’efficienza aerodinamica generata dalle vetture.

I favoriti d’obbligo sono naturalmente il campione del mondo Michael Schumacher, sulla Benetton che monta per il primo anno il motore Renault – lo stesso fornito anche alla Williams – ed il suo grande rivale della stagione precedente, Damon Hill, ancora con il dente avvelenato per il modo in cui è finita la stagione ’94.

Il ruolo del terzo incomodo è rappresentato dal Leone inglese, Nigel Mansell, al volante della McLaren, che però sarà assente nelle prime 2 gare dell’anno a causa delle dimensioni troppo ridotte dell’abitacolo. I ruoli di outsider sono giocati dal giovane David Coulthard, compagno di squadra di Damon Hill e dai due ferraristi, Alesi e Berger.

Venerdì 24 marzo

Damon Hill comincia nella maniera migliore il campionato 1995, conquistando la pole provvisoria. La giornata è cominciata con la pista umida, a causa della pioggia caduta durante la notte, che però è andata progressivamente asciugandosi. Alla fine della giornata, Damon ha un secondo di vantaggio sul secondo classificato, l’austriaco Gerhard Berger. Meno bene è andata al grande rivale di Hill, Michael Schumacher: la sua Benetton ha sofferto di problemi al cambio, in mattinata, mentre al pomeriggio il tedesco ha subito un problema allo sterzo, perdendo il controllo della vettura durante un giro veloce e andando a sbattere contro le barriere a circa 180 km/h. Nessuna conseguenza per il pilota nell’impatto, seriamente danneggiata invece la macchina. Schumacher ha completato la sessione con la macchina del compagno di squadra Herbert, che è così rimasto a piedi e non ha fatto segnare alcun tempo cronometrato. Dietro a Hill e Berger si sono classificati i rispettivi compagni di squadra Coulthard e Alesi, mentre Schumacher è solo sesto, dietro anche a Hakkinen.

Le impressioni di Schumacher riguardo all’incidente: “Stavo spingendo al massimo, quando mi sono reso conto che non potevo più controllare la mia vettura. Ho cercato di frenare per intraversare l’auto ed evitare l’impatto frontale; per fortuna ci sono riuscito e sono andato a sbattere contro le gomme di protezione. L’urto è stato violento, ma le nuove norme sui crash test laterali imposte dalla FIA hanno fatto sì che il telaio abbia resistito molto bene”.

Soddisfatto a metà Gerhard Berger: “La 412T2 è una macchina molto buona, facile sia da guidare che da mettere a punto. Purtroppo il gap prestazionale con Williams e Benetton è ancora notevole, e per cucirlo dovremo attendere l’arrivo di nuove componenti, previsto per Imola, tra le quali anche una versione più potente del motore. Fino ad allora potremo puntare solo a raccogliere punti”.

Deluso della quarta posizione, ma comunque ottimista, Alesi: “Nel primo tentativo cronometrato la pressione delle gomme era troppo bassa, quindi il fondo si è rovinato ed è stato necessario spendere del tempo nelle riparazioni; quando sono potuto tornare in pista, infine, ho trovato del traffico che mi ha rallentato. Detto questo sono ottimista e penso che nel corso dell’anno potremo crescere”.

Sabato 25 marzo

Damon Hill conquista la pole position nel Gran Premio del Brasile, prima gara del mondiale, nonostante non sia riuscito (unico assieme a Badoer e Wendlinger) a migliorare il suo ottimo tempo del venerdì. Come il giorno precedente ci sono state molte uscite di pista, dovute soprattutto all’asfalto sconnesso di Interlagos; in particolare, un incidente occorso a Schiattarella ha obbligato i commissari a sospendere le qualifiche per alcuni minuti.

Le prime due file sono monopolizzate da Benetton e Williams, motorizzate Renault; in terza fila le due Ferrari, con Berger davanti ad Alesi, mentre 7^ e 9^ sono le due McLaren motorizzate Mercedes. Il confronto col 1994 è impietoso: i tempi in qualifica si sono alzati di oltre 4 secondi; merito delle misure prese dalla FIA per ridurre la deportanza e la velocità, oltre che ad aumentare la sicurezza.

Damon Hill: “Sarà una gara di affidabilità, in cui saranno fondamentali anche le strategie per il cambio gomme e il rifornimento. Rispetto a venerdì la Benetton è molto cresciuta, con Schumacher che è arrivato in prima fila, e anche le Ferrari saranno della partita”.

Michael Schumacher: “La gara si prospetta molto intensa: al contrario dell’anno scorso, ora ci sono ben sei macchine racchiuse in un solo secondo, quindi credo che le gare di quest’anno saranno molto interessanti”.

Gerhard Berger: “Anche oggi la macchina si è confermata essere molto competitiva: non ci sono problemi di bilanciamento, né di consumo gomme. L’unico rammarico è la rottura del motore durante il mio giro più veloce in qualifica, ma queste cose possono succedere; probabilmente in quel giro avrei potuto tirar giù altri 3 decimi. Eccetto questo, nel resto del weekend non abbiamo avuto alcun problema di affidabilità e questo è positivo”.

Jean Alesi: “La pioggia di questi giorni ci ha impedito di completare il lavoro che avevamo previsto; a questo si sono aggiunti i problemi cronici di pressione delle gomme. L’affidabilità sarà l’elemento chiave di questa gara e completare tutti i giri previsti sarà molto importante, non solo per prendere punti ma soprattutto per conoscere meglio la macchina”.

Domenica 26 marzo

La giornata si apre con un giallo: le benzine Elf utilizzate in qualifica dai motori Renault di Benetton e Williams, dopo le dovute analisi, sono risultate essere irregolari. I campioni di carburante prelevati dalle loro vetture sono risultati conformi ai parametri regolamentari sanciti dalla Federazione, ma non sono compatibili con quelli che la stessa Elf ha depositato ad inizio anno presso i laboratori FIA. Viene così deciso che le vetture di Michael Schumacher e di David Coulthard correranno sub judice, in attesa del verdetto dei commissari. Indipendentemente dagli esiti sul piano sportivo, le due squadre sono state multate di 30.000 dollari per l’infrazione da loro commessa.

Il primo ritiro del campionato si verifica ancor prima della partenza: la Minardi di Martini si ferma lungo il tracciato, durante il giro di ricognizione, a causa di un problema al cambio.

Per la prima volta nella storia la partenza delle vetture viene controllata elettronicamente: nell’asfalto sono stati annegati dei sensori che hanno il compito di rilevare eventuali movimenti anticipati delle vetture, con una tolleranza minima.

Al via scatta benissimo dalla prima fila Schumacher, che brucia il poleman Hill e si invola al comando, seguito dal rivale inglese e da Coulthard. Dalla quarta fila scatta bene Hakkinen, che brucia le due Ferrari, Johnny Herbert – partito male – e si inserisce in quarta posizione. A metà gruppo, all’uscita della prima curva, va in testacoda Olivier Panis, toccatosi con Frentzen, che sbatte contro il muretto interno ed è costretto al ritiro.

Al termine del primo giro Schumacher è al comando con mezzo secondo di vantaggio su Hill; seguono Coulthard, Hakkinen, Berger, Alesi, Herbert, Irvine, Katayama, Salo, Frentzen, Barrichello, Suzuki, Blundell, Morbidelli, Wendlinger, Verstappen, Inoue, Badoer, Montermini, Moreno, Gachot, Diniz e Schiattarella.

Il primo quarto di gara vive sulla lotta, ora più ora meno intensa, tra Schumacher e Hill; l’apice della lotta c’è al quarto giro, quando Schumacher, uscito male dalla Subida do Lago, viene attaccato da Damon Hill in accelerazione; il tedesco riesce tuttavia a chiudere la porta nella piega successiva verso destra e l’inglese, costretto a rallentare, viene a sua volta attaccato da Coulthard nella salita verso la Ferradura; le posizioni, tuttavia, non cambiano.

In questa fase ci sono i primi ritiri: Frentzen si ritira all’11° giro per problemi elettrici e due giri dopo si ritira Schiattarella, con problemi di tenuta di strada della sua Simtek. Al 16° giro si fermano Katayama, a causa dello spegnimento del motore Yamaha della sua Tyrrell dopo un testacoda, e Irvine, rientrato ai box per il rifornimento ma mai più ripartito per la rottura del cambio; lo stesso guaio affligge il giro dopo anche il suo compagno di squadra Barrichello, mentre nel frattempo si ferma anche la seconda Simtek, quella di Verstappen, per la rottura della frizione. Dopo 17 giri quindi ci sono solamente 18 piloti ancora in gara.

Sempre nel corso del 17° giro c’è anche il primo pit stop tra i piloti di testa: Alesi si ferma per il rifornimento mentre è sesto, ripartendo in 11^ posizione. Il giro successivo è la volta di Schumacher, che rientra ai box e riparte 5°, incollato agli scarichi della Ferrari di Berger; il pilota della Benetton, tuttavia, non riesce a liberarsi subito del ferrarista ma perde un giro alle sue spalle, attaccandolo e sorpassandolo alla S di Senna all’inizio del 20° giro; così, quando Hill rientra ai box alla fine del 21° giro, nonostante una sosta più lunga di quella di Schumacher, riesce a ripartire davanti al tedesco, che ha perso tempo sia dietro a Berger, sia perché la sua Benetton era più pesante della Williams di Hill, sia perché il ritmo di gara dell’inglese era in ogni caso più rapido del suo.

Nei due giri successivi rientrano ai box anche Coulthard e Hakkinen, che ripartono rispettivamente in 4^ e 7^ posizione; il finlandese, in particolare, ha perso la posizione su Alesi. Dopo 23 giri, quindi, tutti i piloti di testa hanno effettuato la loro prima sosta, ad eccezione di Berger, che arriva così ad occupare la terza posizione.

Nei giri successivi al pit stop Hill riesce a guadagnare comodamente qualche decimo ad ogni giro sul rivale. Al 23° giro Gachot su Pacific è costretto al ritiro per la rottura del cambio. Quattro giri dopo tocca a Berger fermarsi ai box, ma la sua sosta non è delle più felici: un problema nel fissaggio della ruota anteriore destra fa perdere all’austriaco preziosi secondi, tanto che all’uscita dei box si trova dietro sia ad Hakkinen che ad Alesi, in 7^ posizione. Al 29° giro, sulla Reta Oposta, Hakkinen riesce a sorpassare anche la Ferrari di Alesi, sfruttando il difficile doppiaggio di Montermini: si porta così in 5^ posizione dietro al connazionale Salo – al suo terzo GP in carriera – che non ha ancora effettuato la sua prima sosta.

Al 31° giro il colpo di scena: alla piega a destra della S di Senna la vettura di Damon Hill parte in testacoda per il cedimento della sospensione posteriore sinistra: il pilota inglese, leader della gara, è costretto al ritiro. Al comando passa quindi Schumacher, seguito da Coulthard e Salo. Nello stesso giro anche Johnny Herbert è costretto al ritiro mentre era 9°, a causa di un contatto con la Ligier di Aguri Suzuki, poi costretto a rientrare ai box per le riparazioni.

Al 32° giro la classifica è la seguente: Schumacher, Coulthard, Salo, Hakkinen, Alesi e Berger in zona punti; ottimo 7° Morbidelli con la Footwork, davanti a Blundell, Wendlinger, Suzuki, Badoer, Inoue, Moreno, Montermini e Diniz. Al 35° giro Schumacher rientra ai box per la sua seconda sosta e riparte dietro a Coulthard. Hakkinen intanto comincia a rimontare sul connazionale e al 38° giro, quando i due ormai sono vicinissimi, Salo va in testacoda alla Juncao a causa di un crampo ad un braccio. Al 42° giro si ritira Wendlinger mentre era 13° a causa di per un problema elettrico, proprio come era accaduto al compagno di squadra Frentzen a inizio gara.

Al 46° giro Coulthard entra ai box per il suo secondo ed ultimo rifornimento, mentre Schumacher torna al comando: con la vettura leggera e gomme non troppo vecchie, Schumacher riesce a guadagnare secondi preziosi sul rivale scozzese, di modo che quando al 52° giro si ferma ai box per la sua terza e ultima sosta, riesce a ripartire ancora al comando della corsa, con 8 secondi di vantaggio sulla Williams.

Nel frattempo sono stati effettuati gli ultimi pit stop per Hakkinen, Alesi e Berger, dopo i quali i tre si trovavano rispettivamente al 4°, 5° e 3° posto. Nelle retrovie, intanto, si sono registrati i ritiri di altri 3 piloti: Badoer si è fermato dopo 47 giri per la rottura del cambio della sua Minardi e nello stesso giro Moreno si è ritirato per un testacoda; il giro dopo è stata la volta di Inoue, costretto al ritiro da una perdita di carburante.

Dopo le ultime soste, con soli 11 piloti in pista, non c’è più molto da dire: Salo perde due posizioni al 53° su Morbidelli (che recupera la sesta posizione) e al 57° giro su Blundell, a causa dei problemi fisici che avevano già causato il testacoda poco oltre la metà gara; al 62° giro, infine, Morbidelli è costretto al ritiro, perdendo così un punto mondiale, a causa di problemi alla pressione del carburante.

Finisce così con Schumacher vincitore con 11 secondi di vantaggio su Coulthard e un giro su Berger, Hakkinen, Alesi e Blundell; dietro a loro Salo e Suzuki a 2 giri, Montermini a 6 giri e il debuttante Diniz a 7 giri.

Ricorsi e controricorsi

Quattro ore dopo la fine della gara, nella notte europea, arriva il verdetto della direzione gara sulla questione delle benzine Elf: la mannaia si abbatte su Schumacher e Coulthard, che vengono squalificati dalla corsa. La vittoria passa così a Gerhard Berger, davanti ad Hakkinen ed Alesi; entrano così in zona punti Mika Salo – primi punti iridati per lui – ed Aguri Suzuki. La nuova classifica, però, è ancora una volta solamente provvisoria: Benetton e Williams, infatti, faranno ricorso contro la decisione dei commissari; ciò significa che saranno necessarie nuove analisi da effettuarsi in Europa. Solo dopo questi ulteriori accertamenti, che richiederanno almeno una settimana, si potrà stabilire se il carburante usato dalla Elf è conforme oppure no, e di conseguenza decidere il vincitore del Gran Premio.

La Elf, naturalmente, smentisce le accuse di aver infranto il regolamento tramite Valerie Jorquera, responsabile dello studio di combustibili per la Formula 1: “Non voglio cercare polemiche, ma non siamo stupidi. Le benzine che abbiamo fornito a Williams e Benetton sono regolamentari: l’abbiamo verificato nei nostri laboratori, e ai commissari abbiamo consegnato gli stessi campioni di combustibile che sono risultati regolari. Abbiamo sigillato i contenitori per il trasporto del carburante inviati in Brasile e li abbiamo controllati di persona all’arrivo a Interlagos”.

I chimici delle varie squadre, interpellati sulla questione, non si sono espressi apertamente, ma hanno lasciato intendere che le analisi effettuate nel laboratorio portatile della FIA sono “ridicole” e di scarsa affidabilità, senza contare che l’apparecchiatura potrebbe essersi danneggiata nel viaggio verso il Brasile.

Gerhard Berger, intanto, si gode il successo provvisorio, e si toglie dei sassolini dalle scarpe. “Mi sento soddisfatto. Se ci sono state delle irregolarità è giusto che i responsabili siano puniti. Ora capisco perché Schumacher e Coulthard mi hanno superato come aerei e perchè non riuscivo a seguirli. In Ferrari si è lavorato molto sui motori, non era normale questa differenza. Tutti i motori hanno prestazioni molto simili, eccetto i Renault, e la benzina potrebbe essere l’elemento che fa la differenza. Mi dispiace per Michael e David, che sicuramente si sentono derubati del loro risultato”.

La sentenza

Il 13 aprile, con il terzo GP d’Argentina già svolto, arriva la sentenza del Tribunale d’Appello sulla questione delle benzine e questa modifica il verdetto emesso dai commissari in Brasile: Williams e Benetton vengono riconosciute colpevoli e, per questo, ai team vengono decurtati i punti per la classifica costruttori ottenuti ad Interlagos. I due piloti, Schumacher e Coulthard, sono dichiarati non colpevoli e, per questo, reintegrati in classifica; il tedesco è ora il nuovo leader della classifica mondiale con 14 punti seguito a 10 da Hill.

Immagine di copertina: DeviantArt

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