Giù il sipario su Jerez. Prime conferme e prime preoccupazioni

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Febbraio 2014 - 09:00
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Si è chiusa la prima 4 giorni di test F1 a Jerez. Due giornate asciutte e due bagnate per i primi vagiti dell’era Turbo.

Sulla scia delle considerazioni della prima giornata, ecco quelle al termine dei test.

93: il numero dei chilometri percorsi dalla Red Bull in 4 giorni. 1368: quelli percorsi dalla Mercedes. Bastano questi due numeri a far capire cos’è successo durante questi test. Date pure un occhio al nostro resoconto. A conti fatti, la Lotus ha fatto bene a non presentarsi nemmeno a Jerez.

Le squadre motorizzate Renault (Red Bull, Toro Rosso, Caterham) hanno percorso in totale 668 km. I motorizzati Ferrari (Ferrari, Sauber, Marussia) 1966. I motorizzati Mercedes (Mclaren, Mercedes AMG, Force India, Williams), 3874. Una differenza abissale se pensiamo soprattutto al fatto che un terzo di test sono andati via per nulla. Newey è tornato alla base di fretta e furia, mentre la Renault è al lavoro per capire le cause dei problemi, convinta di riuscire a risolverli per i test in Bahrain, tra una ventina di giorni.

Il fantasma della Mp4/18 aleggia sul coppino di Newey? Ricordate la famosa Mclaren che nessuno ha mai visto correre? Era il 2003, e a Woking dovettero tornare ad una versione superaggiornata della Mp4/17, con la quale tra l’altro un Raikkonen pazzesco arrivò quasi a vincere il Mondiale contro Schumacher. La Mp4/18 era talmente estrema da avere problemi serissimi.

Alla lontana, questa storia ricorda un po’ quella della nuova RB10, con però una differenza sostanziale. Tutte le monoposto equipaggiate con la Power Unit (si chiama così, adesso) Renault, hanno manifestato più o meno gli stessi problemi. Cosa, tra l’altro, confermata dalla stessa Renault in giornata. Quindi, al momento, parlare di un problema unicamente della Red Bull non è corretto. Qualcuno ha già gridato al miracolo in questi giorni inneggiando (dopo soli 4 giorni) alla debacle dei campioni in carica. Calma, ragazzi. La situazione non è sicuramente rosea, ma tempo per recuperare ce n’è ancora, anche se poco.

Già, il tempo. Macchine completamente nuove, e soli 12 giorni di test, di cui 3 riservati obbligatoriamente allo sviluppo delle gomme da bagnato. Sviluppo che non mi pare utile, tra l’altro, dato che sappiamo bene come basti poca acqua per non vedere le monoposto in pista. Non a caso mi chiedo ancora a cosa servano le full-wet se non vengono mai usate.

Capitolo musi. Ora che le abbiamo viste tutte, si può dire che esteticamente le vetture meglio riuscite sono senza dubbio Mercedes e Red Bull. Le quali, assieme alla Ferrari, hanno chiesto un parere alla Fia sull’utilizzo del ‘becco’ da parte delle altre squadre. Questo infatti permette di mantenere un muso alto e di aggirare il regolamento portando, con tale protuberanza, l’altezza complessiva ai famosi 18.5 cm dal piano di riferimento, richiesti dalla Federazione. Federazione che ha dato l’ok a tale soluzione anche dal punto di vista della sicurezza, dato che i musi, così costruiti, hanno superato i crash test frontali senza problemi. Aggiramento riuscito.

La Mercedes ha comunque impressionato, oltre che esteticamente, anche per quello che conta. Affidabilità già a buon punto, con anche una simulazione di gara per Rosberg all’ultimo giorno. Problema per Hamilton a parte, che al primo giorno ha perso l’ala anteriore andando a sbattere, la Mercedes ha macinato chilometri su chilometri raggiungendo la quota di 1368.

Bene anche la Mclaren Mp4/29, che una volta tornata alla sospensione anteriore push-rod si è data da fare dopo un primo giorno senza girare. Button e Magnussen hanno percorso quasi 1100 km dimostrando una buona affidabilità. Jenson ha comandato la lista dei tempi nel secondo giorno, Kevin nel terzo.

La Ferrari è parsa solida. 1100 km anche per lei, con un chilometraggio andato a salire via via col passare dei giorni. 140, 210, 260, 500 Km rispettivamente nei 4 giorni. Con ben 115 giri percorsi da Alonso nell’ultima giornata. La F14 ha avuto solo due tentennamenti, uno che Raikkonen al suo secondo debutto in rosso, uno per Fernando, ma si è dimostrata tutto sommato affidabile. Sulla velocità c’è da aspettare, per la Ferrari e per gli altri.

Nell’ultimo giorno si è rivista anche la Williams, che con Felipe Massa ha ottenuto il miglior tempo di giornata, per quanto sia rilevante (cioè nulla). Il passaggio al motore Mercedes pare esser stato fatto al momento giusto visti i problemi di giovinezza della PU Renault. Felipe ha nuove motivazioni e chissà che il cambiamento regolamentare non aiuti la Williams a tornare nelle posizioni che contano.

I tempi? Contano poco, pochissimo. Innanzitutto ci sono squadre che non sono riuscite a girare come avrebbero voluto. Per le altre, obbligo verifica dell’affidabilità dei nuovi sistemi, prima di ricercare la prestazione vera e propria. Quella, probabilmente, la si scoprirà solo a Melbourne.

Ora tutti in fabbrica. Chi ad analizzare enormi moli di dati, chi a pensare a come organizzare il prossimo giro di test, chi a risolvere i problemi per poter quanto meno girare in Bahrain.

In bocca al lupo a tutti.

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