Sono tre giorni che cerco in qualche angolo remoto la voglia per scrivere l’importantissima notizia relativa alle mescole che verranno utilizzate nei primi tre Gran Premi del 2018. Non la trovo. Perché trovo tutto assurdo.
Siamo a dicembre, non abbiano nemmeno idea di che vetture vedremo ma sappiamo già quali colori dell’arcobaleno si vedranno sulle gomme. Ora che poi ce ne sono dodicimila ci sarà l’imbarazzo della scelta.
Le gomme fanno parte di quelle questioni che urtano il mio sistema nervoso in modo abbastanza debilitante, perché sono dell’idea che ormai da anni si dia decisamente troppa importanza a questo aspetto e che tramite le gomme si sia cercato e si cerchi in modo esagerato di influenzare lo spettacolo all’interno delle gare. Basti pensare alla modifica in ottica 2018: una sosta per pilota a gara è ritenuta insufficiente per garantire uno show adeguato. Ed allora perché non ammorbidire tutte le gomme in modo da garantire due pit stop almeno? Ma siamo seri?!
Insieme al DRS ed al Parco Chiuso questa storia dovrebbe essere completamente eliminata. Questo voler influenzare le gare tramite elementi controllabili non ha alcun senso. E chi se ne frega se qualcuno si lamenta che non ci sono sorpassi, non c’è spettacolo, ci si annoia. Se uno sport mi annoia, non lo guardo. Se la Formula 1 vi annoia, non seguitela. Se non riuscite a cogliere il concetto per cui una gara non deve garantire sorpassi ma deve, semmai, non ostacolarli (si tratta di due cose ben diverse), allora dedicatevi ad altro. Le corse devono essere vere, non belle. Peccato che negli ultimi lustri ci si sia concentrati nel versante totalmente opposto. Scemo io a ragionare ancora alla vecchia maniera…
Ed anche qui non conta il nome di chi la gomma la produce, perché dopo sette anni credo abbiamo capito tutti che il fornitore si basa sulle direttive ricevute. Quindi che sia Pirelli, Michelin o Yokohama poco importa, sinceramente.
Un tempo l’importanza della gomma era commisurata al suo ruolo, quello dell’unica parte che tiene a contatto la vettura con l’asfalto. L’importanza tecnica resta, ovviamente, ma è cambiato tutto il resto, tutto il contorno. Ad un certo punto si è deciso che la gomma doveva diventare protagonista a fronte di investimenti di centinaia di milioni di euro sulle monoposto, e forse è ancora così. Cercare di avere più o meno soste agendo sulle gomme è fuori logica, lo sarà sempre. E dire che pur di mettere fine al dominio della Ferrari per il 2005 si decise per il senso opposto, con le gomme di marmo che dovevano resistere per tutta la gara. Il giochino durò un solo anno, per fortuna.
Per il 2018 non mi aspetto di meglio, comunque. Anzi, devo dire che quest’anno secondo me si era arrivati ad un punto decente riguardo le soste ai box, ma evidentemente lassù si ragiona in modo diverso. Continuo ad avere fiducia in Brawn.
In ogni caso, com’è giusto che sia, informeremo man mano sulle mescole utilizzate nei vari appuntamenti. A tempo debito, ovviamente.
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